– Fa stato il discorso orale –
Gentili signore ed egregi signori,
vi saluto a nome del Consiglio di Stato e mio personale in qualità di Direttore del Dipartimento delle istituzioni per la dodicesima volta. È infatti dal 2011 che ho l’onore di esprimermi in occasione di questo annuale appuntamento che segna con l’ufficialità l’apertura del nuovo anno giudiziario 2023/24. E apprezzo molto questa opportunità datami annualmente, per condividere le mie riflessioni afferenti l’amministrazione giudiziaria, con il sempre rinnovato auspicio, di stimolare il dibattito sul tema della giustizia cantonale e contribuire a migliorare la risposta di giustizia attesa dalla collettività. Collettività che deve avere fiducia nello Stato, nelle sue istituzioni e nella giustizia.
È un tema a me caro quello della fiducia nelle Istituzioni da parte dei cittadini, anche perché faccio parte di un collegio eletto direttamente dal Popolo. Colgo quindi fortemente questa fiducia riposta con grande responsabilità e rinnovata motivazione, mettendomi anche in discussione; e ogni giorno mi prefiggo di contribuire sensibilmente alla crescita e allo sviluppo delle Istituzioni del nostro Cantone, dove la giustizia cantonale trova uno spazio speciale.
Alla domanda “Cos’è una giustizia moderna per i cittadini?” ho ottenuto la seguente risposta.
Vi leggo una citazione: “Una giustizia moderna per i cittadini è un sistema giudiziario equo, trasparente e accessibile per la collettività tutta. Questo sistema deve garantire il rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali, la tutela della dignità delle persone e la protezione dei più deboli. Inoltre, deve essere in grado di garantire la rapida risoluzione delle controversie, la prevenzione della criminalità e la punizione dei reati in modo giusto ed efficace. Una giustizia moderna deve anche essere in grado di adattarsi ai cambiamenti sociali e tecnologici, utilizzando le tecnologie digitali per migliorare l’efficienza e l’accessibilità del sistema giudiziario”. Fine della citazione.
La fonte? ChatGPT edizione gratuita, in risposta – come detto – alla domanda cos’è una giustizia moderna per i cittadini. Impressionante. Impressionante non solo per il contenuto, risultato della raccolta di informazioni da parte di algoritmi generativi, ma anche perché ritrovo in questo testo di ChatGPT molti elementi sui quali come Dipartimento delle istituzioni e per esso la Divisione della giustizia stiamo lavorando.
- Il tema della trasparenza e dell’accessibilità alla giustizia avantutto. Dopo la recente approvazione di una mozione da parte del Parlamento sul tema pubblicità del Potere giudiziario, è stato avviato un progetto che farà uso dell’intelligenza artificiale, in tutta sicurezza dei dati, per anonimizzare e riassumere le decisioni giudiziarie e catalogarle nel nuovo sito internet accessibile a tutti www.sentenze.ti.ch, che conta oggi oltre 500 utenze giornaliere. Questo progetto, che nel corso dell’autunno vedrà coinvolti i rappresentanti della Magistratura, imporrà una discussione sul tema della pubblicità e informazione del Potere giudiziario.
Dalla citazione di ChatGPT emerge anche il tema della protezione dei più deboli.
- Un tema, questo, che concretizza la storica riforma in atto dell’organizzazione delle Autorità di protezione votata dal Popolo ticinese lo scorso novembre.
- Una riforma che persegue l’obiettivo di cogliere l’evoluzione naturale dell’attuale organizzazione amministrativa comunale delle Autorità di protezione verso un’organizzazione giudiziaria, allo scopo di migliorare la risposta dello Stato in questo ambito sensibile, a tutela della popolazione più fragile residente nel nostro Cantone.
- Una riforma che vedrà la creazione delle Preture di protezione, nuove autorità giudiziarie sancite dalla Costituzione cantonale, specializzate nel diritto di protezione del minore e dell’adulto, presenti su tutto il territorio cantonale con un assetto organizzativo innovativo e moderno per l’amministrazione della Giustizia cantonale.
