Ancora un’allerta meteo: come va interpretata?

Ancora un’allerta meteo: come va interpretata?

Lo abbiamo chiesto a Norman Gobbi, direttore del Dipartimento delle istituzioni a margine della sua visita nell’Alta Vallemaggia. 
«Siamo in un Paese libero. Non si evacua con la forza». Parole pronunciate nella giornata di ieri, giovedì, da Norman Gobbi, direttore del Dipartimento del territorio. Il contesto era quello della situazione delicata che sta vivendo l’Alta Vallemaggia dopo la catastrofe di fine giugno. Sullo sfondo l’allerta meteo di grado 4 diramata per oggi, venerdì, da Meteo Svizzera.

Ancora un allarme da parte di Meteo Svizzera. Come vanno interpretate queste allerte da parte dei cittadini?
«Le autorità sono costantemente confrontate con Meteo Svizzera nell’ambito della gestione delle situazioni di pericolo. Le allerte servono a informare preventivamente la popolazione. Alcuni allarmi arrivano poche ore prima dell’evento meteorologico. Ognuno di noi poi deve pensare alla propria sicurezza. Ed è un elemento fondamentale in un Paese come il nostro».

Responsabilità individuale al primo posto dunque?
«Sì. Ognuno di noi ad esempio dovrebbe garantirsi un minimo di scorte a casa. Di acqua, di alimentari, delle pile per fare funzionare gli apparecchi elettrici. Proprio nell’ottica di fare parte di un sistema resistente. La Svizzera resiste se ogni cittadino e se ogni nucleo famigliare sono resistenti ai rispettivi livelli».

Il termine allerta però sta diventando un po’ inflazionato. Non teme un effetto contrario?
«Un po’ come nella favola del ragazzo che gridava “al lupo, al lupo”? La preoccupazione può essere anche questa. Purtroppo ci rendiamo conto che il Ticino è confrontato regolarmente con eventi meteorologici localmente anche importanti. E quindi è anche difficile per Meteo Svizzera definire quale area effettivamente sarà toccata più di altre. Questo dato di fatto deve chiamare tutti noi a una certa attenzione. Siamo chiamati in prima persona a doverci informare».

Meglio lanciare l’allarme per niente, piuttosto che non lanciarlo del tutto?
«È l’autorità federale, attraverso l’Ufficio federale di meteorologia, a definire quando devono essere diramati questi allarmi. Sta a loro farlo. Così come lo fa anche l’autorità cantonale quando avvengono altri tipi di disastri. Pensate ad esempio a incendi in zone industriali che causano emissioni potenzialmente nocive».

Da Tio.ch
(Immagine: Davide Giordano/TIO)