Comunicato stampa
Il Dipartimento delle istituzioni, il Dipartimento della sanità e della socialità e il Dipartimento dell’educazione, della cultura e dello sport hanno presentato nel corso di una conferenza stampa il bilancio d’attività sul fronte della lotta alla violenza domestica nel corso dell’ultimo anno. I Consiglieri di Stato Norman Gobbi, Raffaele De Rosa e la Consigliera di Stato Marina Carobbio Guscetti nei rispettivi ambiti di loro competenza hanno sottolineato quanto sia importante un’azione comune e coordinata a tutti i livelli: sul piano federale, sul piano cantonale, su quello comunale, assieme alla società civile.
È dal 2021, con un aggiornamento e un affinamento nel 2022, che il Canton Ticino si è dotato del Piano d’azione cantonale contro la violenza domestica. Un documento programmatico, con una ottantina di misure concrete, voluto dal Consiglio di Stato e inserito nei suoi obiettivi di legislatura, sia per il 2019/2023, sia per il quadriennio in corso.
Dal livello nazionale al livello cantonale
Il Direttore del Dipartimento delle istituzioni, Norman Gobbi, proprio ieri, lunedì, ha partecipato in rappresentanza dei Cantoni al primo Dialogo nazionale su violenza di genere e discriminazione organizzato dalla consigliera federale Elisabeth Baume-Schneider, assieme alle Città. È stato presentato il rapporto intermedio sul piano d’azione nazionale per l’attuazione della Convenzione di Istanbul. Agganciandosi a questo incontro e sottolineando gli obiettivi posti a livello nazionale, Norman Gobbi ha ricordato i quattro assi definiti dal Piano d’azione cantonale. La Prevenzione, con 32 misure realizzate, sul totale di 36 (2 sono in fase di sviluppo e 2 sono state sospese); la Protezione, con 21 misure realizzate su 24 e 3 in fase di sviluppo; il Perseguimento, con 12 misure realizzate su 13 e l’asse delle Politiche coordinate, con 6 misure su 7 realizzate e 1 in fase di sviluppo.
Un bilancio positivo, quindi, quello che si può tracciare per il Piano d’azione cantonale: 71 misure attivate su 80 e il tutto senza finanziamenti specifici per questo scopo. Decisivo è stato il contributo del coordinamento istituzionale, garantito dalla Divisione della Giustizia. Anche sull’asse “Perseguimento”, di specifica competenza del DI, Gobbi ha dato un giudizio molto positivo, grazie al primo anno di attività dalla sua introduzione del Centro di competenza violenze presso la Polizia cantonale e alla presentazione della revisione totale della legge sulla Polizia (Messaggio al vaglio del Gran Consiglio) tra le cui novità figurano la base legale per il processo di gestione delle minacce e la proroga dagli attuali 10 a 30 giorni dell’allontanamento dal domicilio dell’autore di violenza. In conclusione il Direttore del DI ha sottolineato come la creazione del primo Istituto di medicina legale del Canton Ticino – una misura ulteriore rispetto alle 80 inserite nel Piano d’azione cantonale – sostenga la Magistratura nella determinazione della dinamica dei fatti e della raccolta delle prove, grazie alle visite sulle persone che hanno subito violenza e sviluppa dinamiche positive nell’ambito della lotta alla violenza domestica, come l’avvio del primo CAS in infermieristica forense, iniziatosi proprio stamattina.
Politiche coordinate e messa in rete
Il Direttore del Dipartimento della sanità e della socialità, Raffaele De Rosa, ha messo l’accento sull’unità d’intenti come strumento per consolidare ulteriormente la lotta alla violenza domestica, ricordando come la violenza domestica sia una piaga sociale e un fallimento collettivo nella capacità di garantire equità, protezione e dignità all’interno delle relazioni umane. Da qui l’importanza di rafforzare politiche coordinate tra i vari servizi e con gli enti e le associazioni attive sul territorio, come anche il lavoro in rete. Nell’asse strategico della Prevenzione occorre mettere in campo campagne informative nazionali e cantonali, oltre a sensibilizzare la popolazione e promuovere la formazione, con un focus su giovani, scuola e professionisti in ambito sociale, sanitario e giuridico. De Rosa ha ricordato che il DSS si occupa in particolare della prevenzione e della protezione e contribuisce all’asse delle politiche coordinate. Tra le azioni concrete, da sottolineare a livello federale l’introduzione del numero unico centrale nazionale, che, come ricordato ieri a Berna, si prevede sarà attivo a partire da fine del 2025/inizio 2026.
