I tre poteri dello Stato in coro «Un’occasione per ripartire»

I tre poteri dello Stato in coro «Un’occasione per ripartire»

Alla cerimonia di giuramento dei tre giudici supplenti sono intervenuti Esecutivo, Legislativo e Giudiziario per segnare una svolta rispetto alle polemiche degli ultimi mesi – Damiano Stefani (CdM): «La Magistratura è forte e continuerà a esserlo»

Un momento simbolico, certo, ma molto rilevante dal punto di vista istituzionale considerato il complesso momento che sta attraversando la magistratura ticinese. Non capita spesso – a dire il vero mai – che i media vengano invitati alle cerimonie di dichiarazione di fedeltà alla Costituzione da parte dei nuovi membri del terzo potere dello Stato. A questo giro, il Consiglio di Stato ha però voluto fare le cose in grande. E questo anche perché i giudici supplenti straordinari che hanno prestato giuramento ieri – Monica Sartori-Lombardi e Paolo Bordoli al Tribunale penale cantonale, Krizia Kono-Genini all’Ufficio del Giudice dei provvedimenti coercitivi – lo hanno fatto in un contesto eccezionale: la destituzione di due giudici ordinari del Tribunale penale cantonale avvenuta lo scorso dicembre. La cerimonia avvenuta a Palazzo delle Orsoline, dunque, negli auspici del Governo è stata voluta anche per segnare un momento di svolta rispetto alle polemiche che hanno segnato questi ultimi mesi e anni.

Dal Governo al Parlamento
«La cerimonia di oggi, come dimostra il numero di partecipanti e la presenza in aula dei rappresentanti dei tre poteri dello Stato e dei media voluta dal Governo, non costituisce un evento ordinario, bensì denota l’importanza di questo momento per le nostre istituzioni, per la Giustizia del Canton Ticino e infine per la collettività, che nella Giustizia deve riporre fiducia», ha affermato nel suo discorso il direttore del Dipartimento delle istituzioni, Norman Gobbi. La parola «fiducia », effettivamente, è stata il Leitmotiv di tutti i discorsi ufficiali. Ancora Gobbi: «Il messaggio che il Consiglio di Stato tiene oggi a rimarcare è quello che le nostre istituzioni, la Giustizia ticinese, vanno e guardano avanti, nel segno della fiducia, potendo contare su valide competenze». Un messaggio, dunque, di «resilienza», a dimostrazione «che le istituzioni devono venire sempre prima delle persone che le rappresentano ». Gobbi, nel parlare delle nomine straordinarie, ha infine voluto evidenziare l’importanza dello «spirito costruttivo che ha contraddistinto il dialogo tra i tre poteri dello Stato» nella buona riuscita dell’operazione, auspicando che la collaborazione possa «fungere da base per le prossime discussioni in materia di Giustizia».
Dopo l’Esecutivo, è stato il turno del Legislativo, rappresentato dal presidente del Gran Consiglio, Michele Guerra. «È con profondo senso di responsabilità che ci troviamo qui oggi per un momento di alta rilevanza istituzionale: la dichiarazione di fedeltà alla Costituzione e alle leggi, da parte di tre magistrati, chiamati temporaneamente a ricoprire ruoli chiave nel nostro sistema giudiziario », ha esordito Guerra. «Lo facciamo – ha aggiunto –, in una congiuntura unica negli ultimi vent’anni: un periodo di crisi che ha messo alla prova le nostre istituzioni e la fiducia che i cittadini ripongono nella giustizia». Ecco perché, «mai come oggi necessitiamo di solide fondamenta per garantire una ripartenza credibile e autorevole alla nostra Giustizia». Anche per Guerra, dunque, in questo contesto emerge con forza «un valore imprescindibile »: «La fiducia dei cittadini nelle istituzioni», poiché «il magistrato non è soltanto un interprete e applicatore delle leggi, ma un custode della fiducia pubblica». E in questo senso, l’altra parola chiave, secondo Guerra, è «autorevolezza»: poiché in «un momento in cui il nostro Cantone si confronta con sfide delicate, l’autorevolezza è più che mai determinante per preservare la fiducia ». E quindi «l’impegno di chi assume un incarico giudiziario oggi non è solo un atto di servizio, ma un gesto di responsabilità verso la collettività: un contributo concreto, alla stabilità e alla credibilità dello Stato di diritto».

