Il Consiglio di Stato ha preso atto con soddisfazione del tempestivo decreto di non luogo a procedere contro i Consiglieri di Stato Marco Borradori, Paolo Beltraminelli e Norman Gobbi emesso ieri dal Ministero pubblico, che rimanda così al mittente la denuncia per abuso di autorità sporta da un privato lo scorso 8 luglio e pervenuta tramite il Ministero pubblico della Confederazione il 13 luglio.
Preso atto dell’esaustiva risoluzione governativa nella quale è riconosciuta all’Italia la legittimità del ristorno dell’imposta secondo il principio pacta sunt servanda – che ha guidato la decisione del Consiglio di Stato – il Ministero pubblico rileva: “Sfugge a questo Magistrato dove stia nel caso concreto l’abuso di potere. Non risulta infatti che da parte dei Consiglieri di Stato sia stata commessa violenza, così come non si può parlare di coercizione. Parimenti non è dato sapere, sempre nel caso concreto, dove sia il fine (come la norma penale prevede) di procurare a sé o ad altri un indebito profitto o di recar danno altrui”.
E ancora: “Non è dato comprendere quali doveri d’ufficio siano stati violati, rispettivamente dove tali doveri asseritamente violati sarebbero previsti, con il che difetta il requisito di illiceità previsto dal reato di abuso di autorità. I denunciati, risolvendo per il pagamento immediato della metà dei ristorni e per un versamento provvisorio dell’altra metà su un conto vincolato, non hanno abusato dei poteri della loro carica (…). Nel comportamento dei denunciati non sono ravvisabili né dal profilo oggettivo, né da quello soggettivo elementi per ritenere dati i presupposti del reato ipotizzato”.
Infine, il Ministero pubblico rileva quanto espresso dai Consiglieri di Stato Borradori, Beltraminelli e Gobbi: si è trattato di una decisione politica di esclusiva competenza del Consiglio di Stato “che sfugge – conclude il decreto – per il principio della separazione dei poteri, alla valutazione delle Autorità giudiziarie”.