Condivisi gli obiettivi della Confederazione, ma non il sistema di calcolo del finanziamento. Parziale consenso alla nuova procedura di aiuto al ritorno in patria dei richiedenti l’asilo e alle pratiche per l’allontanamento e espulsione degli stranieri; no invece al nuovo metodo di calcolo per i sussidi forfetari. Queste, in sintesi, le osservazioni del Governo sulle modifiche proposte da Berna delle varie ordinanze in tema di asilo, inviate ieri in una lettera all’Ufficio federale della migrazione. «Abbiamo voluto prendere posizione e portare l’attenzione soprattutto sulla questione legata al finanziamento perché per il Ticino la presa a carico dei richiedenti l’asilo ha un costo molto oneroso» spiega Norman Gobbi , direttore del Dipartimento delle Istituzioni. «Non abbiamo centri preposti, dobbiamo alloggiare queste persone in pensioni e ciò ci penalizza. I sussidi forfetari proposti dalla Confederazione, nel nostro caso, sono deficitari e non coprono le spese effettive». In fondo, spiega Gobbi, la presa a carico dei richiedenti l’asilo è un compito della Confederazione che viene delegato ai Cantoni, quindi Berna dovrebbe provvedere a un finanziamento adeguato che tenga conto della situazione reale dei costi. La decisione di aumentare le risorse per favorire i rientri volontari trova l’appoggio del Governo che sta monitorando, in tal senso, l’esperienza del Canton Ginevra; così come la nuova modalità di distribuzione della quota del 20% (non più in base al tasso di occupazione ma al numero effettivo di persone) destinata all’integrazione lavorativa dei rifugiati e delle persone ammesse in modo provvisorio. In materia di allontanamento ed espulsione , così come in caso di posti di detenzione, il Consiglio di Stato condivide gli obiettivi ma non l’ammontare degli indennizzi.
«La proposta di Berna di portare a 300 franchi la somma forfetaria per le spese aeroportuali è nel nostro interesse perché andremmo a coprire in parte le nostre spese, in particolar modo per quanto riguarda i voli Agno-Roma, ma non è abbastanza. Chiediamo un allineamento dei sussidi ai costi effettivi presi a carico dalle finanze cantonali, quindi un aumento di tale sussidio a 350 franchi. La somma andrebbe a coprire il 90% del costo reale, perché va tenuto conto che le nostre cifre sono al ribasso».
Netoska Rizzi, Corriere del Ticino, 04.07.2012