Carnevali: si torna all’antico. È un po’ questo il succo del discorso, dopo la decisione del Governo cantonale, maturata assieme agli organizzatori dei principali Carnevali ticinesi. “Sì, si può effettivamente dire così – afferma il Presidente del Consiglio di Stato Norman Gobbi. La situazione particolare che stiamo attraversando consiglia prudenza, attenzione e rispetto delle misure introdotte sia a livello federale sia a livello cantonale. Una responsabilità che è stata fatta propria dai responsabili dei principali carnevali ticinesi. Cosi in Ticino ci si limiterà – sempre che non intervengano fattori ancora più negativi – alla possibilità di organizzare le tradizionali risottate. Rispettando comunque sempre le regole della direttiva COVID e le misure introdotte dal settore GASTRO. Manteniamo qualcosa della nostra tradizione carnascialesca, aspettando tempi migliori, che tutti ci auguriamo arrivino almeno per il carnevale del 2022”.
Non si poteva fare di più? “Non abbiamo la sfera di cristallo per sapere quale sarà la situazione reale sul piano dei contagi da coronavirus nel mese di febbraio, sottolinea il Direttore del Dipartimento delle istituzioni. Ma sappiamo – vedendo un po’ ciò che sta avvenendo attorno a noi – che le condizioni possono cambiare anche rapidamente in senso peggiorativo. Quindi di fronte all’incertezza meglio scegliere la prudenza. Non rischiare, insomma, anche dal punto di vista economico. Imbarcarsi nell’organizzazione di eventi e manifestazioni in grande stile – come sono ormai divenuti diversi nostri carnevali, Rabadan in primis – con il pericolo poi di dover annullare tutto potrebbe davvero avere conseguenze negative sul piano economico”.
Ma la risottata in Piazza della Riforma, dove partecipano a volte anche 4mila persone, potrà ancora essere organizzata? “Sì. Visto però che la partecipazione facilmente potrebbe superare le 1’000 unità, ecco che questa risottata diventa una “grande manifestazione”, per la cui organizzazione occorre l’autorizzazione cantonale. Sotto la soglia dei mille partecipanti (o spettatori se parliamo di eventi sportivi e culturali) fissata dal Consiglio federale non occorre l’autorizzazione cantonale, ma chi organizza dovrà sempre avere un piano di protezione e discuterà direttamente con l’autorità comunale, competente in questi casi”, precisa Norman Gobbi.
“Vorrei sottolineare un aspetto molto positivo: la collaborazione costruttiva con i responsabili dei carnevali. E la stessa cosa sta avvenendo per esempio con i dirigenti dei tre club sportivi, FC Lugano, HCAP e HCL, che si stanno preparano al meglio per aumentare il numero di spettatori presenti alle partite dopo il 1. ottobre, con tutte le misure imposte da Berna e dalle rispettive Federazioni sportive nazionali. È una buona cosa, a garanzia di uno svolgimento in sicurezza per eventi che aggregano molti appassionati”, conclude il consigliere di Stato Norman Gobbi.
(Foto: www.rabadan.ch, Massimo Pedrazzini)