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Il TF ha nuovamente dato torto a due cittadine italiane cui erano stati negati dei permessi B
Ricordate la lunga e intricata vicenda giudiziaria di due cittadine italiane di 50 e 34 anni, madre e figlia, che negli scorsi mesi avevano hanno chiesto la ricusa del direttore del Dipartimento delle istituzioni Norman Gobbi, del Consiglio di Stato, del Tribunale amministrativo cantonale (TRAM) e del giudice del Tribunale federale (TF) Hans Georg Seiler dopo la decisione, confermata in ultima istanza, di revocare i loro rispettivi permessi di dimora e di non concederne degli altri?
Ebbene, negli scorsi giorni i supremi giudici losannesi si sono nuovamente chinati sulla questione. Più precisamente su un’istanza di revisione delle sentenze del TF del 25 febbraio 2019 fondate sulla mancata ricusazione del Giudice federale Seiler. Le ricorrenti domandano che, pronunciata la sua ricusa e designato un Giudice istruttore in sua sostituzione, siano annullate e revisionate le ultime due sentenze con cui erano loro stati negati i permessi di dimora richiesti.
Anche in questo caso, però, la Corte federale ha dato loro torto respingendone in toto le argomentazioni. “Come già spiegato alle istanti, l’inoltro di un’istanza di revisione non consente di ridiscutere liberamente la sentenza di cui è chiesta la revisione rispettivamente di rimetterne in discussione la valutazione giuridica – si legge nella sentenza dello scorso 21 marzo – Va poi osservato che, contrariamente a quanto esse ritengono, dalla partecipazione del Giudice federale Seiler a decisioni terminate con un esito a loro sfavorevole non può essere dedotta alcuna prevenzione” in quanto “le loro impressioni (sono) puramente soggettive”.
Il TF ha quindi ritenuto inammissibile la domanda di ricusa e infondata quella di revisione e si riserva il diritto di archiviare senza risposta nuovi scritti concernenti le sentenze del 25 febbraio scorso. Le ricorrenti dovranno nuovamente pagare 800 franchi di spese giudiziarie.