“Unità d’intenti per la Giustizia!”

“Unità d’intenti per la Giustizia!”

Norman Gobbi sintetizza i passi necessari per completare il TPC

Le ultime settimane del 2024, così come le prime di questo 2025, sono state caratterizzate a livello politico e mediatico dalla situazione creatasi all’interno del Tribunale penale cantonale (TPC), con due giudici su 5 destituiti dal Consiglio della Magistratura e con il presidente dello stesso tribunale che ha rassegnato le dimissioni per motivi di salute. Sono quindi oggi operativi solo 2 giudici al TPC. Ne abbiamo parlato con il Direttore del Dipartimento delle istituzioni, Norman Gobbi. “Le gravi tensioni di natura interpersonale all’interno del Tribunale hanno portato a queste conseguenze. Ma il TPC ha continuato e continua a svolgere un lavoro egregio, garantendo l’attività nonostante il collegio giudicante si sia ritrovato in questa situazione. È un elemento importante da evidenziare, soprattutto perché i media hanno veicolato per tutto il 2024 il messaggio secondo cui il TPC si trova nel caos. Se ciò fosse vero, l’attività sarebbe collassata, si sarebbe bloccata, provocando gravi ripercussioni per la Giustizia penale ticinese. Così non è stato e di questo occorre tenerne conto. L’istituzione-Giustizia, di cui il TPC è una sezione numericamente minore rispetto ad altre ma mediaticamente molto esposta, ha quindi retto”.

Ora – al di là degli aspetti giuridici legati a ricorsi ancora possibili da parte dei due giudici destituiti – bisogna metterci una pezza, nel senso di trovare i sostituiti per completare l’ufficio. “È l’impegno che si è da subito assunto il Consiglio di Stato per le procedure che gli competono, assieme al Tribunale d’appello e al Parlamento. Da un lato entro la fine del mese di gennaio c’è la volontà di trovare due giudici supplenti che potranno entrare in servizio in tempi rapidi. Dall’altra l’Ufficio presidenziale può già avviare la procedura di concorso per la nomina di un giudice ordinario al posto del presidente dimissionario. Nomina che spetta al Gran Consiglio, mentre per i due giudici supplenti la competenza è del Governo ai sensi dell’articolo 24 della Legge sull’organizzazione giudiziaria. Come Dipartimento e come Governo ci stiamo muovendo in modo coordinato con il Tribunale d’appello. E ribadisco che per affrontare e risolvere questa situazione è necessaria la collaborazione dei tre poteri istituzionali, costituiti dall’Esecutivo, dal Gran Consiglio e dalla Magistratura. Sono convinto che la strada della collaborazione tra i tre poteri sia l’unica percorribile nell’interesse dell’istituzione-Giustizia, perché ci porta a un’impostazione condivisa su ciò che è bene fare e ci permette di trovare soluzioni con maggior rapidità. È quanto vale anche per le modifiche dell’apparato della nostra Giustizia cantonale, se vogliamo realmente trovare soluzioni che ne migliorano la funzionalità nell’interesse principale delle cittadine e dei cittadini del nostro amato Ticino e delle nostre aziende. Come ho già avuto modo di dire in più di un’occasione, se vogliamo davvero fare gli interessi della Giustizia le polemiche devono lasciar spazio a una costruttiva concordanza”, conclude il Consigliere di Sato Norman Gobbi.

Articolo pubblicato nell’edizione di domenica 19 gennaio 2025 de Il Mattino della domenica