La conferenza nazionale sull’asilo tenutasi lo scorso lunedì 21 gennaio a Berna alla presenza dei rappresentanti dei Dipartimenti delle istituzioni e di quelli della sanità e della socialità di tutti i Cantoni, dei rappresentanti delle Città e dei Comuni nonché della Consigliera federale Simonetta Sommaruga e dei funzionari del Dipartimento federale di giustizia e polizia, ha confermato due cose: i richiedenti l’asilo problematici sono presenti in tutti i Cantoni e il dossier asilo va affrontato in maniera pragmatica. Previste in futuro procedure più veloci, in cui vengono evase le domande ed esaurite le vie di ricorso in 120 giorni circa. Oggi le procedure, fino al giudizio definitivo, possono durare sino a 720 giorni!
I Consiglieri di Stato, di destra e persino di sinistra, hanno ribadito l’obiettivo di rendere le procedure d’asilo più celeri ottimizzandone i processi, onde rendere meno attraente il nostro Paese. Infatti, col regime attuale, un richiedente l’asilo che per la prima volta depone una domanda d’asilo in Svizzera potrebbe rimanere sino a due anni sul nostro territorio, e ciò nonostante il rifiuto della sua domanda. Questo a seguito delle lunghe procedure e dei tempi imposti dai rimedi di diritto che non fanno altro che prolungare una presenza non giustificata, col rischio evidente che i legami con connazionali, ma non solo, aumentino e che quindi la loro espulsione diventi più difficile; caso che si aggrava se coinvolti vi sono anche minorenni in età scolare.
Nuovi centri su più Cantoni
In maniera pragmatica, la Confederazione e i Cantoni intendono ridurre i tempi nel rispetto dei principi dello Stato di diritto, con procedure più intense, che permettano di evadere le domande d’asilo e gli eventuali ricorsi nel giro di alcuni mesi. Insomma, dopo le recenti modifiche della Legge federale sull’asilo, sulle quali saremo chiamati a votare prossimamente, ci attende una nuova e più profonda riorganizzazione del settore che vedrà in parte rivoluzionato e certamente rafforzato il sistema di gestione dell’asilo in Svizzera.
Per raggiungere questi obiettivi, si intendono creare nuovi centri federali, a supporto degli attuali centri di registrazione e procedura d’asilo, tra cui quello di Chiasso. Questi centri di procedura, di soggiorno e di partenza dovrebbero sorgere in cinque regioni procedurali e quindi non più in Cantoni specifici, in modo che il carico non venga posto su di un solo Cantone. Idealmente per il Ticino possiamo immaginare che a supporto di Chiasso vengano coinvolti i Cantoni della Svizzera centrale, in quanto vicini e sulla linea del Gottardo.
Asilo e sicurezza
Tra i vari centri, la Confederazione prevede pure quelli per i richiedenti l’asilo recalcitranti o problematici, ossia quelli che compiono reati la cui entità non giustifica una condanna ad una pena detentiva, ma che comunque mettono in pericolo la sicurezza e l’ordine pubblico. La necessità di aprire tali centri, dopo che il Ticino ha funto lo scorso anno da apripista, è stata confermata da parte di tutti i Cantoni, che ritengono l’aspetto della sicurezza decisivo nel poter continuare a parlare di diritto d’asilo. Spesso definiti una minoranza dei richiedenti – ma pur sempre il 10% dei richiedenti in Ticino, stando al numero di autori di reato identificati nel 2012 – devono essere allontanati dagli altri richiedenti, onde evitare che questi ultimi non vengano più accettati in nessun luogo.
Nel nostro Cantone, dopo aver lanciato la proposta lo scorso anno, stiamo lavorando a delle soluzioni urgenti e provvisorie per aprire un centro per richiedenti problematici. Una struttura capace di rispondere anche alle necessità delle incarcerazioni amministrative, in modo da ottimizzare il tutto in vista delle espulsioni, dei rinvii e dei rimpatri. Questa sarà una risposta che il Dipartimento da me diretto, grazie al supporto di collaboratori e dirigenti delle Istituzioni, darà alla popolazione ticinese. La sicurezza è un nostro valore e vogliamo rafforzarla per il bene dei Ticinesi.
Norman Gobbi