Da laRegione | «Chi oggi sostiene che abbiamo alzato le imposte a chi ha veicoli poco inquinanti sbaglia: in realtà abbiamo ridotto lo sconto. Il principio della neutralità finanziaria va garantito». Il direttore del Dipartimento delle istituzioni Norman Gobbi prende atto del reclamo e motiva il recente adeguamento del sistema bonus/malus nel calcolo dell’imposta di circolazione con la necessità di riportare i conti in nero. «Quando il sistema è entrato in vigore (l’adeguamento alla formula di calcolo attuale risale al 1° gennaio 2014, ndr) abbiamo constatato come, in brevissimo tempo, il ‘tesoretto’ accumulato grazie ai malus è stato eroso dai bonus elargiti». Per intenderci: l’imposta di circolazione calcolata per il veicolo è fissa, mentre lo sconto o la penale, a dipendenza delle emissioni di CO2, fa variare l’importo. «Chi riceve lo sconto, lo riceve perché qualcun altro paga per lui», puntualizza Gobbi. Non si tratta, quindi, di un regalo statale ‘tout court’. Sconti elargiti e penalità recuperate devono bilanciarsi per far quadrare il sistema. «Visto che elargivamo molti più bonus rispetto ai malus che incassavamo, ci siamo ritrovati con un problema finanziario». Se nel 2014 il saldo era positivo (e di parecchio: +5,3 milioni), negli anni seguenti il valore è sceso in picchiata verso lo zero, superandolo nel 2016: disavanzo di 2,3 milioni di franchi. Questo perché il parco veicoli ha continuato ad aumentare, in modo sempre più efficiente. Da qui, la necessità di ricalibrare sconti e penalità: a chi è andata peggio, quest’anno si è ritrovato a pagare il doppio. Trattasi in particolare di chi beneficiava fino all’anno scorso del 50% di bonus, oggi annullato. Siamo sicuri che sia davvero il sistema migliore? «No, evidentemente il sistema ha dato prova di tutti i suoi limiti. Lo sapevamo, per questo da settembre dell’anno scorso stiamo lavorando a un nuovo calcolo dell’imposta di circolazione – riprende Gobbi –. Presenteremo il messaggio a breve, con l’auspicio che entri in vigore già con il 1° gennaio 2018». Quali le modifiche di fondo? «L’imposta deve sganciarsi dal sistema bonus/malus, pur tenendo conto dei consumi. Il sistema dev’essere più stabile e uguale per tutti». L’attuale regime di bonus/malus infatti tocca soltanto i veicoli immatricolati dal 1° gennaio 2009, ossia circa 135mila automobili su 225mila. «L’elemento dello sconto sull’imposta comunque è marginale nella scelta del veicolo – conclude Gobbi –. Va poi rilevato che il mercato ha adeguato la sua offerta con veicoli sempre più efficienti: il sistema bonus/malus sfalsa il calcolo senza tenerne sufficientemente conto. Il disavanzo del 2016 lo dimostra. E questa perdita a bilancio a un certo punto va compensata».
(Articolo di Andrea Manna e Chiara Scapozza)