Da ricordare inoltre la realizzazione, sempre a livello nazionale, della Guida per l’esame e l’organizzazione delle relazioni personali dei minori in caso di violenza domestica (CSVD). Il Direttore del DSS ha menzionato anche “Liberati dal silenzio”, un progetto realizzato dal Servizio per l’aiuto alle vittime: sette video animati creati da artisti e artiste svizzeri sulla base di testimonianze di donne vittime di violenza domestica. Lo stesso è stato arricchito da una guida con proposte di attività specifiche sul tema della violenza che coinvolge le giovani coppie e da un indirizzario di servizi a cui è possibile rivolgersi per ricevere informazioni, consulenza, aiuto. A livello cantonale il DSS, tra le altre cose, ha sviluppato un protocollo di presa a carico delle vittime nei Pronto soccorso dell’EOC; partecipa assieme ad altri rappresentanti istituzionali e della società civile ad azioni di sensibilizzazione i medici di famiglia; per il tramite dell’Ufficio del farmacista cantonale ha collaborato alla creazione di una formazione specifica destinata a farmacisti e aiuto farmacisti, oltre ad aver attivato un monitoraggio del tasso di occupazione di strutture protette. Non da ultimo il “Progetto oltre”, che offre un alloggio transitorio a madri e figli (già accolti nelle case protette) e che necessitano di accompagnamento e condizioni adeguate per ricostruire un progetto di vita autonomo.
Scuola, terreno importante per la prevenzione
La Direttrice del Dipartimento dell’educazione, della cultura e dello sport, Marina Carobbio Guscetti, ha sottolineato con soddisfazione l’avvio, lo scorso ottobre, della consultazione da parte del Consiglio federale sulla revisione parziale della legge federale concernente l’aiuto alle vittime. Questa iniziativa si basa su una mozione da lei presentata durante il suo mandato come Consigliera agli Stati, oltre che su due mozioni promosse dalle consigliere nazionali Funiciello e De Quattro. L’obiettivo della modifica è di ridurre al minimo le barriere all’accesso alle cure primarie per le vittime di violenza. In questo contesto, è necessario che sia garantita la presenza di centri di crisi per vittime di violenza sessuale, domestica e di genere in ogni Cantone o tramite centri regionali condivisi. Uno dei punti cardine per rafforzare la protezione contro la violenza domestica è anche assicurare la formazione specifica per i professionisti e le professioniste che intervengono in prima linea: personale sanitario, forze dell’ordine, operatori sociali, personale scolastico, giuristi. Oltre a ricordare quanto si sta facendo a livello nazionale, la Direttrice del DECS ha evidenziato quanto si sta muovendo in Ticino. L’apertura ufficiale proprio questa mattina, citata dal Consigliere di Stato Gobbi, del CAS in infermieristica forense della Scuola universitaria professionale della Svizzera italiana (SUPSI). Ma anche il recentemente incontro con i responsabili della Facoltà di medicina dell’Università della Svizzera italiana (USI) e l’Istituto di medicina legale per valutare l’introduzione di moduli per il Master di medicina, finalizzati alla formazione per la presa a carico delle vittime di violenza domestica e sessuale già negli studi di medicina. Non si deve agire tuttavia solo in ambito specialistico, ha ricordato Carobbio Guscetti: la scuola rappresenta un terreno importante per prevenire la violenza domestica e sessualizzata, attraverso l’educazione e la sensibilizzazione, favorendo una società più paritaria. Tra i progetti, Marina Carobbio Guscetti ha voluto ricordare “Batticuore. Amicizia, amore e sessualità senza violenza”, avviato in via sperimentale nell’anno scolastico 2023/2024 e in corso anche quest’anno. Altre iniziative, come le direttive sui comportamenti inadeguati in ambito scolastico, emanate nel giugno 2023, e la formazione degli ispettori e delle ispettrici di tirocinio, aiutano a creare un contesto più sicuro e inclusivo per le giovani generazioni.
In conclusione il Direttore del Dipartimento delle istituzioni Norman Gobbi ha presentato il programma coordinato dalla Divisione della giustizia con tutti i partner pubblici e privati nell’ambito della campagna “16 giorni di attivismo contro la violenza di genere”, (vedi allegato) e ha ricordato la serata pubblica del 5 dicembre a Mendrisio “Violenza domestica: combatterla è responsabilità di tutti!”.
Alcune cifre del 2023
In Svizzera:
19’918 reati di violenza domestica (vie di fatto, minacce, ingiurie e lesioni semplici, …) su 523’000 ca. complessivi: 25 omicidi (47,2% di tutti gli omicidi consumati registrati); 147 lesioni gravi e 368 reati per violenza carnale (in aumento del 20% rispetto al 2022); 70.1% vittima è donna, 29.9% è uomo.
In Ticino:
Su 1’037 interventi in ambito di disagio familiare: 63 allontanamenti da domicilio ordinati dalla Polizia; 202 allontanamenti dal domicilio volontario dell’autore; 110 autori/autrici incontrati dall’Ufficio dell’assistenza riabilitativa; 38 donne vittime di violenza domestica e 35 bambini sono stati ospitati dalle due Case protette.