Gli attuali difficili rapporti fra i due livelli istituzionali e l’auspicio del capo della Sezione enti locali: ‘Collaborazione per rispondere alle necessità dei cittadini’
Le tensioni tra Comuni e Cantone non sono davvero mancate negli ultimi mesi. Basti pensare alla dura presa di posizione dell’Associazione dei Comuni ticinesi di fine ottobre. Nel comunicato diramato in seguito all’assemblea dei propri delegati, l’Act lamentava “una progressiva erosione dei margini di manovra dei Comuni, in termini di riduzione dei mezzi finanziari a libera disposizione e di un effettivo potere decisionale”. A metà novembre le bordate all’indirizzo del Cantone sono partite dai centri urbani. “I Municipi delle Città ritengono che sia giunto il momento di porre fine alla politica dello ‘scaricabarile’, rinunciando da subito a ulteriori aggravi finanziari unilaterali a carico dei Comuni, e che occorra avviare una seria discussione sul futuro ruolo dei Comuni”: questo e altro nella lettera inviata dai sindaci di Bellinzona, Chiasso, Locarno, Lugano e Mendrisio a Consiglio di Stato, Gran Consiglio e commissione parlamentare della Gestione, in quel periodo alle prese con il Preventivo 2025 del Cantone. Ora però c’è chi invita a voltar pagina. Dal Dipartimento istituzioni il capo della Sezione enti locali Marzio Della Santa scrive: “Guardiamo con fiducia e ottimismo al futuro, certi che solo il dialogo e la collaborazione tra i due livelli istituzionali permettano a tutti gli attori di trovare soluzioni sostenibili e pragmatiche per uscire insieme, più forti, da questo momento di crisi”.
‘Tensioni esacerbate dal contesto economico e finanziario’
In una recente comunicazione agli esecutivi e ai legislativi comunali, Della Santa non si limita ad augurare buone feste. Coglie l’occasione anche per soffermarsi sui rapporti Comuni-Cantone. Accennando pure alle tensioni, “esacerbate dalle difficoltà che il contesto economico e finanziario sta imponendo a Confederazione e Cantoni, oltre che agli stessi Comuni”. Con “il 2024” che ha segnato “il probabile avvio di un periodo di incertezze e sfide, in particolare per quanto riguarda la sostenibilità delle finanze pubbliche”. I Comuni, “benché finanziariamente solidi”, almeno per ora, sono comunque chiamati “a gestire una crescente pressione dovuta alla precarietà delle entrate, all’incremento delle necessità sociali ed economiche e alle difficoltà delle finanze di Confederazione e Cantoni, che navigano in mari in tempesta”, annota il responsabile della Sel: “Anche per queste ragioni, ma non solo, desideriamo esprimere il nostro profondo ringraziamento a tutti voi, per il lavoro instancabile che svolgete quotidianamente come enti di prossimità”. I Comuni “sono il punto di riferimento principale per i cittadini, e in momenti di crisi come quello che stiamo vivendo la vostra vicinanza, la vostra capacità di ascoltare e di rispondere tempestivamente alle necessità delle persone è fondamentale”.
‘Promuovere un equilibrio tra le esigenze locali e quelle cantonali’
Continua Della Santa: “L’invito per il 2025 è di impegnarvi a favore di un Ticino coeso istituzionalmente”. Un invito a “ricercare e sostenere” un dialogo “franco e costruttivo col Cantone”, in grado “di promuovere un equilibrio tra le esigenze locali e quelle cantonali, in un momento in cui la collaborazione tra i vari livelli di governo è più che mai necessaria”. E ancora: “Proprio quando si aprono divisioni e disgregazioni, voi siete chiamati a unire, a promuovere il dialogo e il confronto, con una visione capace, al contempo, di difendere e di costruire”. E allora, prosegue il capo della Sezione enti locali, “è opportuno sottolineare l’importanza del buon governo e del dialogo costante tra i vari livelli istituzionali. Solo grazie alla collaborazione tra Cantone e Comuni potremo riuscire a progettare e attuare politiche pubbliche che rispondano alle necessità dei cittadini e delle aziende del nostro territorio, pur in un momento di difficoltà economica. La solidarietà tra gli enti locali e tra i vari livelli di governo è ciò che ci permetterà di uscire più forti da questa crisi istituzionale e di rafforzare ulteriormente il nostro sistema di governance”.
Dafond (Act): ma si riconoscano con i fatti le nostre prerogative e competenze
Osserva, interpellato dalla ‘Regione’, il presidente dell’Associazione dei Comuni ticinesi Felice Dafond: «I Comuni – realtà, ricordo, riconosciute dalla Costituzione – si impegnano da sempre a favore di un Ticino istituzionalmente coeso: detto questo e affinché le parole e le buone intenzioni non rimangano tali, occorre che anche il Cantone faccia la sua parte riconoscendo prerogative e competenze degli enti locali. Altrimenti, come l’Act ha già avuto modo di evidenziare, i Comuni diventano semplicemente degli sportelli del Cantone. Cosa che a noi non va bene». Aggiunge Dafond: «Se Consiglio di Stato e Gran Consiglio continuano ad attribuire nuovi compiti agli enti locali e nel contempo li privano delle necessarie risorse anche finanziarie, si riduce la progettualità del Comune, con conseguenze pesanti per i suoi cittadini. Vero, al Preventivo 2025 del Cantone è stato apportato qualche correttivo dal parlamento, ma la sostanza non cambia. Pertanto il mio auspicio è che dal prossimo anno si torni a discutere seriamente – perché sui dossier si compiano passi avanti – di perequazione intercomunale, di ‘Ticino 2020’ e di autonomia comunale».
Articolo pubblicato nell’edizione di lunedì 23 dicembre 2024 de La Regione