Non piacciono le linee direttive sulle residenze secondarie. A nemmeno una settimana dal voto, i cantoni alpini hanno già contestato le prime linee direttive pubblicate giovedì da Berna per l’applicazione dell’iniziativa sulla limitazione delle residenze secondarie e ne chiedono il ritiro.
In un comunicato diffuso oggi, la conferenza intergovernativa che riunisce Grigioni, Ticino, Vallese, Uri, Glarona, Nidvaldo e Obvaldo critica in particolare la scelta di rendere effettiva la misura dall’11 marzo scorso e non dal 2013. I responsabili cantonali si dicono in tal senso “stupiti” che la ministra del territorio Doris Leuthard non abbia esaminato più approfonditamente la possibilità di concedere un periodo transitorio.
Ai governi dei cantoni alpini non piace in particolare il modo di procedere dell’Ufficio federale dello sviluppo territoriale (ARE) e del DATEC che “cercano di regolare delicate questioni d’applicazione con un semplice comunicato senza il coinvolgimento dei cantoni interessati e prima ancora che si riunisca il gruppo di lavoro appena istituto dalla consigliera federale Doris Leuthard”, precisa il comunicato. In questo modo temono che si possano pregiudicare i risultati dei lavori.