Rimandare, diluire, cancellare – un fiasco per l’esercito e la sicurezza nazionale

Rimandare, diluire, cancellare – un fiasco per l’esercito e la sicurezza nazionale

Comunicato stampa

La Società svizzera degli ufficiali ha preso con grande interesse del rapporto della Commissione di studio per la Politica di sicurezza (Vogt) e del rapporto sulla revisione dei compiti e il riesame dei sussidi (Gaillard), anche se non senza riserve per quanto riguarda le conclusioni. La SSU ritiene che un gruppo di esperti che si occupa di finanze non debba ponderare gli scenari di minaccia della politica di sicurezza in termini contabili al fine di rendere accettabili argomentazioni di politica finanziaria.

Il Consiglio federale e l’Esercito hanno stabilito nel messaggio sull’Esercito per il 2024 in quale modo e in quale finestra temporale vada ricostruita la capacità di difesa. La SSU sostiene con forza la crescita delle spese per la difesa di oltre l’8% entro il 2030, mentre il Consiglio federale ipotizza il 6,14% per gli anni dal 2025 al 2035 per raggiungere l’obiettivo dell’1% del PIL.
Il gruppo di esperti Gaillard si spinge oltre e raccomanda di esaminare un’ulteriore riduzione della crescita al 4,25%. Per finanziare un esercito credibile ed equipaggiato per una guerra, sono necessari investimenti per 40 miliardi, più altri 10 miliardi per le munizioni e le scorte. L’esercito ha un fabbisogno finanziario urgente di 13 miliardi di franchi svizzeri per la prima fase di riequipaggiamento.

L’esercito ha bisogno di qualcosa di più di un’esitante offerta di tempo
Per la SSU, tali drastici rallentamenti sono inaccettabili. Avrebbero un grave impatto sulla prontezza e sulla capacità di difesa. Un rinvio dell’obiettivo dell’1% del PIL al 2035 o il rischio di una crescita più lenta del 4,25% significherebbe che l’Esercito sarebbe in grado di respingere efficacemente un attacco militare solo negli anni successivi al 2040. L’Esercito sarebbe nuovamente costretto a dare priorità ai progetti di approvvigionamento rinunciando a quanto pianificato. La SSU giunge pertanto alla conclusione che anche le drastiche misure di riduzione dei costi non basteranno da sole ad adeguare l’Esercito alle sfide della politica di sicurezza entro un periodo di tempo ragionevole, ossia entro la metà del prossimo decennio.Quando nel 2024 il Parlamento stabilirà il corso della politica finanziaria per i prossimi 10-15 anni, le scelte sull’Esercito avranno un’influenza decisiva sull’orientamento della politica di sicurezza della Svizzera. La SSU si aspetta che il Consiglio federale e i membri di entrambe le camere federali sfruttino il potenziale di risparmio esistente nel bilancio federale. Saranno necessarie ulteriori entrate fiscali. Le necessarie modifiche costituzionali vanno affrontate senza indugio.