Da Corriere del Ticino l «Il monito delle urne è stato chiaro: le future autorità della Nuova Bellinzona dovranno essere attente a tutto il territorio, dialogare pure con i quattro Comuni che hanno bocciato l’aggregazione». È un invito a costruire un agglomerato forte quello formulato dal direttore del Dipartimento delle istituzioni Norman Gobbi . Il consigliere di Stato, interpellato dal CdT, si dice soddisfatto dell’esito della votazione consultiva sulla fusione dei 17 enti locali del Bellinzonese. C’è di che essere contenti, ma il cielo sopra i castelli avrebbe potuto essere ancora più limpido. Ci sono delle nubi. «I no dei Comuni alle due estremità, da una parte Arbedo-Castione e Lumino, dall’altra Sant’Antonino e Cadenazzo, non mi lasciano indifferente. Non mi aspettavo il voto contrario di Cadenazzo, seppur tirato, e soprattutto di Arbedo-Castione, Comune dove il sindaco voleva lo stadio dell’Associazione calcio Bellinzona ma non desidera la Città», osserva con sarcasmo il ministro. Che si rallegra in ogni modo per il sì al progetto del nucleo centrale (la Turrita, Giubiasco e Sementina in primis) e dei paesi della sponda destra. Ora il Governo dovrà allestire il messaggio all’indirizzo del Gran Consiglio, a cui spetta l’ultima parola. La fusione si farà, ma senza i contrari. Dopo la decisione del Parlamento, l’Esecutivo cantonale dovrà altresì decidere se posticipare o meno le elezioni comunali al 2017 per le prime autorità della futura Turrita. Ad Arbedo-Castione, Lumino, Sant’Antonino e Cadenazzo le elezioni si terranno fra sei mesi.
Due parole Norman Gobbi le spende infine pure sul voto in Riviera. In valle è stato un plebiscito (quattro sì). «Mi devo complimentare con chi ha lavorato sul territorio, riuscendo a convincere gli abitanti della bontà dell’operazione nonostante alcune critiche per il contributo stanziato dal Cantone (3,8 milioni di franchi, ndr.)», conclude il direttore delle Istituzioni.
Elio Genazzi (capo Enti locali): «Il fattore Lugano non ha influito»
«Il risultato generale è positivo perché rispetta il principio della contiguità territoriale, essendosi espressi negativamente solo Comuni della periferia», commenta da parte sua il capo della Sezione enti locali Elio Genazzi . Insomma, si tratta di no che non possono frenare lo scenario aggregativo. E ciò vale pure per Arbedo-Castione, nonostante rappresentasse un tassello molto importante del puzzle della Nuova Bellinzona. È sorpreso? «Solo fino a un certo punto – risponde il nostro interlocutore – perché è noto che i ticinesi in generale sono favorevoli alle fusioni nella misura del 70% circa». A preoccupare il capo degli Enti locali, semmai, era il fattore-Lugano, ovvero l’eventuale influenza della precaria situazione finanziaria della Città sul Ceresio: «Ma evidentemente la popolazione del Bellinzonese ha capito che la situazione creatasi a Lugano è solo in minima parte frutto del cantiere delle aggregazioni», conclude Elio Genazzi.