Con il capo della Sel Marzio Della Santa un giro attorno agli ultimi sviluppi nel Locarnese. ‘Muralto? Poteva smentire il suo disinteresse ma non l’ha fatto’
Dunque uno scenario urbano che sembra poter aver le gambe per camminare, mentre la situazione sul Piano – nel senso di grande intesa – appare bloccata perché considerata troppo estesa e ancora molto condizionata dall’impossibilità di fare un discorso che integri anche le Gerre di Sotto (territorio di Locarno). Come si è visto, per il Dipartimento istituzioni e la sua Sezione degli enti locali il percorso aggregativo locarnese giunge sostanzialmente a un bivio: da una parte Locarno, Losone, Minusio, Brione s/Minusio e Orselina che si dicono disposti ad affrontare un pre-studio; dall’altra Cugnasco-Gerra, Gordola, Tenero-Contra (con Mergoscia) e Lavertezzo che preferiscono soprassedere e concentrarsi su progetti più piccoli e, soprattutto, graditi. In particolare Gordola guarda a Lavertezzo (e viceversa), mentre Tenero-Contra si sente più vicina a Minusio (che ricambia, pur mantenendo contemporaneamente il piede anche nella scarpa urbana).
Marzio Della Santa, capo della Sezione degli enti locali, qualche considerazione dal vostro osservatorio?
Una prima osservazione riguarda il progetto “Urbano” e le sue tempistiche. Alcuni Comuni temono che questo pre-studio sia troppo impegnativo per le loro amministrazioni, specialmente nei tempi da noi fissati. E chiedono sostanzialmente di poterlo dilazionare su un periodo più lungo. Fra le altre richieste c’è chi vorrebbe che altri Comuni possano venire coinvolti, anche se ancora bisogna capire quali.
Tenero-Contra (con Mergoscia) e Minusio?
L’auspicio espresso da Tenero-Contra è quello. Nell’ambito delle serate già previste cercheremo di capire cosa ciò può significare, non tanto in termini di opportunità – perché sono chiaramente legittimati a chiedere una prospettiva più contenuta in termini territoriali – quanto di modalità. Per noi è infatti più complicato seguire due iniziative in parallelo, date dal fatto che Minusio lavora da una parte con Tenero-Contra e Mergoscia, e dall’altra nello scenario “Urbano”.
Fra i Comuni che risultano avulsi da ogni discorso aggregativo abbiamo Verzasca (che però è più o meno fresca di aggregazione), ma soprattutto due centri di pedigree come Muralto e Ascona. La loro posizione?
Muralto e Verzasca sono stati contattati a questo giro ma hanno ritenuto non fosse il momento propizio per partecipare ad alcunché. Quanto ad Ascona, non l’abbiamo nemmeno presa in considerazione perché ha sempre chiaramente dichiarato di essere disinteressata a un’aggregazione lato Locarno. Si potrebbe obiettare che anche Muralto si è sempre espresso in questo senso. La differenza è che sarebbe un’enclave nel nuovo Comune. Su queste basi abbiamo quindi ritenuto giusto dare a Muralto la possibilità di confermare o meno il suo disinteresse verso lo scenario urbano. L’ha confermato.
Con 6 Comuni che aderiscono a un pre-studio e 5 che non lo fanno, il suo bicchiere è mezzo vuoto o mezzo pieno?
Pieno, non solo mezzo pieno. Vige sempre il principio di autonomia, ma anche di responsabilità comunale. Avviare una riflessione nel Locarnese era, dal punto di vista cantonale, importante anche a seguito della temuta perdita di velocità della regione rispetto agli altri poli urbani del cantone. Penso al Luganese con Lugano, al Mendrisiotto con Mendrisio e al Bellinzonese con Bellinzona. Sono tutte realtà che, grazie alle aggregazioni, hanno visto aumentare il loro peso specifico e beneficiare di una spinta allo sviluppo della qualità di vita residenziale, che col frazionamento prima non c’era. Tuttavia…
Dica.
Se parlo di “bicchiere pieno” non significa che possa iniziare a berlo: in questo momento siamo estremamente positivi, ma nel contempo rimaniamo cauti. Sarà il tempo a stabilire se grazie a questo esercizio di analisi delle opportunità chi è chiamato a governare questi Comuni riterrà opportuno avviare un vero e proprio processo aggregativo. Ci vorranno almeno due anni, se teniamo conto delle loro stesse richieste, cui ho accennato, di beneficiare di più tempo.
Come vede Locarno allo stato attuale?
Devo dire che la vedo umile, positiva e anche responsabile, perché al di là del legittimo orgoglio per ciò che già è e fa, riconosce l’importanza di un Locarnese forte e aggregato come unica via per la crescita della regione. Aggiungo che la vedo anche molto rispettosa delle specificità dei Comuni che parteciperanno al pre-studio. Mi vengono ad esempio in mente quelli con cui condivide la collina, con le loro richieste e peculiarità. La Città è la Città, e al di là dei pregi e dei difetti ha comunque un valore che le va riconosciuto. Ma chi la governa è consapevole che per mantenere un ruolo che appare oggi un po’ in perdita di velocità deve rafforzarsi nell’ambito di un discorso comprensoriale. Sto parlando del peso specifico necessario per portare avanti quei dossier di competenza cantonale che da tempo faticano ad avanzare, ma anche per promuovere quei progetti di valenza regionale o cantonale che oggi necessitano del consenso di tutti i Comuni coinvolti, con tutte le difficoltà che ciò comporta, come lo stesso Locarnese ci ha già dimostrato.
Rimane viva e significativa la “questione Gerre di Sotto”. Il Piano come entità territoriale le sente affini e le reclama, ma la Città proprietaria non ci sente. Eppure le stesse Gerre hanno in passato espresso chiaramente alle urne la loro preferenza per il Piano, ricambiando dunque il sentimento che aleggia sul loro territorio di riferimento. La posizione del Cantone a questo proposito?
Noi come Dipartimento, e lo dico sempre, non abbiamo un approccio impositivo, dall’alto verso il basso. Il nostro è piuttosto un ruolo di promozione e di stimolo. Quando i Comuni del Piano hanno sollevato la questione delle Gerre di Sotto, noi abbiamo chiamato Locarno chiedendo se quella parte del loro comprensorio potesse essere oggetto di riflessione e di discussione per lo scenario del Piano. Locarno, in quanto proprietario, ci ha risposto che in questo momento assolutamente non lo è perché contribuisce a darle valore e stabilità. La reazione di Locarno è poi stata comunicata ai Comuni. Questa è l’unica risposta possibile alla sua domanda.
Articolo pubblicato nell’edizione di venerdì 7 febbraio 2025 de La Regione