Articolo pubblicato nell’edizione di sabato 21 aprile 2018 del Corriere dei Ticino.
Il progetto «Via libera» è pronto per la partenza – In futuro si potrà intervenire celermente se il traffico va in tilt Cocchi: «Una prima nazionale» – Il 2017 della polizia tra controlli radar, prostitute e lotta agli abusi sui minori
Code, ingorghi e attese esasperanti. È la realtà quotidiana di molti automobilisti che percorrono le strade cantonali e l’A2. Arterie prossime al collasso di fronte alle quali il Dipartimento delle istituzioni in collaborazione con l’Ufficio federale delle strade (Ustra) è pronto a mettere in campo il progetto «Via libera». Una misura che mira a ridurre i rischi di paralisi sulle strade. Come? A partire dalle prossime settimane e per la durata di tre anni, due pattuglie della polizia cantonale saranno attive sul tratto autostradale tra Mendrisio e il dosso di Taverne (la mattina in direzione nord e la sera verso sud). Questo «al fine di garantire un’elevata prontezza di intervento e di risoluzione degli eventi nel minor tempo possibile, soprattutto nelle fasce orarie più critiche», ci spiega il comandante della polizia cantonale Matteo Cocchi. Un provvedimento che «è una prima a livello svizzero» ma che, riconosce Cocchi, «non sarà la soluzione al problema del traffico. “Via libera’’ rappresenta però un cerotto che permetterà di intervenire più celermente sul luogo dell’incidente». Ma non solo. Assieme alla fase test partirà anche una campagna di sensibilizzazione rivolta agli automobilisti «poiché ci siamo resi conto a più riprese che chi utilizza l’autostrada non sa come comportarsi in caso di emergenza, ad esempio creando un corridoio centrale per agevolare l’intervento dei mezzi di soccorso», aggiunge Cocchi. E sempre nell’ottica di migliorare la viabilità, un’altra misura sulla quale si sta riflettendo con l’USTRA concerne il divieto di sorpasso generalizzato per i mezzi pesanti lungo i tratti a due corsie, come già avviene in gran parte della Svizzera. «È una misura che potrebbe rivelarsi utile – evidenzia il comandante della polizia cantonale – ma una simile decisione non è di competenza della polizia cantonale. Da parte mia posso solo dire che non sarà comunque la panacea a tutti i mali».
Quel piede un po’ troppo pesante
E in attesa che il progetto pilota ingrani la marcia, ieri la polizia cantonale ha pubblicato il bilancio dell’attività 2017, contraddistinta anche dai controlli mobili della velocità. Dati alla mano, nel corso dell’anno sono stati 334 gli appostamenti effettuati dagli agenti, la maggior parte (233) all’interno delle zone abitate (vedi grafico). Verifiche queste in calo rispetto alle 419 registrate nel 2016 e più che dimezzate se confrontate con i 669 controlli del 2015. Una sorta di «operazione simpatia»?, abbiamo chiesto al nostro interlocutore. «Direi piuttosto che grazie ad una maggiore collaborazione con i corpi delle Comunali siamo riusciti a coordinare meglio i controlli che, se sono diminuiti di quantità, sono cresciuti di efficienza in termini di prevenzione». Un lavoro gomito a gomito che ha permesso di «evitare i doppioni». Per dirlo con le cifre, i controlli hanno interessato 271.876 veicoli, il 6,7% dei quali pizzicati a una velocità superiore al consentito, contro il 10% di media degli anni precedenti. Un eccessivo colpo di gas che, in 630 casi, si è tradotto in un ritiro della patente. Ma quanto ha influito la segnalazione dei radar mobili, introdotta su volontà del Parlamento? «Difficile da dire senza statistiche – continua Cocchi – sicuramente qualche effetto l’ha avuto. Ma in generale direi che a incidere è l’insieme delle misure messe in campo». Detto dei dispositivi mobili, i radar fissi hanno invece «controllato 13,5 milioni di veicoli – si evince dal rapporto – di cui lo 0,97% in infrazione». In questo caso sono state 2.389 le licenze revocate. E se i controlli per la velocità rallentano, a impennare sono invece i test sul tasso alcolico. In tal senso, «l’introduzione dell’etilometro probatorio ha permesso di pressoché raddoppiare il numero di conducenti controllati per abuso di alcool – rileva la polizia – dai 5.368 controlli del 2016 si è infatti saliti a quota 9.736 nel 2017». Di questi, 910 sono risultati fuorilegge.
Di bambini e orchi
Detto dei controlli sulle strade, c’è poi un altro settore che non manca di attirare l’attenzione nel rapporto della polizia. Quello degli abusi su minori. Se in generale le infrazioni contro l’integrità sessuale sono diminuite passando da 210 a 178, a conoscere un trend opposto sono state le indagini per maltrattamenti nei confronti dei minori, salite da 24 a 41 nel 2017. Cifre al rialzo anche per quanto concerne le inchieste per atti sessuali con fanciulli, passate da 46 a 54, come pure le segnalazioni per comportamenti sospetti nei confronti dei più piccoli. Se nel 2016 erano state 24, l’anno scorso le segnalazioni sono balzate a quota 41 mentre in generale, gli arresti legati a reati sessuali sono stati 28, dieci in più del 2016. «L’aumento della violenza, non solo in casa ma anche allo stadio o all’esterno delle discoteche, è un tema che preoccupa – conclude Cocchi – in generale però posso dire che le modifiche al Codice penale hanno permesso interventi più celeri alla polizia. Allo stesso tempo direi che grazie al lavoro di prevenzione, c’è una maggior predisposizione a denunciare questi casi».