Articolo pubblicato nell’edizione di martedì 16 gennaio de La Regione.
Nel 2017 la polizia ha multato 3.946 automobilisti sorpresi con il telefonino in mano durante la guida Renato Pizolli: «È scattata la fase repressiva» – Fabienne Bonzanigo: «Comportamenti imprudenti»
Sono 3.946 i conducenti multati nel 2017 dopo essere stati sorpresi alla guida con una mano al volante e l’altra al cellulare.
Un dato in crescita rispetto al 2016, quando i casi si erano fermati a quota 3.649 in tutto il cantone. Con questo incremento sono stati raggiunti i livelli del 2015, anno in cui le contravvenzioni – 3.965 – rappresentavano già la seconda causa di violazione del codice stradale. Allora si era optato per una campagna di sensibilizzazione rivolta agli automobilisti, per renderli attenti ai pericoli di questo comportamento. Avviata il 1. marzo 2016, nell’ambito del programma di prevenzione «Strade più sicure» del Dipartimento delle istituzioni, l’azione aveva fatto centro e invertito la tendenza: i casi erano diminuiti, facendo ben sperare i promotori. Ma poi le cattive abitudini hanno preso il sopravvento: «Dopo un primo miglioramento, le multe hanno registrato una nuova impennata, dimostrando che la campagna di sensibilizzazione aveva prodotto un effetto limitato e andava pertanto riproposta» spiega Fabienne Bonzanigo responsabile del progetto «Strade sicure». È da queste premesse che muove la nuova campagna di sensibilizzazione promossa dallo scorso ottobre in sinergia con la polizia cantonale e che, a partire da questo mese, è entrata nella seconda fase. Fino allo scorso dicembre, è stata condotta una campagna informativa utilizzando dei banner su alcuni siti web e promuovendo tre spot pubblicitari, indirizzati alle categorie di utenti della strada: gli automobilisti, i pedoni e i ciclisti. Ora è partita anche l’informazione diffusa in radio, completando la rassegna dei mezzi di comunicazione. «L’idea è quella di raggiungere tutte le fasce d’età e per questo agiamo attraverso i diversi mezzi di comunicazione fruibili» sottolinea la nostra interlocutrice, «perché non sembra essere un fenomeno circoscritto ai più giovani, come si poteva pensare inizialmente, ma è un comportamento generalizzato».
Un trend culturale e sociale dunque, che preoccupa la polizia cantonale così come le comunali le quali, su invito dei promotori, hanno aderito in corpore alla campagna. «Dopo una prima fase orientata esclusivamente alla prevenzione, con l’anno nuovo abbiamo dato inizio anche a una fase repressiva, compiendo una serie di controlli su tutto il territorio, durante i quali non viene solo distribuito il volantino per sensibilizzare il conducente colto in fallo, ma viene anche rilasciata la contravvenzione» sottolinea il portavoce della polizia cantonale Renato Pizolli. «È un atteggiamento piuttosto radicato e per questo va trattato anche con la repressione. Quando interviene una sanzione pecuniaria – prosegue Pizolli – il conducente toccato si mostra in seguito attento a non ripetere l’errore, modificando così i comportamenti scorretti alla guida». Bonzanigo tiene a evidenziare come «si tratti di educare i conducenti e gli altri utenti della strada ad un comportamento corretto quando si muovono nella circolazione stradale. L’azione può esser paragonata a quella che si dovette intraprendere in passato per istruire gli automobilisti ad allacciarsi le cinture, atteggiamento divenuto ora un automatismo per la gran parte dei conducenti. Anche in quel caso i ticinesi si mostravano incuranti dell’aspetto legato alla sicurezza, proprio come avviene oggi con la banalizzazione dell’uso del cellulare al volante. L’auto diventa sempre di più un ufficio mobile in cui, per non perdere tempo durante gli spostamenti, si risponde a e-mail e si chiama l’ufficio sottovalutando che guidando in tal modo non si ha più la padronanza del veicolo ma soprattutto si creano rischi per se stessi e per gli altri utenti della strada». Messaggi, selfie, e-mail e chi più ne ha più ne metta: «Si tratta di comportamenti imprudenti che, se svolti alla guida, risultano molto pericolosi per la propria e l’altrui incolumità» conclude Pizolli. «Nel 2016 sulle strade ticinesi si sono verificati 3.990 incidenti della circolazione, un quinto dei quali è stato causato da disattenzione al volante o alla guida di un altro mezzo di trasporto (come ad esempio in sella a una bicicletta)» come si legge nel comunicato della campagna di prevenzione «Distratti mai!».