Punto di Raccolta d’Urgenza, Pedevilla: “Arriveranno”

Punto di Raccolta d’Urgenza, Pedevilla: “Arriveranno”

I nuovi PRU permetteranno comunicazioni immediate e a prova di black-out della rete. Il capo della sezione del militare: “Pronti nel 2026”

In Vallese, a causa dell’emergenza, sono stati attivati diversi “Punti di Raccolta d’Urgenza” (PRU), luoghi che permettono la comunicazione diretta fra autorità e popolazione in caso di eventi estremi, fondamentali soprattutto quando tutti gli altri canali informativi non funzionano. La Svizzera ha una rete capillare di questi punti, con eccezione del Ticino, che ne è completamente sguarnito. Il motivo? Lo spiega a Ticinonews Ryan Pedevilla, capo della sezione del militare e della protezione della popolazione. “Il concetto di PRU nasce nel 2015 in Canton Argovia, inizialmente per gestire eventuali evacuazioni da incidenti nucleari, per poi estendersi a macchia d’olio”, dichiara Pedevilla. “In Ticino non siamo toccati da attività nucleari e quindi non siamo stati stimolati, sin dall’inizio, a imbarcarci in questo progetto”. 

Il cambio di passo
Il Cantone negli ultimi anni ha accelerato, incaricando tutti i comuni di allestire la propria rete, in due tappe fondamentali. “Il 1° gennaio 2027” specifica Pedevilla “scatterà l’obbligo di legge per i Comuni di dotarsi dei propri PRU. Noi però vogliamo garantire già dal 1° gennaio 2026 questa possibilità e quindi molti comuni hanno già annunciato le aree ove allestire i nuovi Punti di Raccolta”. 

Vulnerabilità del sistema attuale
Ancora per qualche mese, dunque, in Ticino, i presidi in caso di emergenza verranno organizzati in sinergia fra Cantone, Comuni e autorità civili tramite hotspot. La vulnerabilità di questa impostazione è, però, che dipende da canali di comunicazione funzionanti (radio, app, rete telefonica). Nel caso in cui una comunità si trovasse completamente isolata, le cose sarebbero più complicate. “Se ci fosse un black-out completo” ammette Pedevilla “le autorità potrebbero comunicare con gli enti di primo intervento tramite la rete di sicurezza radio Polycom e gli enti di primo intervento potrebbero comunicare, a cascata, con la popolazione. Il problema è che la comunicazione non sarebbe simultanea e non potrebbe arrivare a tutti nello stesso momento. Quindi i PRU servono proprio come “amplificatore” immediato delle informazioni indirizzate alla popolazione”.

E se in Vallemaggia ci fossero stati i PRU?
A questo punto sorge spontanea una domanda: se durante l’alluvione in Vallemaggia ci fossero stati dei PRU, sarebbe cambiato qualcosa, soprattutto nelle difficili fasi di comunicazione iniziale? “I PRU non sono da intendere come la soluzione a ogni problema” conclude Pedevilla “Sarebbe stato comunque pericoloso spostarsi verso questi luoghi durante le 24 ore colpite dall’alluvione. Però, è vero, è mancata la possibilità di comunicare simultaneamente con tutta la popolazione. Un passo avanti, in questo senso, sarà l’arrivo del nuovo sistema satellitare Cell Broadcast che permetterà di raggiungere tutte le persone direttamente sul loro dispositivo mobile”.

https://www.ticinonews.ch/ticino/in-ticino-nessun-punto-di-raccolta-durgenza-pedevilla-arriveranno-410794