Tour tra le piazze del Cantone
La polizia: “Le misure vengono attuate in maniera puntuale e adeguata”
“Non ci sono indicazioni di un’accresciuta minaccia”. Dopo l’attentato al mercatino di Natale di Magdeburgo, il capo del Dipartimento delle istituzioni Norman Gobbi si esprime ai microfoni della RSI sulla situazione in Ticino. Visitando i vari mercatini del cantone, si notano però differenze nei dispositivi di sicurezza: tra chi ha mantenuto le misure precedenti e chi le ha rafforzate.
A Locarno non sono presenti transenne fisse nell’area della Piazza Grande. “Le misure di sicurezza per Winterland sono state attentamente pianificate seguendo le disposizioni impartite dalla polizia comunale e cantonale”, spiegano gli organizzatori dell’evento locarnese.
Anche al mercatino di Chiasso non ci sono particolari protezioni, se non una transenna ai lati della strada e un cartello di divieto. Il capo del Dicastero sicurezza pubblica Luca Bacciarini ha indicato che il mercatino non è stato considerato “a rischio a fronte di quanto successo in Germania”, ma che “non escludo per il futuro eventuali misure supplementari”.
A Bellinzona, invece, tra transenne fisse e dissuasori, è quasi impossibile che un’auto riesca ad accedere al mercatino. “Dopo quanto successo abbiamo aumentato le ronde, c’è più personale che controlla quello che capita”, riferisce Mauro Minotti, alla testa del dicastero responsabile della sicurezza. “A essere importante è anche la videosorveglianza”, aggiunge.
Passando a Lugano, oltre ai “panettoni” di cemento, sono spuntati anche dei grandi dadi di calcestruzzo, pensati per proteggere Piazza Manzoni, cuore del mercatino. “Abbiamo questo dispositivo di sicurezza che è adeguato ai livelli di rischio”, indica Karin Valenzano Rossi, capa del Dicastero sicurezza e spazi urbani.
Ogni città è diversa
Differenti città e differenti approcci alla sicurezza, come mai? La polizia cantonale ha risposto per iscritto alla RSI: ”I corpi di polizia sono in contatto permanentemente con le autorità federali per quanto riguarda la valutazione e i dispositivi di sicurezza da attuare”, si legge. “Queste misure di protezione vengono condivise dalla polizia cantonale con i corpi delle polizie comunali per i rispettivi territori di competenza, così da procedere alla loro attuazione in maniera puntuale e adeguata”.
Anche Norman Gobbi sottolinea che le valutazioni sono puntuali e che ogni città presenta delle differenze morfologiche. Riguardo al fenomeno, il capo del Dipartimento delle Istituzioni sottolinea che “di solito sono dei lupi solitari o delle persone con gravi problemi psichiatrici che poi arrivano a sfogare la loro violenza in questo modo”.