– Fa stato il discorso orale –
Stimato sindaco,
stimati municipali, stimati consiglieri comunali,
altre autorità presenti,
care cittadine, cari cittadini di Mendrisio e di altri Comuni che vedo qui,
in primo luogo un grazie al vostro Municipio che mi dà l’opportunità di parlare in questo magnifico Comune, così ricco di storia e di tradizioni, in un giorno altrettanto importante.
La storia e le tradizioni caratterizzano questo magnifico Borgo che ha saputo interpretare, anzi cavalcare, il rinnovamento, i tempi moderni, così da scrivere nuove pagine storiche.
Mendrisio negli anni Novanta, grazie a scelte coraggiose e lungimiranti, ha gettato le basi per accogliere la nascente Università della Svizzera Italiana. E nel nuovo millennio il vostro Comune ha colto al volo l’opportunità di aggregare realtà comunali limitrofe per dare vita, a tappe, all’attuale entità comunale. Più forte e meglio in grado di rispondere ai bisogni delle cittadine e dei cittadini.
Questi passi innovativi permettono alle tradizioni di Mendrisio di radicarsi ancora di più. Una comunità che cresce e che si rafforza – come è avvenuto a Mendrisio – ha la capacità di portare avanti con più slancio la propria storia e le sue tradizioni.
È un caso che il 12 dicembre del 2019 l’UNESCO abbia iscritto le processioni della Settimana Santa di Mendrisio nella lista rappresentativa del patrimonio culturale immateriale dell’umanità?
Non credo proprio. La forza e la sostanza della richiesta di iscrivere le Processioni storiche nel patrimonio culturale immateriale dell’umanità sono figlie di una comunità che ha al centro del proprio lavoro l’interesse del territorio, l’interesse dei suoi beni, l’interesse dei suoi residenti. Per i più giovani che ritrovo qui stasera su questo prato di San Giovanni la presenza dell’università a Mendrisio – e ora anche del campus della SUPSI – sono dati di fatto acquisiti. È giusto che sia così. Come è giusto che tutte le dinamiche positive prodotte dall’Accademia di architettura rientrino nella normalità delle cose. Sono infatti la logica conseguenza dello sviluppo culturale e dell’apertura culturale avvenute grazie all’Accademia. Grazie anche e soprattutto a un illustre architetto di Mendrisio: Mario Botta, che ha immaginato e disegnato da par suo l’università a Mendrisio. Questa idea di Mario Botta è iscritta a pieno titolo nel patrimonio culturale immateriale di Mendrisio, così come l’aggregazione è iscritta nel patrimonio istituzionale del Magnifico borgo!
L’ho detto in entrata: una comunità forte e dinamica riesce a difendere e perpetrare le proprie tradizioni. A Mendrisio ciò avviene in particolare con le Processioni storiche della Settimana santa e con la fiera di San Martino. Nei giorni che precedono la Pasqua l’avvenimento coinvolge in maniera attiva – preparando e partecipando alle processioni – o in maniera passiva – assistendo alle processioni – gran parte della cittadinanza. Non vorrei però dimenticare la Fiera di San Martino, che ha origini lontane tanto quanto le processioni. Mi affido al vostro storico per antonomasia, Mario Medici, che ci ricorda come occorra risalire all’anno 1684 per rintracciare l’autorizzazione rilasciata al borgo di Mendrisio dalla Superiorità elvetica per lo svolgimento della prima fiera nei prati di San Martino.
Ricordare la profondità temporale di queste due importanti tradizioni e nello stesso tempo la loro significativa presenza nell’attuale vita sociale di Mendrisio e nel cuore dei suoi abitanti mi permette di tracciare un parallelismo con il significato primordiale di questa giornata, di questo 1. Agosto. Commemorare il Patto federale del 1291 in cui i Cantoni di Uri, Svitto e Untervaldo si promisero solennemente reciproca assistenza in caso di minaccia esterna significa ricordare la nascita di uno Stato che ha posto la sua sovranità e il mutuo soccorso al centro di ogni suo progetto di sviluppo. Una sovranità costruita dal 1848 sulla base del federalismo, riconoscendo quindi autonomia ai Cantoni e assicurando ai Comuni – nel solco del principio della sussidiarietà – un importante ruolo. Ma questa nostra Nazione, che oggi siamo qui a festeggiare, non sarebbe tale se fin dal 1515 non avesse abbracciato il principio fondamentale della neutralità, dopo la sconfitta dei confederati nella battaglia di Marignano.
