A differenza del Municipio, il Cc di Prato non è contrario a uno studio. Chiede però una mano a Bellinzona.
In un periodo in cui nella nostra regione le aggregazioni sembrano muoversi con più vigore, uno spiraglio si sta aprendo anche per il progetto che riguarda l’alta Leventina. Se inizialmente l’intenzione del Consiglio di Stato di unire il comprensorio entro il 2016 sembrava incontrare solo opposizioni, ora comincia a soffiare un’aria meno diffidente. A cominciare da Prato Leventina, dove lunedì sera il Consiglio comunale quasi all’unanimità ha chiesto al Municipio – che da parte sua per tre quinti è contrario all’aggregazione – di attivarsi nell’ambito di uno studio che valuti l’unione con Airolo, Quinto, Dalpe e Bedretto, proprio come richiesto dal governo.
Occorre sottolineare che non si tratta di un’adesione incondizionata, come ci conferma il capogruppo liberale-radicale Sergio Barloggio: « Da anni lo Stato sta portando via tutto in valle, quindi ci aspettiamo che inizi a decentralizzare i servizi e i posti di lavoro », afferma. Ma proprio per risollevare le sorti della regione, il Legislativo auspica un contatto con Bellinzona. « Il Consiglio di Stato ci dica esattamente cosa intende fare, poi possiamo iniziare a discutere », aggiunge.
Il tono è fermo, ma è altresì certa la volontà di entrare perlomeno in materia. Dopo una lunga discussione il Legislativo (con un solo astenuto su tredici presenti) ha quindi chiesto all’Esecutivo di prendere contatto con il Cantone per capire quale sia la sua strategia a favore della regione nell’ambito del progetto di fusione rilanciato lo scorso giugno dal direttore del Dipartimento delle istituzioni Norman Gobbi. I consiglieri fanno notare anche che nel 2007 solo una risicatissima maggioranza dei cittadini del piccolo paese – nella votazione preconsultiva – aveva rifiutato il progetto di unione con Airolo, Quinto, Dalpe e Bedretto. Se quindi i Municipi di Dalpe, Bedretto e Prato Leventina non ne vogliono sapere, come comunicato al Cantone all’inizio dell’autunno, al di fuori degli esecutivi forse si fa strada un altro tipo di atteggiamento.
Un cambiamento potrebbe svilupparsi anche a Bedretto , un altro dei Comuni inizialmente riluttanti. « Oggi potremmo anche essere più possibilisti, anche se ovviamente dobbiamo ancora sentire il parere dei nostri cittadini, che incontreremo prossimamente proprio per discutere il tema », ci ha spiegato il sindaco Diego Orelli. A rimanere contrario al 100% è invece Dalpe . Da noi contattato, il sindaco Marzio Eusebio ha ribadito il concetto: « Con questi principi, la fusione non porterà nessun beneficio all’alta Leventina, e di certo non a Dalpe ». Secondo Eusebio questa idea è condivisa dai cittadini: « Lo hanno espresso chiaramente durante la recente serata pubblica convocata per discutere il tema ». Come noto, sono da parte loro aperti alle fusioni i Municipi di Airolo eQuinto i quali, dopo la bocciatura popolare del 2007, già si erano attivati per tentare almeno una fusione a due, poi rimasta nel cassetto a Bellinzona.
Il dossier tornerà a farsi caldo dopo le feste, non solo in alta Leventina ma anche verso sud. Come riferito ieri, inoltre, anche la Riviera si sta attivando, mentre da parte sua il Bellinzonese è al lavoro per studiare un’aggregazione che solo fino a un anno fa sembrava pura utopia.