Articolo pubblicato nell’edizione di venerdì 7 dicembre 2018 de La Regione
Norman Gobbi, direttore delle Istituzioni: “Continueremo a fare prevenzione e ricordare agli utenti di rispettare le regole”
Radar fissi addio. Dal 1° gennaio 2019, infatti, il controllo del rispetto dei limiti di velocità sarà affidato a due apparecchi semi-stazionari che andranno a sostituire le nove postazioni fisse presenti dal 2006. La posizione di tutte le stazioni di rilevamento verrà segnalata. La decisione è stata presa per far spazio a “stazioni che rimangono per più giorni nello stesso posto come oggi succede sulle strade nazionali”, spiega interpellato Norman Gobbi, direttore del Dipartimento delle istituzioni. E, soprattutto, “diamo seguito alle richieste dei Comuni come di molti cittadini che ci hanno chiesto più attenzione nel controllo di alcuni tratti stradali ritenuti pericolosi, anche per il superamento dei limiti di velocità”. I radar semistazionari, aggiunge Gobbi, “a differenza degli altri controlli mobili, che sono momentanei, possono avvenire su due o tre giorni, ma se del caso anche per un’intera settimana”. In questo modo, per il direttore delle Istituzioni, “si permetterà di richiamare l’attenzione degli utenti della strada al rispetto delle norme anche in un tratto dove magari uno è tentato di correre più del dovuto”. Questi dispositivi di ultima generazione affiancheranno i due apparecchi che rimarranno in azione lungo l’autostrada A2, nei territori comunali di Balerna e Collina d’Oro. L’obiettivo, ricorda Gobbi, “non è quello di mettere i controlli così a caso, e saranno segnalati in modo che l’attenzione sia richiamata sempre”. Con il fine, va da sé, di “aumentare l’attenzione degli utenti della strada non solo riguardo alla velocità. Penso in particolare, visto che siamo a dicembre, ai periodi dell’anno in cui le ore di buio sono più di quelle di luce e l’attenzione deve essere ancora maggiore”. Andare avanti sulla strada della sensibilizzazione è “non solo una necessità ma una nostra precisa volontà”, e i radar fissi in questo concetto non erano più la soluzione migliore. «Sono ormai vetusti – precisa Gobbi –, e non va dimenticato che ad esempio funzionano con le autovetture e non con le motociclette. E di queste ne circolano tante”. Da qui la decisione di smantellarli e metterli all’asta, per finanziare progetti di prevenzione e sensibilizzazione come ‘Strade sicure’. Una storia, quella dei radar fissi, che va quindi a concludersi. E su questo tema Gobbi ricorda come «ero presidente del Gran Consiglio quando, nel 2008, si discusse questo tema. Che fu fortemente contrastato dalla Lega, tanto che Giuliano Bignasca lanciò la taglia sui radar. Se vogliamo, la taglia la giriamo all’inverso. È lo Stato che, oggi, elimina i radar fissi e li mette in vendita con l’obiettivo di finanziare attività di prevenzione”.
Incidenti, nel 2017 calo del 2,8%
Stando ai dati finora disponibili, nel 2017 si sono registrati 3’880 incidenti della circolazione. Vale a dire il 2,8 per cento in meno rispetto al 2016. Numeri questi che sono, recita il comunicato del Dipartimento istituzioni, “un frutto tangibile del nuovo approccio che prevede una comunicazione trasparente sui controlli della velocità, affiancata da campagne preventive come ‘Strade sicure”. Merito della segnalazione dei radar votata dal Gran Consiglio del 2016? Per Norman Gobbi “è un merito in generale della prevenzione che viene fatta. Sì con l’informazione, ma anche coi controlli che sono inevitabili. Lo sappiamo, l’essere umano ama la libertà. Ma le regole devono essere seguite”. Sicuramente, però, “i dati confortano la politica da noi portata avanti, perché meno incidenti significano meno code, meno danni materiali e meno danni sociali se ci sono ferimenti o peggio”. Due anni fa la segnalazione dei radar arrivò a seguito di una mozione di Marco Chiesa (Udc) e Fiorenzo Dadò (Ppd). Proprio quest’ultimo, da noi raggiunto, si dice “contento che la nostra mozione ha portato qualche beneficio nella prevenzione degli incidenti. Constatiamo che ai tempi ci lanciarono gli strali addosso, le nostre intenzioni erano buone e oggi ne abbiamo la conferma”.