Comunicato stampa
Il Dipartimento delle istituzioni, congiuntamente allo Stato Maggiore Regionale di Condotta (SMRC) Vallemaggia, ha presentato questa mattina nella sede della Centrale comune d’allarme (CECAL) a Bellinzona un bilancio dell’attività e degli interventi messi in campo a seguito dell’emergenza causata dall’alluvione del 30 giugno scorso in Alta Vallemaggia. Oggi termina il prezioso lavoro dell’Esercito a sostegno della regione, mentre domani, 17 settembre, sarà anche l’ultimo giorno d’attività dello Stato Maggiore Regionale di Condotta: un’occasione per ringraziare tutti gli enti della protezione della popolazione e tutte le persone, volontari compresi, che si sono sinora spese per le comunità della Valle così duramente colpita. Finisce la fase emergenziale, ma proseguirà l’impegno del Cantone.
Il presidente del Governo, Christian Vitta, ha ricordato i primi momenti di quella notte di sabato su domenica 30 giugno, quando è scattato l’allarme e quando è entrato subito in azione – intuita la gravità della situazione – lo Stato Maggiore Regionale di Condotta, diretto dall’Ufficiale della Polizia cantonale, Antonio Ciocco. Vitta ha evidenziato la qualità dell’organizzazione e della preparazione dello SMRC: una struttura ben rodata che consente all’autorità un intervento immediato ed efficace a favore della popolazione nei casi di crisi. Il presidente del CdS ha ricordato l’importanza di poter avere anche in futuro zone periferiche vitali, rivolgendo poi un pensiero di vicinanza alle famiglie delle persone scomparse durante la tragedia.
Il Consigliere di Stato Norman Gobbi – oltre a sottolineare il ruolo della Polizia cantonale e della Sezione del militare e della protezione della popolazione (SMPP) nel contesto dello Stato Maggiore di Condotta e il ruolo dei Comuni nella gestione delle crisi – ha proiettato le sue considerazioni verso il futuro. Ha annunciato che la Confederazione imporrà la costituzione a livello locale a partire dal 1. gennaio 2025 dei punti di raccolta d’urgenza, presidi comunali da utilizzare in caso di situazioni straordinarie in cui i metodi tradizionali di comunicazione sono impediti. Inoltre il Parlamento federale dovrà chinarsi a breve sulla strategia multicanale sollecitata dai Cantoni per il tramite dell’Ufficio federale della protezione della popolazione. Questo concetto prevede anche una tecnologia in grado di inviare allarmi agli utenti di telefonia cellulare che si trovano nelle immediate vicinanze di un’area a rischio. Il supporto dell’esercito nella situazione di crisi in Vallemaggia è stato fondamentale per molti interventi che altrimenti non si sarebbero potuti effettuare, soprattutto in tempi così brevi.
Il Divisionario Maurizio Dattrino, comandante della divisione territoriale 3, ha ripercorso le due fasi d’impiego dell’esercito, solleticate dall’autorità cantonale. L’impiego d’aiuto in caso di catastrofe con 55 militi nella prima fase è iniziato il 1. luglio e si è concluso il 28 luglio. Il servizio d’appoggio ha permesso in particolare l’istallazione del ponte provvisorio a Cevio, ma pure il ripristino di altre infrastrutture. Il Cantone, ha spiegato Dattrino, ha poi presentato ulteriori richieste di prestazioni e sono state svolte conformemente alle disposizioni dell’ordinanza sull’appoggio a favore di attività civili e di attività fuori dal servizio mediante mezzi militari. Quest’ordinanza permette, in determinate condizioni, di impiegare mezzi militari per questioni di importanza nazionale o di interesse pubblico. Di particolare rilievo l’attività a favore della ricerca delle persone scomparse, con il rammarico di non essere ancora riusciti a ritrovare la settima vittima.
L’ufficiale della Polizia cantonale Antonio Ciocco, capo dello SMRC nelle prime settimane, ha ripercorso l’evento, focalizzandosi su quanto svolto dagli enti di primo intervento con un cenno particolare sulle importanti attività di ricerca. Lo ha seguito il maggiore Patrik Arnold, comandante della Protezione civile Locarno e Vallemaggia, che ha ripreso la condotta dello SMRC nella fase di ripristino, il quale ha rappresentato le attività della PCi, sia durante la fase emergenziale sia in quella di ripristino. Federico Chiesa, capo ufficio presso la Sezione del militare e della protezione della popolazione, ha poi presentato l’intenso lavoro svolto dallo SMRC, sottolineando come sia essenziale in queste circostanze il coordinamento e la collaborazione di tutti gli enti preposti, come pure il contatto regolare con i Comuni. Dal canto suo Andrea Pedrazzini, geologo cantonale in rappresentanza del Dipartimento del territorio, ha infine evidenziato l’impegnativo lavoro per definire i nuovi piani d’emergenza che consentono la conoscenza approfondita della nuova realtà territoriale venutasi a creare in seguito ai catastrofici eventi naturali di fine giugno.