Scadeva oggi il termine per i 25 giudici del Tribunale d’appello per farsi avanti e trasferirsi al Tribunale penale cantonale (Tpc), lasciando quindi il proprio attuale settore. Nessuno, però, si è fatto avanti. Un risultato che non sorprende il direttore del Dipartimento delle istituzioni Norman Gobbi. “Era immaginabile, proprio perché i giudici penali hanno una maggiore visibilità e ciò non è per tutti”, sottolinea Gobbi ai microfoni di Ticinonews. “Questo è anche uno degli elementi che abbiamo sottolineato oggi durante l’audizione con il presidente del Tribunale d’appello, Giovan Maria Tattarletti, e con il presidente reggente del Tpc, Marco Villa, nel segnalare che i profili che dovranno essere identificati per fare da giudici supplenti straordinari, o da giudici, dovranno avere non solo competenze di carattere tecnico-giuridico in ambito penale, ma anche quella capacità personale di saper gestire un dibattimento penale con interrogatori, accusa, difesa e testimoni“.
Nomine ad interim
Adesso tocca dunque al Consiglio di Stato nominare le due persone che dovranno aiutare ad interim il Tpc. La speranza è che siano operative già a febbraio. “In queste ore si sta verificando la possibilità di tali persone a essere a disposizione, proprio perché uno degli obiettivi è di averle subito operative, sapendo che comunque ci vogliono almeno un paio di settimane per regolare le loro attuali attività”, precisa Gobbi.
Dall’altra parte vi è la questione della sostituzione di Mauro Ermani che, visto il mancato soccorso da parte degli altri giudici del Tribunale d’appello, è diventata ancor più impellente. Questo compito spetta alla Commissione giustizia e diritti, anche lei al lavoro. “Tra oggi e domani apriremo il concorso per la sostituzione di Ermani”, conferma il presidente della Commissione Fiorenzo Dadò. “Nessun giudice del Tribunale d’appello ha esercitato il diritto di opzione, dunque il posto al momento è vacante”. In questo caso il tasto dolente, e politico, è rappresentato da una questione: i giudici straordinari potranno candidarsi anche alla sostituzione di Ermani o partiranno sconfitti in partenza? “È possibile che si candidino anche loro, tuttavia la Commissione è stata chiara: non ci sarà nessun tipo di vantaggio o svantaggio per chi si candida a questo posto, anche se si tratta di giudici straordinari o giudici supplenti”, chiarisce Dadò.
Un’apertura, quella della Commissione, che solleva il direttore del Dipartimento delle istituzioni. “La giudico positiva, proprio perché si è capito che a fronte di una situazione straordinaria le posizioni ordinarie non vanno più bene”, afferma Gobbi. “Occorreva quindi una maggiore flessibilità nel riconoscere che un giudice supplente straordinario si potesse poi candidare anche al posto di giudice ordinario con il concorso. Ciò è stato recepito proprio perché ci troviamo in una situazione straordinaria e l’obiettivo è dare fiducia e garantire un buon funzionamento al Tribunale penale cantonale e, di riflesso, riportare quella fiducia di cui tutto il sistema giudiziario ha bisogno”, conclude Gobbi.
****
Un concorso per il dopo Ermani
https://www.rsi.ch/play/tv/-/video/-?urn=urn:rsi:video:2519374
****
C’è un giudice da eleggere e supplenti quasi trovati
Assessment per i candidati? Dadò: non escludiamo un approfondimento maggiore. Gobbi: individuati i giudici straordinari, attendiamo da loro una conferma
A breve, forse già oggi, il concorso per l’elezione del sostituto di Ermani. Mentre il governo ha individuato i nomi dei magistrati straordinari: attende la conferma della loro disponibilità.
L’articolo 25 della Log afferma che “i nuovi magistrati procedono ai loro incombenti nello stato in cui la causa si trova”. Secondo capoverso, quello citato da Padlina: “Se il dibattimento finale è già cominciato o compiuto e la sentenza non è ancora redatta e approvata dai magistrati usciti di carica, la causa dev’essere chiamata per un nuovo dibattimento, salvo diverso accordo fra le parti”. Terzo e ultimo capoverso: “Nei dibattimenti penali, costituita la Corte, essa continua nei suoi incombenti fino al giudizio”. C’è un altro secondo capoverso, ma questo dell’articolo 80 del Codice di procedura penale: “Le decisioni sono emesse per iscritto e motivate. Sono firmate da chi dirige il procedimento e dall’estensore del verbale e notificate alle parti”. E c’è la giurisprudenza, come quella richiamata da Padlina. Questione complessa, appunto.
