Polizia, Gobbi presenta il 2013: “La sicurezza non è un tema, è un problema. Settimana prossima si decide sull’aumento di effettivi”
Questa mattina in conferenza stampa il ministro leghista, insieme al comandante Matteo Cocchi e al responsabile nucleo statistica Paolo Bernasconi, ha presentato il bilancio dello scorso anno. Reati leggermente in calo, ma non tutti.
BELLINZONA – “La percezione della sicurezza va letta attraverso due criteri: la soggettività e l’oggettività. Entrambe sono importanti e vanno considerate parimenti.” È questa la prima considerazione ‘politica’ che fa il Consigliere di Stato Norman Gobbi in merito alla situazione sicurezza in Ticino. Se infatti da una parte i dati statistici e oggettivi permettono di individuare le emergenze e di organizzare meglio le attività e le priorità, secondo il ministro leghista è altrettanto importante dar seguito alla percezione dei cittadini, che non vivono la sicurezza attraverso le cifre, bensì nel vissuto quotidiano.
Questa mattina a in conferenza stampa a Bellinzona Norman Gobbi, affiancato dal comandante Matteo Cocchi e al responsabile nucleo statistica e controlling Paolo Bernasconi, ha presentato un bilancio delle attività del 2013 e le nuove sfide che attendono la Polizia cantonale per il futuro.
Gobbi si è poi soffermato sull’importanza di una comunicazione efficiente e chiara da parte della Polizia verso i cittadini. “A partire dalle prossime settimane forniremo anche un servizio in ‘pillole’ per spiegare meglio le attività e le problematiche con le quali siamo confrontati” ha comunicato il ministro.
In seguito il direttore delle Istituzioni ha rilanciato il problema degli effettivi, sottolineando come “l’aumento dei reati e del degrado sociale abbia richiesto negli ultimi anni un incremento degli interventi quantificabile in un 20%, a fronte di un organico invariato”. Sul tema Gobbi ha spiegato che “settimana prossima il Consiglio di Stato si esprimerà, mi auguro favorevolmente, sull’aumento degli effettivi”. Nel progetto, ha spiegato il ministro, sono previsti 50 agenti in più entro il 2017 per la Polizia cantonale, e un’altra cinquantina che andranno ad occupare la nuova centrale del traffico pesante prevista a Giornico, e saranno quindi a carico della Confederazione.
“Non stiamo mettendo in atto inutili piagnistei e la situazione lo conferma, ora però anche il Governo deve fare la sua parte rispondendo alle cresciute esigenze di sicurezza sul territorio”.
In questo senso il Consigliere di Stato ha anche aggiunto che “in passato il dipartimento è stato abbandonato a sé stesso, e anche a livello logistico e informatico (vedi sotto) non si è praticamente più fatto nulla”.
Sempre riferendosi alla politica Gobbi si è espresso sulla mozione pendente riguardante la “Polizia unica”, un orientamento che piace al capo del dipartimento, suffragato anche dal comandante Cocchi che ha affermato la volontà di muoversi innanzitutto tornando a delle polizie regionali, e che “permetterebbe di mettere un po’ d’ordine nelle polizie comunali, dove troppo spesso si assiste a delle resistenze per l’aumento degli organici da parte delle autorità comunali preoccupate dai costi, che invece dovrebbero venire visti come investimenti.”
Gobbi ha voluto dare rilievo ancora una volta al fenomeno del “pendolarismo del crimine” che affligge il Ticino, ma anche le regioni romande, e che va affrontato con tutti i mezzi a disposizione, anche se non è pensabile attualmente un pattugliamento totale dei valichi. Su questo tema Il ministro ha rilevato positivamente anche l’incremento nel comasco del pattugliamento del territorio e delle zone di confine, che conferma che “il problema è sentito anche altre confine”.
Infine il ministro, riallacciandosi al frontalierato del crimine e rilevandone l’importante incidenza su determinati reati, ha individuato tre priorità urgenti sulle quali la Polizia cantonale si concentrerà nel futuro prossimo: la lotta alle rapine e ai furti, che generano nella popolazione il maggior sentimento di insicurezza, la lotta agli artisti di strada, “che quasi sempre sono nelle mani di organizzazioni criminali”, e la lotta ai reati finanziari e contro il patrimonio (come le truffe dei falsi nipoti).
Le cifre
Ma veniamo alle cifre. A prendere la parola per primo è stato il comandante Cocchi che, introducendo le statistiche, ha tenuto a sottolineare la particolarità geografica del nostro territorio, “incastrato nel principale asse nord sud europeo e a ridosso di una regione in crisi dove vivono 6 milioni di persone”, condizione che fa aumentare “le occasioni propizie” e il turismo del crimine. In generale il comandante ha spiegato che “i livelli di criminalità nel 2013, nonostante la percezione nell’opinione pubblica sia opposta, sono in media con il passato, anche se si riscontrano dei leggeri aumenti per quel che riguarda i reati penali (+1,1%), quelli contro la vita e l’integrità della persona (reati violenti, +8,6%) e quelli contro i patrimonio, soprattutto furti (+2,4%), in controtendenza a quanto avviene nel resto della Svizzera dove anche questi reati sono in diminuzione. “Complessivamente il numero di reati è diminuito però di circa il 3% nell’ultimo anno”, ha aggiunto Cocchi.
