Incontro annuale tra il Dipartimento delle istituzioni e la Giustizia di pace

Incontro annuale tra il Dipartimento delle istituzioni e la Giustizia di pace

Comunicato stampa

Nell’Aula Magna del Centro professionale tecnico di Lugano-Trevano si è svolto martedì 8 ottobre l’annuale incontro organizzato dal Dipartimento delle istituzioni con la Giustizia di pace. Un pomeriggio suddiviso in due parti: la prima, di carattere informativo e formativo, ha visto gli interventi della Direttrice della Divisione della giustizia, Frida Andreotti, dell’Aggiunta alla Direttrice Monica Bucci e della giurista Ljence Milani. Il Pretore del Distretto di Lugano, Carlo Paris e l’avv. Enrico Pusterla, già Pretore e oggi consulente dei Giudici di pace, hanno poi svolto due momenti di formazione pratica. La seconda parte è stata invece caratterizzata dagli interventi istituzionali del Consigliere di Stato e Direttore del Dipartimento delle istituzioni, Norman Gobbi, del Presidente del Consiglio della magistratura, Damiano Stefani, e della Presidente dell’Associazione ticinese dei giudici di pace, Emma Crugnola.  

La Direttrice della Divisione della giustizia, avv. Frida Andreotti, ha tracciato un rendiconto sull’attività svolta dalla Giustizia di pace nel 2023: i nuovi incarti sono stati 7’480 con un leggero aumento rispetto al 2022 (7’241); quelli evasi sull’arco dei 12 mesi assommano a 7’526, una cifra quindi superiore ai nuovi incarti.
Ricordando il ruolo di supporto della Divisione della giustizia a favore dei Giudici di pace, Frida Andreotti si è in particolare soffermata sulla formazione, pilastro indispensabile per mantenere e far crescere competenze, qualità e professionalità dei Giudici di pace e dei Giudici di pace supplenti.
A questo proposito Monica Bucci, Aggiunta alla Direttrice di Divisione, ha fatto un bilancio sul primo corso di formazione di base organizzato d’intesa con la Scuola universitaria professionale della Svizzera italiana (SUPSI) per 21 Giudici di pace e 3 Giudici di pace supplenti.
Per il 2025, come anticipato da Frida Andreotti, si intende ampliare i corsi introduttivi destinati ai neo eletti e proseguire con i corsi di formazione continua, in particolare sulle modifiche del Codice di procedura civile (CPC) che entreranno in vigore il 1° gennaio 2025. Sulle ormai prossime modifiche del CPC l’avv. Ljence Milani, giurista presso la Divisione della giustizia, ha toccato alcuni articoli che presentano novità per la Giustizia di pace con le relative implicazioni.
L’intenso pomeriggio è proseguito con la parte istituzionale. In particolare il Consigliere di Stato e Direttore del Dipartimento delle istituzioni, Norman Gobbi, ha approfittato dell’occasione per affermare l’attaccamento del Dipartimento e di tutto il Governo alla storica figura del Giudice di pace ticinese, per la sua importanza nel contesto giudiziario e sociale del Canton Ticino. Un attaccamento soprattutto nei fatti, perché “mentre dalla sottocommissione parlamentare della giustizia e diritti veniva ipotizzata addirittura l’abolizione della figura storica del Giudice di pace, lo stesso giorno ho sottoposto al Consiglio di Stato la proposta di costituzione dell’apposito Gruppo di progetto nell’ambito della riforma della Giustizia di pace. Nel definire i principi che guideranno la riforma, il Consiglio di Stato ha sancito la volontà di continuare a far capo ai Giudice di pace “laici”, quindi non necessariamente di formazione giuridica, eletti dal Popolo. Certo, con i rafforzamenti del caso in particolare a livello della formazione dei giudici e dell’organizzazione delle Giudicature di pace. Fortunatamente – ha sottolineato Norman Gobbi –  la Commissione giustizia e diritti del Gran Consiglio ha rivisto la prima uscita, anche a seguito dell’audizione con i rappresentanti dell’Associazione ticinese dei Giudici di pace”.
Il presidente del Consiglio della Magistratura, avv. Damiano Stefani, ha ribadito come i Giudici di pace e i supplenti garantiscono un lavoro encomiabile a favore della giustizia e per i cittadini, soffermandosi sui valori che devono guidare il lavoro del magistrato in favore della Giustizia e della collettività. Un impegno che deve essere sempre corroborato dalla formazione, come avviene in maniera continua in questi anni.
La Presidente dell’Associazione ticinese dei Giudici di pace, Emma Crugnola, ha quindi sottolineato l’importanza della Giustizia nell’attuale contesto storico contraddistinto da profondi e rapidi mutamenti, con la Giustizia di pace che nel nostro Cantone rappresenta un Istituto storico e radicato sul territorio, che assicura quotidianamente un servizio fondamentale a beneficio della popolazione.