Etica, ma non di facciata
È quindi stato il turno del potere giudiziario, per l’occasione rappresentato dal presidente del Consiglio della Magistratura, Damiano Stefani. Anch’esso ha voluto lanciare un messaggio di resilienza. «Ho deciso di accettare l’invito poiché, in un momento in cui si parla molto di Magistratura, giustamente la Magistratura ha deciso di non esprimersi (ndr. sulle recenti polemiche) poiché le procedure sono ancora pendenti ». E quindi «ho trovato giusto dare un segnale che esistiamo ancora e riusciamo a essere compatti. Quello che è avvenuto è stato drammatico per tutti, soprattutto per chi lavora nelle istituzioni. È stato un momento veramente difficile per chi lavora nella Magistratura ». Ma, nonostante tutto ciò, «e anche se la tempesta non è ancora finita, la barca è riuscita a stare a galla». Stefani ha poi voluto parlare di etica e della richiesta, fatta dalla politica, di introdurre un codice etico per la Magistratura. E lo ha fatto per sottolineare che «tutti i magistrati sanno benissimo quali sono i principi di base da rispettare » e «quanto accaduto in un Tribunale composto da cinque giudici non deve rovinare l’immagine di tutta la Giustizia, che è composta da altri 116 giudici». Ad ogni modo, ha aggiunto, «riteniamo sia opportuno in questo momento creare questo codice etico». Ma, ha evidenziato, non deve essere un codice «alibi», di facciata. E, «anche se di fatto il codice etico è già applicato, lo faremo per dare un segnale». Non a caso, Stefani in chiusura ha voluto lanciare un messaggio importante: «Facciamo in modo di rimarginare il danno d’immagine per la Magistratura, subito non solo per propria colpa, ma per una situazione che è sfuggita di mano a tutti. Questa è un’occasione per ripartire: i presupposti ci sono; la Magistratura è forte e continuerà a esserlo».

Da straordinari a ordinari? Anche per il posto di Ermani
I neo-nominati giudici supplenti straordinari Monica Sartori-Lombardi e Paolo Bordoli, come hanno confermato ieri al termine della cerimonia, oltre a essersi messi a disposizione temporaneamente quali «supplenti straordinari» al TPC hanno pure concorso per il posto di giudice ordinario al Tribunale penale cantonale, ossia per il posto dell’ex giudice Mauro Ermani, dimessosi a gennaio. Le loro candidature (il concorso si è chiuso proprio un paio di giorni fa) sono quindi ora al vaglio della Commissione di esperti indipendenti, che effettuerà una prima «scrematura». La nomina spetterà poi ovviamente al Gran Consiglio.

Articolo pubblicato nell’edizione di giovedì 13 febbraio 2025 del Corriere del Ticino

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Bordoli e Sartori-Lombardi candidati per il dopo Ermani
Tribunale penale: Bordoli e Sartori-Lombardi si sono candidati per il dopo Ermani. Gpc: dichiara fedeltà alle leggi anche Kono-Genini

I due giudici supplenti straordinari designati dal governo (ieri la cerimonia per la dichiarazione di fedeltà alle leggi) aspirano alla carica di magistrati ordinari del Tribunale penale cantonale.

Giudici straordinari, ma anche aspiranti giudici ordinari. Paolo Bordoli e Monica Sartori-Lombardi si sono candidati alla successione di Mauro Ermani al Tribunale penale cantonale (Tpc), dopo le sue dimissioni dalla magistratura. La conferma arriva dai diretti interessati, avvicinati dalla ‘Regione’ al termine della cerimonia, svoltasi ieri a Palazzo delle Orsoline a Bellinzona, che li ha visti dichiarare fedeltà alla Costituzione e alle leggi in seguito alla loro designazione da parte del Consiglio di Stato quali rinforzi provvisori al Tpc: rimpiazzeranno i per ora destituiti Siro Quadri e Francesca Verda Chiocchetti. Per quanto tempo? Impossibile fare previsioni, molto dipenderà dalla durata e soprattutto dall’esito delle procedure ricorsuali avviate da Quadri e Verda Chiocchetti contro la decisione con cui il Consiglio della magistratura li ha licenziati in tronco in relazione al cosiddetto caos Tpc. Fatto sta che la squadra dei togati del Tribunale penale è tornata quasi al completo, a beneficio della sua operatività. Bordoli, sinora giudice dei provvedimenti coercitivi, e Sartori-Lombardi, sinora avvocata e giudice a latere al Tpc nelle corti con tre magistrati, affiancheranno in veste di giudici supplenti straordinari il vicepresidente Marco Villa e Amos Pagnamenta.

