La «Città Ticino» passa anche dalla Cittadella della Giustizia. La «Città Ticino» non è un concetto astratto bensì un aspetto concreto che tocca tutti noi cittadine e cittadini ticinesi nella vita di ogni giorno. La galleria di base del Monte Ceneri nell’ambito di AlpTransit è l’opera che di recente ha rivoluzionato la mobilità del nostro Cantone. Un’opera che, unita al potenziamento generale del trasporto pubblico sul territorio, ha avvicinato, e non solo fisicamente, tutte le regioni del Ticino e che necessita ora di un suo completamento verso Sud unitamente al mantenimento di fermate ferroviarie attrattive.
In qualità di sindaci dei principali Centri urbani del Cantone abbiamo la volontà di concretizzare la «Città Ticino», sia valorizzando collaborazioni sovracomunali e regionali sia assumendo il ruolo di «motori del Cantone», con iniziative e progetti che permettano al Ticino, alle sue Istituzioni nonché al suo tessuto sociale ed economico di continuare a crescere e svilupparsi. Un ruolo per cui sentiamo una responsabilità accresciuta a fronte dell’attuale frammentazione e polarizzazione politica, che rende difficile costruire delle soluzioni condivise ai bisogni concreti della cittadinanza, che i Comuni conoscono e toccano con mano quotidianamente.
Il prossimo 9 giugno il Popolo ticinese sarà chiamato a votare anche sull’investimento per l’acquisto dello stabile ex Banca del Gottardo a Lugano, da destinare a secondo Palazzo di Giustizia.
Un investimento in favore della Giustizia, necessario per garantire spazi adeguati e dignitosi al terzo potere dello Stato, come peraltro sta avvenendo in tutte le regioni per gli edifici della Giustizia.
Un investimento che non concentra la Giustizia a Lugano, toccando unicamente le autorità che già oggi vi hanno sede, anche per ragioni storiche (ad eccezione della Corte di appello e revisione penale, la CARP, che nel 2009 era stata temporaneamente spostata a Locarno, dove però sono previsti l’insediamento del Tribunale delle espropriazioni, del Museo cantonale di storia naturale e forse anche di altre strutture cantonali). Un investimento che a livello finanziario consente di gestire in modo oculato le risorse della collettività: senza un secondo Palazzo di Giustizia infatti il Cantone dovrà spendere per ristrutturare gli attuali stabili milioni di franchi per delle sedi transitorie (184 milioni stimati dal Governo tra affitti e adeguamenti logistici) continuando apagare locazioni onerose a tempo indeterminato per le autorità che rimarranno in affitto. Una prospettiva che, oltre a ledere l’immagine della Giustizia e del Ticino, risulta uno spreco infinito delle risorse delle cittadine e dei cittadini!
Per questi motivi come sindaci dei principali centri urbani sosteniamo pienamente l’investimento con l’invito a votare un SÌ convinto in favore della Cittadella della Giustizia! Un investimento che contribuirà a concretizzare la «Città Ticino», da un lato perché è importante che gli investimenti dello Stato siano ripartiti in modo equo in tutto il Cantone, dall’altro visto che l’accesso a questi servizi primari per la popolazione sarà ulteriormente migliorato dalla futura rete tram-treno, grazie alla quale le persone potranno giungere direttamente e facilmente nel centro di Lugano, dove saranno ubicate le autorità. Questa è la prossimità intesa come un servizio di qualità che risponde ai bisogni della cittadinanza; questa è la «Città Ticino» che vogliamo!
A titolo personale
Bruno Arrigoni, Chiasso Mario Branda, Bellinzona Samuele Cavadini, Mendrisio Michele Foletti, Lugano Nicola Pini, Locarno
Opinione pubblicata nell’edizione di venerdì 31 maggio 2024 del Corriere del Ticino