Gobbi: eseguire i rimpatri forzati è un compito essenziale dell’autorità
Su un portale della Svizzera italiana un’avvocatessa “specialista della migrazione” ha ricordato come mercoledì scorso siano stati eseguiti alcuni rimpatri di stranieri dal Ticino verso l’Iraq. Tenuto conto del tenore dello scritto, che imputa all’autorità un atteggiamento contrario alla dignità umana, abbiamo voluto sentire il parere del Consigliere di Stato, Norman Gobbi. “Diciamo che la questione dei rimpatri forzati, perché di questo stiamo parlando, si presta a una doppia interpretazione. C’è chi ritiene che ci si stia accanendo contro la persona straniera “deportandola” e chi invece considera questi rimpatri l’espressione dell’autorità, che fa rispettare le leggi. Ed è questa seconda considerazione che corrisponde alla realtà. Non dimentichiamo che le persone che sono state appena rimpatriate avevano quasi tutte ricevuto risposta negativa alle loro domande d’asilo (sino all’ultimo stadio di ricorso) e pure condanne penali con la pena aggiuntiva dell’espulsione decretata dal Tribunale. Insomma: sono spesso persone che hanno tentato di chiedere l’asilo già tanti anni fa, ma che l’autorità federale competente ha loro negato la richiesta. Da qui l’obbligo di lasciare il nostro territorio”, afferma il Direttore del Dipartimento delle istituzioni, Norman Gobbi.
In parecchi casi, come lei ci ha detto, queste persone hanno anche subito condanne penali. “È proprio così. Un’aggravante che si aggiunge a un comportamento poco o del tutto non collaborativo durante le pratiche d’asilo. Uno Stato di diritto è chiamato a far rispettare le decisioni dei tribunali. Pensiamo poi che tra le persone rimpatriate figura anche uno straniero che più volte ha fatto parlare di sé sulla stampa in maniera molto negativa. L’autorità deve tener conto anche di chi è rimasto vittima di queste persone, poi condannate, e dei loro famigliari che giustamente chiedono che la condanna venga correttamente eseguita. Altrimenti che Giustizia avrebbe il nostro Paese? Due pesi e due misure, a favore degli stranieri? No, la Giustizia è uguale per tutti, nel senso che le pene e/o le decisioni amministrative vanno eseguite. Non vedo il motivo per cui uno straniero deve essere privilegiato. Ma ci sono “addetti ai lavori” che vogliono far vedere un mondo alla rovescia. Personalmente non ci sto: la nostra politica d’asilo deve essere credibile e le possibilità d’integrazione che diamo vanno indirizzate, come facciamo, a chi ha veramente bisogno di accoglienza e a chi si comporta bene sul nostro territorio, dimostrando una volontà e un interesse reale all’integrazione. La credibilità delle istituzioni agli occhi dei cittadini, che tutti dicono di difendere, dipende anche dalla capacità di far rispettare le decisioni delle autorità”, conclude il Consigliere di Stato, Norman Gobbi.
Articolo pubblicato nell’edizione di domenica 1 dicembre 2024 de Il Mattino della domenica