Da Corriere del Ticino l Il riequilibrio delle finanze cantonali entro il 2018 è l’obiettivo che il Consiglio di Stato si è dato all’inizio di questa legislatura. Un traguardo ambizioso. Per riuscire a raggiungerlo occorre una coraggiosa e chiara assunzione di responsabilità attorno al tema del risanamento finanziario. Il progetto di aggregazione dei 17 Comuni del Bellinzonese persegue – dal punto di vista cantonale e comunale – anche un miglioramento finanziario globale. Da un lato, grazie a un progetto aggregativo preparato accuratamente e analizzato nel dettaglio, forse come non mai nella storia dei progetti di fusione, le conseguenze finanziarie interne alla futura Città sono state identificate preventivamente, evitando così scossoni post-aggregativi. D’altro lato, una Città rafforzata nella sua struttura economico-finanziaria e ottimizzata nella gestione delle risorse renderà la futura Bellinzona più indipendente dagli aiuti intercomunali e cantonali.
Grazie a progetti come quello del Bellinzonese, i nostri Comuni potranno diventare più forti e competenti. Questo consentirà di avere un Ticino più forte, meglio strutturato e pronto ad affrontare le sfide di domani. Il Bellinzonese è la regione centrale del nostro cantone e il primo punto di contatto con la nuova dorsale alpina che avvicinerà il Ticino a Zurigo. Bellinzonese che, in queste settimane, è sotto i riflettori per l’appuntamento del 18 ottobre, data in cui i cittadini dei 17 Comuni coinvolti nell’aggregazione saranno chiamati alle urne per esprimere il loro parere su questo grande progetto. Negli ultimi tempi molti bellinzonesi mi hanno domandato cosa ne penso di questa aggregazione. Cosa voterei se fossi in loro. Per il sottoscritto è chiaro: direi un sì convinto all’aggregazione. Sì all’aggregazione perché solo con l’unione di tutti i Comuni si avrà la forza per guardare al futuro con ottimismo.
Perché questa aggregazione non farà bene solo al Bellinzonese, ma a tutto il Ticino. Si tratta di una scelta coraggiosa, non posso negarlo. La nascita della nuova Bellinzona porterà benefici anche al resto del Ticino. Attualmente si tratta di una delle regioni economicamente più fragili di tutto il nostro cantone. Un Comune più grande, più solido, più strutturato potrà contribuire in modo determinante al riequilibrio delle finanze ticinesi. L’ho spiegato a tanti amici bellinzonesi quando mi hanno detto sconcertati «l’aggregazione ci svuoterà le tasche. Saremo noi cittadini a farne le spese». Il moltiplicatore, diciamolo, non è uno dei fattori attrattivi. Non è nemmeno l’elemento trainante di questa aggregazione, come è stato per altri casi passati. Qui in gioco c’è molto di più. C’è il nostro domani. Il futuro del Ticino e dei ticinesi. La nuova Bellinzona, forte dell’unione, potrà investire, svilupparsi e crescere e diventare il Comune che non deve più dipendere dai contributi cantonali per stare in piedi. Potrà farlo con le proprie gambe. Il termine tecnico che viene utilizzato è «contributo di livellamento»: si tratta dell’importo che i grandi centri, forti e indipendenti, versano a favore di quelli più fragili. In questo momento i grandi centri sottocenerini sono in difficoltà. Non possono più contare sulle risorse di cui disponevano in passato, e questo incide anche sulle finanze cantonali. Grazie alla forza della nuova Bellinzona, il Ticino di domani potrà contare sul supporto di questo importante agglomerato sopracenerino, che farà da leva per il cambio di tendenza.
Dobbiamo cambiare le sorti del nostro cantone. Si tratta di prendere una decisione coraggiosa. Sono convinto che i cittadini toccati dall’aggregazione lo sanno. E diranno con convinzione sì all’aggregazione. Al Comune di domani. Perché con il loro voto getteranno le basi per costruire insieme il futuro, non solo di un grande centro, ma di un intero cantone.
Norman Gobbi, Presidente del Consiglio di Stato e Direttore DIa