Presentato il laboratorio targhe del penitenziario cantonale. Gobbi: “Un’idea che contribuisce alla risocializzazione dei detenuti e serve anche all’amministrazione cantonale”.
CADRO – Il luogo è inconsueto per un conferenza stampa. Del carcere si parla e scrive molto, ma di solito lo si fa in relazione a notizie di carattere giudiziario. Quello che succede all’interno del penitenziario cantonale di solito non trova molto spazio nelle cronache. Questa volta il Dipartimento delle istituzioni ha deciso di far aprire i cancelli e le porte blindate della Stampa per far conoscere da vicino un progetto che per la Svizzera è una prima.
Probabilmente chi ha cambiato recentemente la targa della propria vettura, o ne ha richiesta una nuova, non sa che la maggior parte del lavoro di produzione è stato fatto proprio dai detenuti. Da inizio anno infatti, all’interno degli spazi del corpo intermedio tra il carcere giudiziario della Farera e quello penale della Stampa è stato realizzato il nuovo laboratorio per la stampa delle targhe. Laboratorio dove, sotto la guida di un capo arte, vengono impiegati 4 detenuti che stanno espiando la pena. “C’è comunque una grande rotazione. Chi lavora qua lo fa per qualche mese e poi cerchiamo di garantire una rotazione – spiega il direttore del penitenziario cantonale Fabrizio Comandini che aggiunge – Scegliamo i detenuti in base alle proprie capacità, alla durata della pena e al loro futuro inserimento. cerchiamo di riabituarlo al lavoro, con gli orari e la pressione che si possono trovare in qualsiasi posto al’esterno. Inoltre dobbiamo garantire la sicurezza di tutti, compresa quella dei detenuti”.
Nel laboratorio targhe vengono prodotti 250 pezzi al giorno per un totale di 200 giorni lavorativi. In totale sono circa 50’000 pezzi all’anno, dei quali 30’000 sono targhe nuove. Lo standard di qualità è ottimo confermano dalla Sezione della circolazione. Infatti il laboratorio della Stampa, oltre ad essere un progetto che si inserisce ne processo di risocializzazione del detenuto, deve comunque tenere conto, come qualsiasi attività produttiva, della qualità.
Soddisfatto il direttore del DI Norman Gobbi: “Questo è un progetto che siamo riusciti a concretizzare in base ad alcune linee direttive decise anni fa. Non è stato facile ma siamo riusciti a concretizzare una produzione che, senza fare concorrenza a nessuno, è utile per l’amministrazione cantonale”. Il lavoro quindi come strumento di rieducazione alla legalità, ha sottolineato Gobbi, e che allo stesso tempo permette al detenuto di mantenere un equilibrio psico fisico importante per chi guarda alla propria vita dopo il carcere.
E che l’idea, nata nel 2011, sia stata difficile da portare a termine lo ha detto anche il capo progetto Christian Cattaneo che ha illustrato il quadro di riferimento ne quale si inserisce il laboratorio targhe ovvero: produrre la totalità delle targhe nel Cantone, impiegare i detenuti, ridurre i costi del lavoro in carcere, garantire una qualità invariata rispetto al fornitore precedente (azienda friborghese che continua a fornire i semilavorati) e accorciare i tempi di fornitura. Quello che si fa alla Stampa riguarda la parte più complicata della produzione e cioè la stampa del numero che viene eseguita da una pressa idraulica. Il prodotto passa quindi dalla colorazione e infine all’imballaggio.
Per i macchinari il Canotne ha speso 70’000 franchi mentre per la sistemazione del laboratorio sono stati spesi 50’000 franchi. Spesa che verrà facilmente ammortizzata. Le entrate sono quantificate in 370’000 franchi di cifra d’affari, le uscite in 280’000 per un risparmio, rispetto a quanto speso fino allo scorso anno, di 90’000 franchi. Tolto l’investimento le autorità prevedono di ammortizzare entro i prossimo anno. In 5 anni il laboratorio delle targhe della Stampa permetterà all’amministrazione cantonale di risparmiare 325’000 franchi.
“Ricordiamo che in questo modo 800’000 franchi saranno spesi in Ticino mentre prima erano destinati fuori cantone” ha spiegato Cattaneo. E Gobbi dal canto suo ha ricordato: “Molti cantoni fanno produrre le targhe all’estero, soluzione alla quale naturalmente mi sarei oppposto”.
ItaCa
http://www.liberatv.ch/articolo/14222/carcere-e-lavoro-il-ticino-%C3%A8-il-primo-cantone-che-fa-produrre-le-targhe-ai-detenuti