Il 4 settembre in agenda l’audizione di Norman Gobbi
Arrivederci a settembre. A lunedì 4, quando la ‘Giustizia e diritti’, informa una nota della stessa commissione parlamentare, tornerà a riunirsi. E si ripartirà con, fra l’altro, l’audizione del direttore del Dipartimento istituzioni Norman Gobbi sul progetto di riforma della Legge sulla polizia elaborato dal Consiglio di Stato e oggetto del corposo messaggio che il governo ha varato in marzo. «È un importante e delicato dossier: prima però di designare al nostro interno i relatori ed entrare così nel merito della revisione totale della legge riteniamo opportuno sentire il consigliere di Stato: sarà anche l’occasione per porgli eventuali domande», afferma la socialista Daria Lepori, che con la nuova legislatura ha assunto la presidenza della ‘Giustizia e diritti’, da noi contattata al termine della seduta commissionale di ieri, l’ultima prima della pausa estiva. Uscito dal Dipartimento istituzioni e posto in consultazione nel luglio 2022 presso autorità giudiziarie, uffici amministrativi e associazioni, il disegno di legge, si spiega nel messaggio governativo, prevede, fra le “principali” novità, “una definizione più chiara e univoca dei principi generali, una suddivisione più accurata delle diverse competenze di polizia, un aggiornamento e una migliore flessibilità dell’organizzazione della Polizia cantonale, nonché l’aggiunta di norme fondamentali a garanzia del principio di legalità, le quali formalizzano la prassi oggi in vigore, come pure un’esplicitazione delle misure coercitive di polizia”. Non solo. Un’altra novità consiste nell’“istituzione della gestione cantonale delle minacce, il cui obiettivo è di riconoscere i segnali premonitori, di valutare la probabilità che insorga il comportamento minaccioso e, se del caso, di intervenire preventivamente”: un modus operandi, ricorda l’Esecutivo, che “è già in vigore in molti Cantoni”. E la sua “importanza” e la sua “necessità” sono state sottolineate “anche dal Consiglio federale, per esempio in ambito di violenza domestica”. Dice Norman Gobbi alla ‘Regione’: «Dopo più di trent’anni, la legge cantonale sulla polizia ha bisogno di essere rivista completamente per adeguarla alle nuove esigenze anche operative; non si può più andare avanti con piccole, parziali revisioni. Inoltre, come ho già sostenuto, questo progetto di revisione totale viene proposto dal Consiglio di Stato a prescindere da quella che sarà la futura organizzazione di polizia in Ticino».
Nella riunione del 4 settembre della ‘Giustizia e diritti’ non si parlerà solo della riforma della normativa sulla polizia. In agenda, indica Lepori, «c’è anche l’iniziativa parlamentare per la modifica della Legge sull’organizzazione giudiziaria, affinché il Consiglio della magistratura trasmetta il proprio rapporto annuale sul funzionamento dell’apparato giudiziario cantonale al Gran Consiglio e non, come ora, al Consiglio di Stato». Si tratta di uno dei correttivi suggeriti dalla commissione parlamentare, attraverso il rapporto allestito nel gennaio di quest’anno dall’allora deputato del Centro Luca Pagani, per migliorare la procedura di elezione dei magistrati – segnatamente di coloro che alla scadenza del periodo di nomina decennale si (ri)candidano alla medesima funzione – dopo le lacune, i pasticci e le polemiche che hanno caratterizzato nel 2020 il rinnovo delle cariche in seno al Ministero pubblico.
‘Fissate delle scadenze per accelerare i lavori’
Questi e altri i temi che attendono la ‘Giustizia e diritti’ dopo la pausa estiva. «Un dossier che mi sta molto a cuore è quello delle autorità di protezione e quindi il completamento della riforma dopo il sì popolare all’adozione del modello giudiziario», evidenzia Lepori. Aggiunge la vicecapogruppo del Ps: «Uno dei miei primi obiettivi quando sono diventata presidente della ‘Giustizia e diritti’ è stato quello di fissare, discutendone in commissione, delle scadenze temporali per la firma dei rapporti, così da accelerare l’evasione di atti parlamentari e messaggi governativi pendenti sia nel plenum commissionale sia nelle sottocommissioni”. Quattro al momento le sottocommissioni della ‘Giustizia e diritti’. Sono coordinate da altrettante donne: Cristina Maderni del Plr (sottocommissione Ministero pubblico), Sara Demir del Centro (naturalizzazioni), Sabrina Gendotti del Centro (autorità di protezione) e Daria Lepori (violenza domestica).