Da tempo si parla delle Alpi come hotspot dei cambiamenti climatici e il Trentino non ne è immune. Al “Festivalmeteorologia” del novembre scorso, lo scenario futuro per la nostra provincia – illustrato dal Dipartimento di ingegneria dell’Università di Trento – prevede, da qui al 2030, l’incremento di 1°C delle temperature medie annuali, un aumento ulteriore fino a 2°C nel 2050, ondate di calore più frequenti, intensità maggiore delle precipitazioni, diminuzione del numero di giorni con neve al suolo soprattutto sotto i 2000 metri. L’Appa provinciale lavora per approntare una strategia di mitigazione e adattamento ai cambiamenti climatici e il tema è in primo piano in molti altri organismi europei.
Una politica di protezione del clima per le Alpi è promossa anche da Arge Alp, la Comunità di lavoro delle Regioni Alpine di cui fa parte anche il Trentino insieme ad Alto Adige/Südtirol, Lombardia, Tirolo, Vorarlberg, Land Salisburgo, Baviera, Grigioni, San Gallo e Ticino. Il 20 ottobre scorso, a Bad Ragaz, i rappresentanti delle regioni di Arge Alp si sono espressi a favore della definizione di norme uniformi e di un collegamento dell’area alpina alla rete internazionale dell’idrogeno. Al termine della conferenza, il Canton Ticino (Svizzera) ha assunto la presidenza della Comunità per il 2024. Il nuovo presidente, il Consigliere di Stato Norman Gobbi, ha illustrato il programma di governo, ponendo in primo piano temi come l’adattamento ai cambiamenti del clima, la tutela ambientale, la gestione dei rischi naturali, l’utilizzo di una risorsa cardine come l’acqua. Al dottor Gobbi abbiamo posto alcune domande.
Dottor Gobbi, cosa rappresenta, oggi, la Comunità di lavoro delle Regioni Alpine in termini di collaborazione transfrontaliera su temi globali – e di rilievo particolare per le Alpi – come i cambiamenti del clima? Che cosa può fare, in concreto, Arge Alp?
Uno dei pilastri fondamentali di ARGE ALP dal momento della sua fondazione, avvenuta nel 1972, è stato sicuramente la grande sensibilità nei confronti della salvaguardia dell’ambiente alpino. E’ evidente che i cambiamenti del clima hanno un impatto globale, ma è proprio la messa in rete di idee, progetti e volontà politiche oltre i confini di Regioni, Cantoni, Länder e nazioni ad essere il punto di forza della collaborazione transfrontaliera. Questo avviene grazie a svariate attività di sensibilizzazione attuate nelle varie regioni del territorio alpino e ai progetti concreti in diversi ambiti, che spaziano dall’economia circolare ai trasporti sostenibili, alla valorizzazione del patrimonio alimentare, alla messa di rete di best practices, alla cooperazione in ambito di ricerca sul permafrost o di rinaturazione fluviale, solo per citare alcuni esempi. La sostenibilità è inoltre uno dei requisiti richiesti per la realizzazione di nuovi progetti sul territorio ed è sempre interessante scoprire l’approccio delle varie regioni al tema e come la peculiarità territoriale influisca nel trovare soluzioni innovative. La loro condivisione è il valore aggiunto e l’essenza della collaborazione transfrontaliera all’interno della Comunità di lavoro alpina.
Nel suo programma, un tema chiave è quello della carenza e dell’utilizzo dell’acqua: come intende svilupparlo?
E’ sotto gli occhi di tutti che i cambiamenti climatici stanno avendo un influsso non indifferente anche alle nostre latitudini. Negli ultimi anni abbiamo riscontrato delle forti anomalie climatiche, caratterizzate da lunghi periodi di siccità, poca neve in montagna e conseguente carenza d’acqua non solo in pianura, ma anche sugli alpeggi.
Il Cantone Ticino ha quindi scelto il tema dell’acqua per la sua Presidenza dell’anno 2024, proprio per approfondire gli aspetti legati alla sostenibilità, all’approvvigionamento e all’uso oculato dell’acqua e sottolineandone anche gli aspetti legati al corretto smaltimento. In particolare, ci si prefigge di gettare uno sguardo critico sulla gestione delle risorse idriche e al loro utilizzo nelle zone d’estivazione utilizzate per scopi agricoli o agroforestali delle regioni Arge Alp. Il Cantone Ticino lancerà a breve questo nuovo progetto che tocca da vicino tutte le regioni della Comunità alpina e lo scopo è proprio di coinvolgere gli attori sul territorio e offrire loro la possibilità di scambiarsi idee e buone esperienze pratiche.
Fra le priorità di Arge Alp per il periodo 2021-2024 ci sono l’adattamento ai cambiamenti climatici e la gestione dei rischi naturali: è possibile una strategia comune delle regioni alpine?
Certo, tutte le regioni della Comunità alpina sono coscienti della sfida e la volontà comune, ribadita anche politicamente nella sottoscrizione delle risoluzioni tematiche, è proprio quella di “remare insieme nella stessa direzione”.
Articolo pubblicato nell’edizione di venerdì 29 dicembre 2023 de L’Adige (www.ladige.it)