Le tre storiche Milizie napoleoniche bleniesi hanno sfilato nella capitale in occasione del bicentenario.
Per un traguardo storico bisognava organizzare qualcosa all’altezza. Detto, fatto. Le Milizie napoleoniche bleniesi hanno sfilato ieri mattina per la prima volta assieme. Lo hanno fatto a Bellinzona, in occasione del bicentenario. Non una semplice marcia. No, qualcosa di più significativo. Il punto di partenza scelto ha evocato la posizione geografica delle tre formazioni: quella di Aquila ha preso avvio dal Viale Stazione, il corpo di Ponto Valentino da Viale Guisan ed infine i leontichesi da Piazza Governo. Si sono ritrovate in Piazza Collegiata, abbracciate dal folto pubblico caratterizzato da parenti, amici, semplici cittadini, autorità e numerosi curiosi. È seguita la messa celebrata da don Pierangelo Regazzi e la commemorazione al monumento dei caduti alla presenza del municipale della Turrita Simone Gianini.
“Oltre ad ogni lontana altura, ci aspetta ancora la fortuna”, sono le ultime due frasi del Canto della Beresina scritto il 28 novembre 1812 sulle rive del fiume russo dal tenente glaronese Thomas Legler. A seguito dell’omonima battaglia nacque la Milizia, grazie al voto di uno o più cittadini bleniesi che parteciparono alla campagna napoleonica. Promisero infatti ai santi dei rispettivi villaggi che, se fossero sopravvissuti, al loro rientro nella Valle del Sole avrebbero istituito una formazione e sfilato in uniforme alle feste patronali. Il mito si tramanda da 200 anni, traguardo degnamente sottolineato a partire dallo scorso aprile.
Un denso cartellone di manifestazioni che nel fine settimana bellinzonese ha raggiunto il suo momento clou. Dapprima, sabato, con delle conferenze storiche, la presentazione del libro Milizie bleniesi tra storia e memoria curato da Davide Adamoli e Damiano Robbiani e il discorso del direttore del Dipartimento delle Istituzioni Norman Gobbi ; e poi, come detto, con la trionfale sfilata nel cuore della capitale.
Nel suo discorso il consigliere di Stato ha sottolineato l’importanza di tramandare la tradizione. Lo scambio tra generazioni « evita di far vivere un evanescente presente e permette di rinnovare nel tempo l’identità e l’unità della comunità locale ». Secondo Norman Gobbi la storia delle Milizie (inserite di recente nella lista delle tradizioni viventi in Svizzera) è in parte pure quella del Cantone Ticino, fatta di libertà e indipendenza ma pure di riconoscenza morale verso Napoleone Bonaparte; un obbligo che fu adempiuto fornendo all’esercito francese dei soldati per le campagne militari. I festeggiamenti si concluderanno il 28 novembre con la cerimonia ufficiale e l’incontro con la popolazione.
Alan Del Don, LaRegione Ticino