“aumentano i reati e gli abusi che coinvolgono i bambini”
In Ticino sempre più bambini sono autori oppure vittime di crimini e reati: è questo l’assunto da cui prende spunto un interessante articolo pubblicato qualche giorno fa sul Corriere del Ticino.
Si tratta, quasi inutile sottolinearlo, di un problema serio, di certo non specifico del nostro Cantone ma quantomeno preoccupante. Qualche cifra per inquadrare meglio il tema: nel 2017 i nuovi incarti che sono arrivati sul tavolo dell’Ufficio della magistratura dei minorenni sono stati 1.222, ovvero 348 in più rispetto all’anno precedente; significativi anche i numeri concernenti gli incarti chiusi che hanno raggiunto quota 1.188 (821 nel 2016). Sull’altro versante, la cronaca evidenzia regolarmente casi di abusi sui minori: delle 28 persone arrestate nel 2017 per reati sessuali, 13 sono da ricondurre a reati di abusi sessuali su minori; le inchieste condotte per atti sessuali con fanciulli sono passati in un anno da 46 a 54; nel medesimo arco temporale (2016-2017) il numero di inchieste inerenti maltrattamenti fisici e psicologici nei confronti di bambini sono saliti da 41 a 72.
Insomma, le statistiche ci invitano a proseguire, anzi a intensificare il nostro lavoro di prevenzione e di controllo. Proprio in quest’ottica, è nato il Gruppo Minori. È una task force di inquirenti, decisa dalla Polizia cantonale, che si occuperà di gestire i casi che vedono implicati i più giovani, vittime o autori di reati che siano. Va specificato che, da anni, nel nostro Cantone i minori vittime di reato sono presi a carico da personale specializzato: ciò che cambierà nel prossimo futuro è che anche i minori autori di reato (in particolare quelli che hanno meno di 14 anni e quelli che commettono reati di una certa gravità) saranno indagati da agenti specializzati. Si tratta di un passo affatto secondario e che illustra in modo chiarissimo la nostra attenzione nei riguardi di una fascia della popolazione che spesso cade in errore o è presa di mira a causa della sua fragilità. Stiamo dimostrando sensibilità e proattività.
Va poi affrontato anche il discorso relativo alle famiglie. In questo contesto prendo a prestito le parole del commissario della Sezione reati contro l’integrità delle persone, Marco Mombelli: “Spesso, per il minore autore di reato, il primo contatto con lo Stato e la giustizia passa attraverso la Polizia. Da qui l’importanza di avere agenti che siano in grado di mirare agli obiettivi del procedimento penale, Va sottolineato come sia fondamentale un’adeguata presa a carico dei genitori: queste situazioni possono infatti mettere a dura prova il sistema familiare”. Dietro a un minore che delinque o a un giovanissimo che subisce un reato c’è sempre una famiglia, con la sua forza ma anche con le sue debolezze. Chi opera in questo ambito, deve giocoforza tenere conto del fatto che un reato (perpetrato o patito) rappresenta sempre un elemento destabilizzante destinato ad alterare a lungo equilibri che, magari, si ritenevano granitici.