Per legge il Tribunale penale cantonale si compone di cinque magistrati. Adesso ci sono due giudici ordinari (Villa e Pagnamenta) e altrettanti giudici supplenti straordinari. Il quinto togato sarà il o la subentrante di Ermani, alla testa del Tpc prima di lasciare il Palazzo di giustizia. Trattandosi di un giudice ordinario, la nomina spetterà al Gran Consiglio. Lui di area Ps, lei in quota Plr, Bordoli e SartoriLombardi si sono dunque annunciati anche per il dopo Ermani. Il concorso è scaduto lunedì. Al momento non è dato sapere se vi siano altre candidature. «Da vent’anni lavoro nella magistratura penale, dapprima come segretario giudiziario, poi come procuratore pubblico e successivamente quale giudice dei provvedimenti coercitivi: ho voluto cogliere anche questa nuova opportunità», afferma Bordoli. «Il penale è un settore del diritto che mi ha sempre appassionata, tant’è che da quasi cinque anni sono giudice a latere al Tribunale penale e in questa funzione ho sempre apprezzato competenze e impegno dei suoi magistrati», sostiene Sartori-Lombardi. Le loro candidature, come quelle di eventuali altri aspiranti giudici ordinari, verranno prossimamente vagliate dalla Commissione di esperti per il preavviso sull’idoneità a ricoprire la carica. Dopodiché la parola passerà alla commissione parlamentare ‘Giustizia e diritti’, che formulerà all’indirizzo del plenum del Gran Consiglio la proposta di elezione. Per sapere chi prenderà il posto di Ermani bisognerà pertanto attendere qualche mese.

Clausole e possibili scenari
Bordoli e Sartori-Lombardi: uno dei due, insomma, potrebbe diventare giudice ordinario. Nel bando di concorso pubblicato il 22 gennaio sul ‘Foglio ufficiale’ era stata inserita dalla ‘Giustizia e diritti’ la clausola secondo la quale “l’aver eventualmente ricoperto la carica di giudice supplente straordinario presso il Tribunale penale cantonale non costituirà per il candidato titolo preferenziale o pregiudizievole”. Si vedrà. Tuttavia se uno dei due candidati oggi noti dovesse essere eletto e i ricorsi di Quadri e Verda Chiocchetti contro la loro destituzione decretata dal Consiglio della magistratura dovessero essere ancora pendenti, potrebbe rendersi nuovamente necessaria (il condizionale è d’obbligo) la designazione governativa di un giudice supplente straordinario per il Tpc. Musica del futuro. Intanto è stato formalizzato un passo a favore dell’operatività della magistratura. Anzi, due passi. Perché oltre a Sartori-Lombardi e Bordoli, ha dichiarato fedeltà a Costituzione e leggi Krizia Kono-Genini (avvocata e sinora segretaria giudiziaria in Procura), anche lei in veste di giudice supplente straordinaria. Sostituisce Bordoli all’Ufficio del giudice dei provvedimenti coercitivi. Ufficio del quale Kono-Genini, area Plr, è stata peraltro già giudice straordinaria: tra il gennaio e il settembre del 2022.

Gobbi: dialogo costruttivo fra i tre poteri
La cerimonia al Palazzo delle Orsoline è anche il risultato «del dialogo costruttivo fra i tre poteri dello Stato e dello sforzo congiunto, in ossequio alle rispettive competenze, nel far fronte a una situazione straordinaria che richiedeva misure straordinarie», sottolinea il direttore del Dipartimento istituzioni Norman Gobbi, ringraziando inoltre Bordoli, Sartori-Lombardi e Kono-Genini per la disponibilità data a svolgere la funzione di magistrati supplenti straordinari. «In un contesto – osserva a sua volta il presidente del Gran Consiglio, il leghista Michele Guerra – in cui l’eccezionalità diventa temporaneamente la norma, è essenziale riflettere sul ruolo e la missione della giustizia nella società. Accanto alla legalità esiste un altro valore imprescindibile e che oggi emerge con forza: la fiducia dei cittadini nelle istituzioni. Il magistrato non è solo un interprete e un applicatore delle leggi, è anche un custode della fiducia pubblica». Interviene pure il presidente del Consiglio della magistratura, il giudice d’Appello Damiano Stefani.
Accenna al ‘caos Tpc’: «Quello che è avvenuto è stato drammatico per tutti, specie per chi opera nella giustizia. La barca è riuscita a stare a galla grazie alla collaborazione dei tre poteri dello Stato. Le acque si sono un po’ calmate, la tempesta però non è finita». Sono pendenti infatti i ricorsi dei due giudici per il momento destituiti. Poi si esprime sui tre neo giudici supplenti straordinari: «Hanno avuto coraggio». Infine si sofferma sul codice etico in magistratura, la cui introduzione è auspicata dal parlamento: «Lo allestiremo, con il coinvolgimento di tutti i magistrati. Anche se i principi etici sono già ancorati a varie leggi vigenti».

