L’autocertificazione del 29enne italiano indagato per l’omicidio di Perugia è risultata incompleta. Ha già lasciato il Ticino.
Aveva destato un certo stupore la notizia dell’arrivo in Ticino di Raffaele Sollecito, il 29enne già condannato e poi assolto in secondo grado per l’omicidio della studentessa inglese Meredith Kercher, più noto come delitto di Perugia.
Sollecito aveva preso casa sulle pendici del Monte Brè, ad Aldesago, ed aveva richiesto e ottenuto il permesso B. “Tutto regolare” aveva spiegato il Cantone in risposta a chi aveva espresso dubbi sulla legittimità dell’ottenimento del permesso. Ma, in seguito a un’interrogazione del deputato leghista Daniele Caverzasio, erano stati promessi ulteriori controlli.
Controlli che, secondo quanto riportano oggi diversi media italiani e confermato dal capo della Sezione della popolazione, Attilio Cometta, hanno portato alla revoca del permesso. “Abbiamo riscontrato delle manchevolezze nel formulario di autocertificazione” ha spiegato Cometta. “Seppur la sua sentenza non fosse cresciuta in giudicato, ha sottaciuto il fatto di essere coinvolto in un’inchiesta per un grave reato penale.
Sollecito, che a Lugano aveva anche fondato una società con lo scopo di mediatizzare fatti realmente accaduti, come quello che l’ha visto coinvolto, settimana scorsa ha fatto ritorno in Italia. Dove dovrà affrontare un nuovo processo per il delitto di Perugia, dopo che la Cassazione ha annullato la sentenza di assoluzione.