Le considerazioni dopo la nascita di Tresa
Eppur si muove… La grande riorganizzazione istituzionale/territoriale dei Comuni prosegue. Proprio questa settimana il Gran Consiglio ha approvato l’aggregazione dei Comuni di Croglio, Monteggio, Ponte Tresa e… Sessa con la creazione del nuovo comune di Tresa. Storia un po’ particolare quella di questa fusione, con il voto consultivo del dicembre 2018 che aveva visto i cittadini di Sessa dire no al progetto, la conseguente decisione del Governo che coerentemente ha proposta una fusione solo con i tre Comuni che avevano votato sì, la petizione lanciata a Sessa che chiedeva invece di rientrare nel nuovo Comune di Tresa e la successiva scelta del Gran Consiglio – che in ultima analisi decide sulle aggregazioni – di includere Sessa, per un’aggregazione in forma coatta, ma forte delle numerosissime firme raccolte dalla petizione.
Ci avviciniamo così a grandi passi al numero di 100 Comuni in Ticino, quando due decenni fa si era partiti da 245! Sullo sfondo poi vi è il Piano cantonale delle aggregazioni, che prefigura una serie di scenari “ma che potranno vedere la luce – sottolinea il capo del Dipartimento delle istituzioni Norman Gobbi – solo se dal basso, ossia tra la cittadinanza interessata, verrà dato l’impulso per intraprendere nuove forme di aggregazioni tra Comuni. Un’impostazione dalla quale il Dipartimento delle istituzioni e il Consiglio di Stato non vogliono transigere, coscienti che il successo per una nuova realtà istituzionale che dovesse nascere sta nel convinto sostegno e dunque impegno dei cittadini coinvolti. Solo se davvero si crede nella bontà di una proposta e nelle opportunità che potrebbero vedere la luce, un’aggregazione porterà ad avere Comuni attivi e dinamici”.
Comuni forti, autonomi e propositivi, come quelli che già sono nati e come quelli che ancora mantengono un buon potenziale, sono alla base di una più ampia riorganizzazione e suddivisione dei compiti tra Cantone e Comuni, in quella riforma che viene denominata Ticino 2020. “Stiamo definendo questa riforma in stretta collaborazione con i Comuni – e qui voglio sottolineare l’ottimo rapporto instaurato tra le parti. Il principio su cui poggia Ticino 2020 e quello di affidare al livello istituzionale più confacente (Comuni o Cantone) i compiti e dunque anche le risorse per svolgere nel miglior modo i servizi che il cittadino richiede, utilizzando al meglio le risorse finanziarie a disposizione. Un’analisi a 360 grandi che rende dinamico – e non vissuto solo a parole – il nostro federalismo. Un lavoro appassionante per le visioni che apporta, ma anche per il certosino impegno necessario a tradurre nella realtà queste visioni.”, conclude il Consigliere di Stato Norman Gobbi.