Un concorso per voltare pagina
Nessun giudice del Tribunale d’appello ha esercitato il diritto d’opzione per sostituire il dimissionario Mauro Ermani: la Commissione ha aperto il bando pubblico – Il presidente Fiorenzo Dadò: «Serviranno tre-quattro mesi» – Intanto si lavora alla nomina di due supplenti
Il primo passo formale per la nomina del successore di Mauro Ermani in seno al Tribunale penale cantonale è stato compiuto. La Commissione Giustizia e diritti ha infatti preparato il relativo bando di concorso, che verrà pubblicato oggi e porterà all’elezione di un giudice ordinario. Il semaforo verde è arrivato perché nessun magistrato del Tribunale d’appello ha esercitato il diritto di opzione entro i termini stabiliti. Insomma, chi poteva utilizzare una «corsia preferenziale» senza passare da un concorso, non lo ha fatto. «Nessuno si è fatto avanti», ha confermato a questo proposito Fiorenzo Dadò, presidente della Commissione. Via libera dunque alla pubblicazione del bando pubblico. Un bando che tuttavia conterrà una «sfumatura», che si collega all’altro filone, quello delle nomine di uno o più giudici straordinari in sostituzione di Siro Quadri e Francesca Verda Chiocchetti, destituiti in dicembre dal Consiglio della Magistratura. Andiamo con ordine: i candidati che si sono palesati negli scorsi giorni, secondo quanto aveva riferito il Governo (organo di nomina dei supplenti), «hanno esplicitamente espresso l’interesse a inoltrare la loro candidatura per l’eventuale posizione aperta presso il Tribunale d’appello/Tribunale penale cantonale, fatta riserva della facoltà di esercitare il diritto di opzione interno». Tradotto, significa che i magistrati che si sono fatti avanti per la supplenza di Quadri e Verda Chiocchetti si sono detti interessati anche alla sostituzione di Ermani. Un aspetto ritenuto «problematico» dalla Commissione, che vuole evitare qualsiasi interferenza nella procedura di nomina. Eccola, dunque, la sfumatura: «Nel concorso ci sarà una frase in più: se a concorrere saranno dei giudici straordinari, ciò non costituirà né una pregiudiziale né una via preferenziale », ha spiegato Dadò. In buona sostanza, il Parlamento potrà operare liberamente la scelta e non sarà in alcun modo influenzato. Il fatto che i giudici straordinari siano eventualmente interessati a lavorare in via «ordinaria» al TPC non conterà ai fini della nomina. «A fronte di una situazione straordinaria, le normali posizioni non vanno più bene », ha commentato Norman Gobbi, sentito in mattinata dalla stessa Commissione assieme a Frida Andreotti (direttrice della Divisione Giustizia), Giovan Maria Tattarletti (presidente del Tribunale d’appello) e Marco Villa (vicepresidente del TPC).
«Rispetto alla consuetudine, da parte della Commissione serviva maggiore flessibilità nel riconoscere che un giudice supplente straordinario possa poi candidarsi anche al ruolo di giudice ordinario», ha aggiunto il consigliere di Stato. «Questo aspetto è stato recepito dalla Commissione. L’obiettivo è permettere il buon funzionamento del TPC e, di riflesso, di tutto il sistema giudiziario cantonale». L’iter per sostituire il presidente del TPC Mauro Ermani è dunque stato avviato: le tempistiche prima di arrivare a una nomina in Parlamento sono comunque piuttosto lunghe. Dadò, infatti, ha parlato di «tre-quattro mesi». È anche possibile che la Commissione procederà con una serie di «assessment»: «La Commissione sta valutando l’opportunità di procedere con valutazioni più approfondite» sui candidati, ha chiosato ancora il deputato del Centro.
La palla passa ora al Consiglio di Stato, che dovrà procedere con la nomina di due giudici supplenti: il Dipartimento ha già individuato due nomi. Tuttavia, il fatto che nessun magistrato abbia avanzato la propria candidatura esercitando il diritto d’opzione, secondo Gobbi non deve sorprendere più di tanto. «Era immaginabile proprio perché i giudici penali hanno una maggiore visibilità e dunque non è un ruolo adatto a tutti», ha sottolineato. «È uno degli elementi che abbiamo portato in Commissione assieme a Giovan Maria Tattarletti». I profili che dovranno fungere da supplenti dovranno quindi avere «competenze tecnico giuridiche in ambito penale, così come capacità personali adatte a gestire un’aula penale, un dibattimento con interrogatori, accusa, difesa e testimoni ». A questo punto, l’obiettivo del Dipartimento delle istituzioni è di procedere celermente con la nomina dei due giudici straordinari. «In queste ore si sta verificando la disponibilità delle persone coinvolte », ha confermato Gobbi. «Vorremmo averle operative al più presto, posto che serviranno un paio di settimane per regolare le loro attuali attività o le loro posizioni». L’orizzonte è nominare queste figure entro la fine del mese, per renderle operative in seno al TPC da inizio febbraio. Durante l’incontro con la Commissione, il giudice Villa ha altresì spiegato gli accorgimenti presi dal Tribunale per garantire l’operatività della corte. Da un lato, ha ricordato Gobbi, sono stati ripresi i dossier pendenti attribuiti ai due giudici sostituiti e al giudice dimissionario; dall’altro è stato attivato il lavoro dei cancellieri ed è stata data priorità dei dossier in base agli imputati in carcere.
Articolo pubblicato nell’edizione di martedì 21 gennaio 2025 del Corriere del Ticino