Da www.cdt.ch
Il testo che chiede di stralciare il contributo annuo al Cantone è ricevibile ma il dossier è congelato in attesa della riforma Ticino 2020.
L’iniziativa «Per Comuni forti e vicini al cittadino» promossa nell’autunno 2018 dai Municipi di Canobbio, Melide e Vernate, è stata ritenuta ricevibile dal Gran Consiglio, ma «sospesa» in attesa dell’avvio del progetto Ticino2020, ovvero la riforma che mira a ridefinire i rapporti tra Cantone e Comuni.
Il testo aveva raccolto l’adesione di 62 enti locali e chiedeva di stralciare il contributo comunale di 25 milioni di franchi, prevedendone uno «di 13,13 milioni annui per l’insieme dei Comuni».
Un cambio di rotta che, sbarcato in Commissione della gestione, è stato leggermente ritoccato. Sì, perché il compromesso individuato in Gestione prevede che si passi dagli attuali 25 milioni di franchi a 12,5 milioni per il 2020, rispettivamente per il 2021, per poi essere abolito del tutto a partire dal 2022: “Il testo in discussione segnala una profonda insoddisfazione dei Comuni rispetto ai flussi finanziari con il Cantone” ha dichiarato il capogruppo PPD Maurizio Agustoni e co-relatore del rapporto.
Dal canto suo, Nicola Pini (co-corelatore PLR) ha precisato come «la formulazione della proposta di compromesso vuole da un lato essere un segnale distensivo verso i rapporti tra enti locali e istituzionali e dall’altro costruttivo verso i comuni». Ma non solo: per Pini, oltre ad andare a dimezzare il contributo comunale, «è importante che si faccia una discussione più che mai necessaria sui flussi finanziari e sulle competente tra Cantoni e Comuni».
La soluzione trovata dalla Commissione della gestione è stata vista di buon occhio dalla maggioranza dei parlamentari che con 66 voti a 15 ha dato luce verde al rapporto. «Il PLR – ha aggiunto Aaron Piezzi – saluta positivamente lo sforzo fatto da tutti gli attori coinvolti. La risoluzione del problema sollevato dall’iniziativa dei Comuni andrebbe trovata proprio in Ticino 2020». Sulla stessa lunghezza d’onda anche la Lega che attraverso le parole di Boris Bignasca, accoglie con spirito positivo il rapporto in quanto «si chiude una fase dove il Governo, in situazione disperata, aveva cominciato una richiesta spasmodica di entrate e di ricavi».
«Negli ultimi sei anni i Comuni hanno contribuito con un importo complessivo di 150 milioni di franchi al finanziamento di compiti cantonali che hanno indebolito le risorse comunali a discapito dei bisogni dei cittadini», ha dichiarato Luca Pagani (PPD). Anche Paolo Pamini (UDC) e Andrea Stephani (Verdi) considerano il compromesso «un primo passo nella giusta direzione». Sul fronte socialista, il partito ha firmato il rapporto con riserva perché «la manovra non convince in quanto appare come una cosmesi finanziaria sugli anni contabili 2020 e 2021», ha dichiarato Fabrizio Sirica.
Il direttore del Dipartimento finanze ed economia Christian Vitta è intervenuto sulla parte più generale del dibattito, precisando che «il Governo si è sempre detto disposto a una discussione costruttiva con i Comuni, ma tenendo conto anche delle esigente cantonali». Il consigliere di Stato Norman Gobbi, entrando più nel dettaglio, ha definito la riforma Ticino2020 «necessaria e opportuna per uniformare una situazione che sul territorio sta trovando forti insoddisfazioni».