Il Consigliere di Stato sulla situazione al Tribunale penale: al di là dall’esito della vertenza, ci saranno conseguenze negative per le istituzioni
«Comunque vada, andrà a finire male». È un Norman Gobbi amareggiato quello che risponde al telefono. Amareggiato e preoccupato per gli ultimi clamorosi sviluppi della già pesante situazione venutasi a creare al Tribunale penale cantonale. Dove dopo le segnalazioni e controsegnalazioni al Consiglio della magistratura, derivanti da un presunto caso di mobbing, mobbing che una segretaria avrebbe subito da una collega di cancelleria del Tpc, i giudici Siro Quadri e Francesca Verda Chiocchetti hanno querelato, per reati contro l’onore, gli altri tre magistrati del Tribunale, e cioè il presidente Mauro Ermani, il vice Marco Villa e Amos Pagnamenta. Una denuncia in relazione ai contenuti di una precedente segnalazione a loro carico da parte dei tre al Cdm.
‘Denunce e magari controdenunce?’
La vicenda che sta interessando il Tribunale penale cantonale «avrà in ogni caso, indipendentemente dall’esito della vertenza in atto, delle conseguenze negative sull’immagine complessiva di questa autorità giudiziaria e in generale delle istituzioni», riprende il consigliere di Stato. «Mi dispiace che le parti non siano riuscite a dialogare per risolvere, in maniera condivisa, situazioni interne ed evitare così denunce penali ed eventuali controdenunce», osserva il capo del Dipartimento istituzioni.
‘La foto? Non l’avrei mai condivisa con una collaboratrice’
Allegata alla querela di Quadri e Verda Chiocchetti c’è anche una foto, attinta a Internet, che il presidente del Tpc Ermani ha spedito nel febbraio 2023 alla segretaria presunta vittima del mobbing: nell’immagine due peni giganti di plastica e seduta in mezzo una donna. Sopra, la scritta ‘Ufficio Penale’. Che pensa il consigliere di Stato del gesto di Ermani? «Che non avrei mai e poi mai condiviso un’immagine del genere con un collaboratore, a maggior ragione con una collaboratrice», risponde Gobbi.
Da www.laregione.ch
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Veleni nel Tribunale: “Vicenda destinata a finire male”
Le valutazioni del direttore delle Istituzioni, Norman Gobbi, sullo scontro tra giudici per il quale è stato nominato un procuratore pubblico straordinario
Una querela penale, come noto, è stata inoltrata dai giudici Siro Quadri e Francesca Verda Chiocchetti contro il presidente dello stesso tribunale Mauro Ermani, il vicepresidente Marco Villa e il giudice Amos Pagnamenta. Una denuncia che fa sfociare nel penale la bufera già in essere da qualche tempo.
“Non andrà a finire bene – spiega ulteriormente Gobbi – per il funzionamento stesso del Tribunale penale cantonale, perché questi cinque giudici lavorano sì in maniera indipendente, però devono anche comunque lavorare assieme, visto che fanno tutti parte della stessa Corte. Dall’altra parte va fatta anche una riflessione sulle istituzioni giudiziarie che da questa vicenda non ne usciranno bene”.
A trattare l’incarto penale sarà il procuratore pubblico straordinario in arrivo dai Grigioni. “Prima di tutto – evidenzia il consigliere di Stato – non poteva essere un procuratore pubblico ticinese, proprio perché lavorano regolarmente con i giudici del tribunale penale cantonale. L’altra valutazione è stata quella di evitare, visto che il Canton Ticino comunque è piccolo e tutti si conoscono, di attivare un avvocato, un ex magistrato ticinese e quindi abbiamo optato per una scelta fuori Cantone. Fortunatamente il ministero pubblico del Canton Grigioni ha messo a disposizione il capo procuratore e supplente del primo procuratore del Canton Grigioni, Franco Passini”.
Passini si dovrà occupare anche di una foto quanto meno imbarazzante inviata dal giudice Mauro Ermani ad una segretaria e contenuta nella querela. Intanto sono arrivate le prime reazioni politiche. Tra cui quella di Fiorenzo Dadò, il presidente della commissione Giustizia e diritti del parlamento. “Un giudice che si occupa anche di giudicare reati sull’integrità delle persone e di pedofilia, che si permette di mandare a segretarie foto oscene di questo genere. Evidentemente una riflessione seria la deve fare. Se lo stesso fatto avvenisse per un politico, la sera stessa sarebbero già giunte probabilmente le richiesta di dimissioni”.