Articolo pubblicato nell’edizione di giovedì 13 febbraio 2025 de La Regione

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I due giudici supplenti dichiarano fedeltà

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I Giudici straordinari hanno giurato. “Una boccata d’ossigeno”
Una boccata d’ossigeno dopo un periodo drammatico. Così le autorità hanno descritto la nomina di due giudici straordinari al Tribunale penale. In attesa di una decisione sulla destituzione di Quadri e Verda-Chiocchetti, oggi Monica Sartori Lombardi e Paolo Bordoli hanno dichiarato fedeltà alla Costituzione e alle leggi. Entrambi hanno anche concorso per il posto di giudice ordinario.
Oggi a Bellinzona, nell’Aula del Gran Consiglio, si è tenuta la cerimonia di dichiarazione di fedeltà alla Costituzione e alle Leggi da parte dei Giudici supplenti straordinari designati dal Consiglio di Stato al Tribunale penale cantonale e all’Ufficio del Giudice dei provvedimenti coercitivi. Un momento importante per le Istituzioni e la Giustizia del Canton Ticino, il cui buon funzionamento è stato al centro della proficua collaborazione intervenuta tra i Tre Poteri dello Stato dinnanzi a tale situazione straordinaria. A seguito della dichiarazione di fedeltà alla Costituzione e alle Leggi avvenuta oggi a Bellinzona, l’avv. Monica Sartori-Lombardi e l’avv. Paolo Bordoli assumeranno la funzione di Giudici supplenti straordinari al Tribunale penale cantonale, mentre l’avv. Krizia Kono-Genini assumerà la funzione di Giudice supplente straordinario all’Ufficio del Giudice dei provvedimenti coercitivi, in sostituzione dell’avv. Paolo Bordoli. A prendere parola c’è stato dapprima il consigliere di Stato e direttore del DI Norman Gobbi, che ha subito voluto sottolineare come  “la cerimonia di oggi non costituisce un evento ordinario. Si è infatti resa necessaria a fronte dei noti accadimenti che hanno toccato il TPC”. Un periodo, quello citato da Gobbi, definito “drammatico per tutti” dal presidente del Consiglio della Magistratura Damiano Stefani, il quale ha sottolineato che ad aver sofferto maggiormente è però stata la stessa Magistratura.

Gobbi: “L’importante è andare avanti per il bene della giustizia”
E dopo questo periodo drammatico evocato da Stefani, che ha visto, nell’ordine, la destituzione di Siro Quadri e Francesca Verda Chiocchetti e le dimissioni di Mauro Ermani dal Tribunale penale cantonale, la prima a dichiarare fedeltà alla Costituzione e alle leggi è stata Monica Sartori-Lombardi. Avvocata, d’area PLR, è stata nominata giudice supplente al TPC insieme a Paolo Bordoli, d’area socialista e già procuratore pubblico, sostituito a sua volta quale giudice dei provvedimenti coercitivi da Krizia Kono-Genini. Una cerimonia introdotta dalle autorità che segna un nuovo capitolo, ha sottolineato il direttore delle Istituzioni Norman Gobbi, che dell’ultimo anno ha commentato dicendo che si è trattato di una questione “limitata a poche persone interne al TPC, che ha tuttavia avuto un impatto molto più ampio sull’opinione pubblica. Ma oggi l’importante è poter dire che stiamo andando avanti per il bene della giustizia ticinese”.
Guerra: “Nomine temporanee per un’esigenza immediata”
A prendere poi parola dopo il giuramento ci ha pensato il presidente del Gran Consiglio Michele Guerra. “Sono nomine temporanee che rispondono a un’esigenza immediata, senza in alcun modo modificare le prerogative del Parlamento. Spetta infatti a quest’ultimo la facoltà di eleggere i magistrati”. Temporanee, sì ha ricordato Guerra, parlando di “atto di responsabilità”. E che, dopo non poche discussioni politiche, non ha precluso ai due nuovi giudici del TPC di concorrere anche per il posto lasciato vacante da Ermani, il cui concorso scadeva l’altro ieri.Kono-Genini:“Mi ha spinto il rispetto che ho per le istituzioni e la giustizia”
Ma cosa ha spinto Kono-Genini a farsi avanti per ricoprire un ruolo decisamente poco ambito? “Mi hanno spinto il rispetto per le istituzioni e per la giustizia, così come la passione che nutro per il ruolo di giudice”. C’è quindi una possibilità di vederla correre per la nomina di giudice ordinario? “Certo. Perché è stata una scelta meditata e ponderata, ma ora che sono in viaggio vorrei arrivare fino in fondo”. Ma questo sarà affare del Gran Consiglio nei prossimi mesi. Nel frattempo, conta che il TPC tornerà a disporre di quattro giudici operativi su cinque. “Queste nomine sono una boccata d’ossigeno per il Tribunale”, conferma Stefani. “Questo perché l’assenza di tre giudici su cinque non è da poco. Ora i due supplenti permetteranno di riprendere una velocità di marcia adeguata alla struttura e preparare la successione nel caso dovessero venir confermate le decisioni attuali, rispettivamente il rientro dei due giudici nel caso le decisioni della Magistratura venissero ribaltate”. Decisioni, le due destituzioni proclamate in seguito alla denuncia del collega Ermani, su cui chiaramente Stefani non si esprime. Lo fa invece sulla possibilità di adottare un codice etico, discussa anche a livello politico. “In questo momento storico potrebbe essere una buona soluzione codificarli, ma secondo noi è un’idea che deve arrivare dal basso. Quindi deve essere condivisa da tutti i magistrati, che saranno poi chiamati ad applicarla. Indipendentemente da quello che deciderà il Gran Consiglio noi lo faremo, ma dobbiamo aspettare che si calmino le acque”, ha concluso Stefani.

