Discorso pronunciato dal Consigliere di Stato Norman Gobbi in occasione della Consegna dell’arma alla Scuola di polizia del V circondario |
– Fa stato il discorso orale –
Care e cari aspiranti,
vi incontro con piacere in questo momento simbolicamente molto importante. Con la consegna dell’arma vi avvicinate infatti alla fine del vostro percorso formativo all’interno della Scuola di polizia e diventate a tutti gli effetti agenti del nostro Corpo di polizia. L’arma, come la divisa, vi accompagnerà da oggi in ogni giorno lavorativo, nel quale vi adopererete a favore della sicurezza del nostro Cantone e della sua popolazione.
Con quest’arma vi consegniamo la fiducia dei cittadini e delle istituzioni, e la responsabilità nella loro tutela. È parte del vostro lavoro essere pronti a utilizzarla in caso di necessità, ma lo è soprattutto sapere quando sia il momento di farlo.
Un vostro collega, a ottobre, è dovuto ricorrere all’uso dell’arma d’ordinanza per proteggere l’incolumità sua e delle altre persone presenti. Una scelta che è stata fatta come ultima ratio di fronte a una grave minaccia. Una scelta non leggera, che ha portato irrimediabilmente a delle conseguenze.
La prima conseguenza è un pensiero che accompagnerà per molto tempo l’agente: “Avrò fatto la scelta giusta?”. Durante la formazione avete infatti imparato come comportarvi in situazioni con le quali sarete confrontati nella vostra vita professionale (e non solo), ma quando vi troverete effettivamente di fronte a una determinata situazione ci sarà sempre qualcosa che vi farà mettere in dubbio le vostre scelte, e il tempo per pensarci sarà di pochi attimi. Confidate negli insegnamenti dei vostri superiori, che avete appreso durante la formazione e che riceverete nel corso della vostra carriera.
Una seconda conseguenza sulla quale vi invito a fare una riflessione, è l’impatto mediatico delle vostre azioni. Il nostro Cantone è quello con la maggiore concentrazione di media. Questo porta certamente a una salutare diversità di opinioni, ma può portare alla sproporzionata pressione nella corsa dei giornalisti alla notizia. E in un Cantone come il nostro un colpo sparato fa ancora – direi fortunatamente – notizia. Alcuni agenti che hanno vissuto situazioni di questo tipo, non per forza per lo stesso motivo, mi hanno confidato che è forse questa la difficoltà maggiore. Vedere articoli della stampa e su giornali online, servizi alla televisione e alla radio, e sapere che stanno parlando di te: è una cosa che non lascia indifferenti. Soprattutto quando si è abituati a lavorare come Corpo, non come singolo. In aggiunta, siamo ormai coscienti di dove – purtroppo – possano arrivare i commenti sui social media, un luogo che fin troppe volte viene utilizzato come piazza di sfogo, senza pensare che un commento potrebbe ferire profondamente chi c’è dall’altra parte dello schermo (sia esso in divisa o semplice cittadino). È in questo momento che dovete sapere che, se le vostre azioni sono proporzionate alla situazione, potete contare sul sostegno del Corpo, del Comandante e del sottoscritto.
Il vostro non è un semplice lavoro, è una missione. Vi mettete a disposizione dei cittadini per la loro sicurezza, e di conseguenza agite per il loro benessere. Siate sempre coscienti che ogni scelta è importante, lasciatevi guidare da chi ha più esperienza di voi, fate tesoro degli insegnamenti ricevuti. Agite in maniera opportuna, per fare uso in modo proporzionato e adeguato alle circostanze di quanto vi è stato conferito, come richiesto dal codice deontologico e dalla legge. Operate con coraggio e con proporzionalità: questo farà di voi degli ottimi agenti.
Vi auguro un buon proseguimento per la vostra formazione e la vostra carriera, al servizio di tutti i cittadini.
Norman Gobbi
Consigliere di Stato e
Direttore del Dipartimento delle istituzioni