Federalismo, democrazia diretta, neutralità: sono i valori-guida della Svizzera. Sono i principi che ci distinguono da ogni altra Nazione. Sono le fondamenta che ci permettono di essere stati, di essere oggi e – lo spero con tutte le mie forze – di essere domani quello che siamo come svizzeri e come ticinesi: espressione di una minoranza linguistica e culturale che viene riconosciuta a pieno titolo nel contesto federalista elvetico.
Questo 1. Agosto 2022 viene onorato e festeggiato in una situazione di sostanziale normalità, dopo le limitazioni vissute in particolare nel 2020 e imposte dalla pandemia. Un’altra emergenza nel frattempo si è infiltrata nel cuore dell’Europa. Non più invisibile e silenziosa come il coronavirus, anzi. La guerra d’invasione dell’esercito russo su parte del suolo ucraino ha riproposto in modo assordante il tema della pace quale condizione che non può mai essere data per scontata e acquisita in modo definitivo, anche al giorno d’oggi, anche nella stessa Europa. La pace tra gli Stati è una condizione che si difende e si costruisce in maniera perenne, attraverso la forza della democrazia.
Per la Svizzera questo conflitto ha riproposto il tema della nostra neutralità, uno dei nostri valori-guida, come ho detto poc’anzi. Per molti la neutralità va declinata caso per caso e può trovare un costante aggiornamento all’interno di un determinato contesto. Se ne può discutere ed è giusto che ciò avvenga.
Personalmente ritengo che importanti passi compiuti dal nostro Consiglio federale in questo specifico quadro internazionale siano stati affrettati e pericolosamente in contrasto con il concetto elvetico di neutralità. La ripresa, da parte della Svizzera, delle sanzioni dell’Unione europea nei confronti della Russia, a causa dell’aggressione militare ai danni dell’Ucraina, possono rappresentare un evidente metodo di guerra. Condanniamo l’aggressione e l’aggressore. Questo è giusto farlo. Questo si deve fare. Si tratta però di riuscire a mantenere una libertà assoluta di fronte a un conflitto. Oltre a constatare che le sanzioni contro Mosca non hanno prodotto all’interno di quel Paese uno sconquasso, siamo proprio sicuri che questa sia la via da seguire per ricondurre alla ragione l’aggressore o che sia l’unica via da seguire? Permettetemi di avanzare più di un dubbio. Questo 1. Agosto ci permette di riflettere sul significato della nostra neutralità non in maniera astratta – come spesso viene fatto durante questi discorsi celebrativi – ma in modo pertinente. Il lancio di una iniziativa popolare per iscrivere nella nostra Costituzione il principio della neutralità integrale mi trova favorevole. Permetterebbe agli svizzeri di discutere e di esprimersi su una materia – come dimostrano i fatti – non astratta, ma sostanziale. Svizzeri che a mio giudizio sono decisamente favorevoli alla neutralità e che giudicano negativamente quanto deciso nel campo delle sanzioni contro la Russia dal Consiglio federale. La neutralità rafforza la posizione della Svizzera nel contesto internazionale. La rende, come la storia ci dimostra, unica e rispettata. Indebolire questo valore significa indebolire la Svizzera su tutti i piani, anche su quello economico. Difendere e mantenere le nostre unicità: questo è l’auspicio che formulo in questa giornata in cui spesso vince la retorica, quando invece serve concretezza e impegno serio a tutti i livelli: da quello politico, a quello professionale e a quello associativo, per giungere a quello personale e individuale. Lo dico qui a Mendrisio, dove l’impegno del singolo a favore della comunità è ancora forte e dove la storia e le tradizioni sono nei vostri cuori.
Care cittadine e cari cittadini: la Civica Filarmonica suonerà tra poco il Salmo svizzero. La melodia e le parole del nostro inno nazionale rafforzano il nostro sentimento di appartenenze, facendo vibrare il nostro animo.
Ringraziando ancora il Municipio per l’invito e la Società Benefica Risotto Urano per l’ottima grigliata e concludo ringraziando in modo particolare tutte e tutti voi per la pazienza e per l’attenzione con cui mi avete ascoltato.
Viva Mendrisio, viva il Ticino.
Viva la Svizzera e viva il suo Popolo sovrano.