https://www.ticinonews.ch/ticino/i-giudici-straordinari-hanno-giurato-una-boccata-dossigeno-407710

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“Se avessimo iniziato a farci la guerra sarebbe finita peggio”
Alla cerimonia per i giudici supplenti straordinari, il presidente del CdM Damiano Stefani ha detto che “la barca è stata a galla grazie all’unità tra magistratura, esecutivo e legislativo”

Mercoledì si è tenuta a Bellinzona la cerimonia di dichiarazione di fedeltà alla Costituzione e alle Leggi da parte dei giudici supplenti straordinari, designati dal Consiglio di Stato. La folta presenza nella sala del Gran Consiglio dei rappresentanti del potere giudiziario è sembrata tesa a lanciare ai cittadini il messaggio di una magistratura forte.
L’avvocata Monica Sartori-Lombardi e l’avvocato Paolo Bordoli hanno così assunto la funzione di giudici supplenti straordinari al Tribunale penale cantonale, mentre l’avvocata Krizia Kono-Genini assumerà la funzione di giudice supplente straordinario all’Ufficio del Giudice dei provvedimenti coercitivi, in sostituzione dello stesso Bordoli.
Le designazioni si sono rese necessarie per riempire i vuoti al Tribunale penale cantonale (TPC), dopo la destituzione di due giudici decisa dal Consiglio della magistratura (CdM) e la successiva decisione della Commissione di ricorso sulla magistratura, che ha respinto le relative domande di effetto sospensivo chiesto dai destituiti. Tutto è però ancora sotto ricorso.
Con i due nuovi giudici supplenti, il TPC conta di ripartire nel segno dell’efficienza e della fiducia, ha detto in aula il direttore del Dipartimento delle Istituzioni Norman Gobbi: “Nel segno della fiducia potendo contare su valide e comprovate competenze che in questo caso provengono dalla Giustizia stessa. Le Istituzioni vengono e devono venire sempre prima delle persone che le rappresentano”. Da parte sua, il presidente del Gran Consiglio Michele Guerra ha ricordato come “mai come oggi necessitiamo di solide fondamenta per garantire una ripartenza credibile e autorevole”.
Dal pulpito del Legislativo oggi ha parlato anche la magistratura, che a differenza della politica, spesso percorre la via del silenzio. “Quello che è avvenuto – ha detto il presidente del Consiglio della magistratura Damiano Stefani – è stato drammatico per tutti. La tempesta non è ancora finita, le acque si sono leggermente calmate e la barca è riuscita a stare a galla grazie all’unità tra la magistratura, l’esecutivo e il legislativo. Se avessimo cominciato a farci la guerra tra di noi sarebbe finita ancora peggio”.
Quanto ai due nuovi giudici supplenti straordinari, Bordoli non ha rilasciato dichiarazioni ma conferma, come la collega Sartori Lombardi, il suo interesse a tramutare la supplenza in un incarico definitivo. Insomma, entrambi hanno partecipato al concorso per la sostituzione del presidente dimissionario del TPC Mauro Ermani. Ma per questo i tempi non sono ancora maturi.

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