L’ultimo caso notevole, in ordine di tempo, riguarda BancaStato. Meglio: i malcapitati correntisti che, ingannati da pagine-trappola create appositamente dagli hacker, hanno regalato ai malintenzionati i propri codici di accesso. Scoperto il trucco, a metà ottobre, la banca è subito intervenuta. Ma il danno ammonterebbe ad alcuni milioni di franchi.
È la prova di come la minaccia digitale è dietro l’angolo, e pronta a colpire anche nel piccolo Ticino. La «rapina» digitale alla banca cantonale inciderà non poco sulla statistica di polizia di quest’anno: nel 2022 la sezione informatica della Polizia cantonale aveva condotto 31 inchieste, la modalità di truffa più diffusa – la violazione di email aziendali – aveva fruttato un bottino di 1.2 milioni di franchi.
Scenario in evoluzione
Come si contrasta, dunque, la minaccia? Gli strumenti si evolvono continuamente e lo stesso vale per le strategie criminali, sottolinea Hildebrant. Per questo motivo, come emerso nel corso del simposio, «la soluzione non può essere riposta unicamente nell’acquisto di tecnologia, ma nell’inserimento di essa sinergicamente in un complesso sistemico fatto di persone, tecnologie e processi che olisticamente provvedono alla difesa continuativa dell’azienda e dei suoi asset».
Lugano guarda avanti
L’anello debole in tutto questo rischia di essere proprio il fattore umano. Di qui l’importanza della formazione del personale, per le aziende, e di un monitoraggio continuativo. In quest’ottica, sottolinea il presidente della Franklin, «le collaborazioni tra pubblico e privato sono e saranno sempre più importanti» in particolare coinvolgendo i centri di ricerca.
Ai lavori nel campus di Sorengo erano invitati inoltre il sindaco di Lugano Michele Foletti, il consigliere di Stato Norman Gobbi, esperti di cyber-sicurezza provenienti da aziende presenti sul territorio come il Casinò di Lugano, In the Cyber Group, Volocon, AdFulcon eTether (coorganizzatore del Plan B di Lugano) ma anche dalla SUPSI e dalla Polizia cantonale di Ginevra. L’obiettivo era «raccogliere un’ampia gamma di prospettive attuali e raccomandazioni» in un contesto, quello luganese, in rapida crescita. Se Lugano punta ad accrescere il proprio ruolo di città- polo, sottolinea Hildebrant, deve puntare «sull’acquisizione di progetti di ricerca innovativi e sulla collaborazione pubblico-privato». Solo così gli investimenti aumenteranno e, auspica Hildebrant, con il tempo anche i risultati.
Articolo pubblicato nell’edizione di domenica 3 dicembre 2023 de La Domenica