“Abbiamo aumentato la fondamentale presenza sul territorio, infatti i posti di controllo nel 2013 sono aumentati, con circa 6’000 interventi di questo tipo. Quando abbiamo avuto la possibilità di svolgere maggiori controlli abbiamo riscontrato delle temporanee diminuzioni dei reati, il che conferma la necessità di una maggiore presenza sul territorio” ha puntualizzato sempre il comandante, che ha aggiunto che “purtroppo il carico amministrativo è sempre maggiore e con gli effettivi attuali non è possibile arrivare a controllare sempre e tutto, da qui la necessità dell’aumento degli stessi.”
Il testimone è passato poi a Paolo Bernasconi, responsabile nucleo statistica e controlling, che ha snocciolato diverse cifre. Vediamo le principali.
Reati penali
“L’aumento dell’1,1% dei reati – ha spiegato Bernasconi – va in realtà letto in corrispondenza con l’aumento demografico pari all’1,4%: al netto della crescita di popolazione risulta quindi una diminuzione dello 0,3%”. Per quanto riguarda la distribuzione e l’incidenza dei reati penali Bernasconi ha spiegato che è stato in particolare il Mendrisiotto a conoscere un peggioramento della situazione, riportando ora livelli in linea con le altre aree urbane del Cantone, mentre prima si avvicinava maggiormente a quelli delle zone periferiche. Se per le altre aree urbane la situazione risulta stabile, è proprio nelle zone più discoste (Tre Valli e Valle Maggia) che c’è stato l’aumento maggiore dei reati penali. “Questo dato ci spinge a considerare come obiettivo primario una maggiore presenza nelle aree periferiche” ha affermato Bernasconi. In Svizzera i reati penali sono in diminuzione del 6%.
Reati relativi alla legge sugli stupefacenti e a quella sugli stranieri
Per quanto riguarda le droghe, nonostante la diminuzione dell’11,8%, non si segnalano particolari variazioni strutturali riguardanti la tipologia dei crimini , di chi li commette e del tipo di sostanze. Per quanto riguarda invece le infrazioni alla legge sugli stranieri si registra un calo di quasi un terzo (-32,7%), dopo l’impennata del 2012. “Questo drastico calo è dovuto soprattutto alla nuova legge in materia di asilo, più severa e che ha riportato i tassi sui livelli del 2011”. La media svizzera è in controtendenza rispetto al Ticino e fa segnare un +14% per gli stranieri e un +5% per gli stupefacenti.
Reati violenti
Scendendo nel dettaglio dei reati penali si rileva in particolare una crescita di quelli contro la vita e l’integrità delle persone, che aumento dell’8,6%. “Questa crescita è dovuta principalmente al maggior numero di infrazioni, ma non di interventi che rimangono stabili, rilevati in casi di violenza domestica”. In Svizzera invece la tendenza per questi reati parla per il 2013 di una diminuzione pari al 2%.
Furti
È il tema forse più sentito a sud delle Alpi, e non ha torto come confermano le cifre che, seppur in misura minima, non sorprendono nessuno: i furti con scasso sono aumentati dello 2,2% e i reati contro il patrimonio dello 0,2%. “Da rilevare – spiega Bernasconi – che se si restringe la casistica alle sole abitazioni la percentuale sale al 3,4%. Va però anche segnalato che ben il 36,7% di questa cifra si conclude con il ‘solo’ tentativo di scasso, una cifra in aumento e che conferma la bontà delle misure adottate dalle autorità e dai cittadini.” Per quanto riguarda i furti la tendenza a medio termine conferma, secondo la Polizia, la ciclicità del fenomeno: “Dopo una lenta diminuzione che si è arrestata nel 2009, negli ultimi tre anni si è assistito a una nuova crescita, che ci ha riportato sui livelli del 2004, niente dunque di estremamente allarmante.” La tendenza Svizzera è comunue opposta e ha conosciuto lo scorso anno una riduzione del 7% sia per i furti che per il patrimonio.
Novità 2014
Il comandante Cocchi ha in seguito parlato del futuro della Polizia cantonale e ha illustrato le principali novità per il nuovo anno, ad iniziare dai nuovi accordi o con Berna o dalla ratifica di vecchi, alcuni in fase di sottoscrizione e altri che verranno, che permetteranno alla Polizia di risparmiare “scaricando” alcuni costi sulla Confederazione, in particolare in riferimento alla sorveglianza delle personalità e alla sicurezza del Tribunale federale. “Questi risparmi potranno servire, oltre a dare respiro alle finanze cantonali in difficoltà, a concentrare maggiormente i nostri sforzi laddove è più necessario” ha commentato il comandante.
Altre novità riguardano la logistica e in particolare la nuova centrale cantonale d’allarme, che sorgerà adiacente alla nuova sede della cantonale a Bellinzona, la nuova sede del Reparto traffico, che dal primo aprile prenderà posto a Camorino, e il nuovo Centro d’intervento a Mendrisio.
Ulteriori innovazioni sono previste nell’informatica: sono infatti previste le implementazioni di due nuovi software organizzativi, uno andrà a favore delle dogane, che dovrebbero sgravare il carico amministrativo e garantire maggiore operatività sul territorio agli agenti. “Su questi aspetti siamo in ritardo di 10 anni rispetto al resto della Svizzera, ora per fortuna si cerca di rimediare e ci auguriamo in questo modo di alleggerire il carico amministrativo e di migliorare la nostra organizzazione interna” ha concluso il comandante Cocchi.
dielle
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Foto: Ti Press/Gabriele Putzu