ChatGPT ci rammenta anche il tema dei tempi ragionevoli di evasione delle procedure.
- Quale Direttore del Dipartimento delle istituzioni, non posso che auspicare che la Giustizia venga amministrata in tempi ragionevoli. “Giustizia ritardata è giustizia negata”, osservava Montesquieu. E non è solo una questione di risorse, come già indicato negli scorsi anni in questa medesima sede, ma anche di conduzione, definizione di obiettivi, comunicazione con i propri collaboratori e valutazione annuale degli stessi come disposto dalla legge; strumento – quello della valutazione con la definizione di obiettivi – oggi non utilizzato dalla Magistratura, tranne poche eccezioni.
Tornando all’estratto di ChatGPT: una giustizia moderna deve essere in grado di garantire la prevenzione della criminalità e la punizione dei reati in modo giusto ed efficace.
- E come Stato ci siamo attivati su vari fronti in ambito di prevenzione e sensibilizzazione. Se penso al Dipartimento che dirigo, faccio riferimento al concetto di sicurezza a 360 gradi denominato “Ticino sicuro”. Ma penso anche ai progetti di prevenzione in ambito di violenza domestica e violenza in generale che toccano anche tutti i Dipartimenti, ma anche ai progetti avviati in ambito di sicurezza informatica, importantissimi in un contesto di digitalizzazione della nostra società.
- Quanto alla punizione dei reati: tengo qui in particolare a menzionare la ristrutturazione del carcere penale della Stampa per ospitare le detenute donne in esecuzione di pena, un progetto che dà maggior dignità all’esecuzione delle pene femminili nel nostro Cantone.
Una giustizia moderna – secondo ChatGPT – deve anche essere in grado di adattarsi ai cambiamenti sociali e tecnologici, utilizzando le tecnologie digitali per migliorare l’efficienza e l’accessibilità del sistema giudiziario”.
La giustizia è un cantiere in continua evoluzione, proprio perché espressione della nostra società. Ed è quindi del tutto naturale che occorra adeguare non solo la legislazione, ma anche le istituzioni e la loro organizzazione alla realtà sociale e giuridica odierna, innegabilmente sempre più complessa. E questo è il compito assegnato del Dipartimento delle istituzioni per mezzo della Divisione della giustizia, con il necessario contributo – visto la nostra organizzazione attuale – del Potere giudiziario.
Dodici anni fa – giorno più, giorno meno – davanti a questa stessa platea in occasione della mia prima apertura dell’anno giudiziario, mi rivolgevo a voi con l’auspicio di “Modernizzare e specializzare la Giustizia ticinese”, indicandovi come mi sarei impegnato a promuovere l’informatizzazione della giustizia, la de-materializzazione degli incarti e la comunicazione telematica, in un’ottica di uso più efficace delle risorse come pure degli spazi, ottimizzando i costi, e proiettando così anche la giustizia ticinese nel nuovo millennio.
Nel frattempo il mio auspicio è stato concretizzato nei fatti con, in particolare, il Progetto nazionale di comunicazione digitale in ambito di giustizia denominato “Justitia 4.0” e gli interventi logistici, uno su tutti la proposta di acquisto dello stabile EFG di Lugano quale sede del Tribunale di appello e altre Autorità giudiziarie e amministrative della giustizia già oggi presenti a Lugano.
Mi soffermo ora su questi due grandi progetti. La rivoluzione tecnologica in corso nel mondo e anche nel nostro Paese, trasformerà anche l’amministrazione della giustizia, rendendo il suo accesso più facile e meno costoso. Il progetto nazionale “Justitia 4.0”, voluto dai Cantoni e dalla Confederazione, nonché dai Tribunali e dai Ministeri pubblici, costituirà una grandissima sfida che toccherà a breve tutte le autorità giudiziarie come pure gli avvocati.
È infatti stato chiarito dal recente Messaggio licenziato il 15 febbraio 2023 dal Consiglio federale concernente la piattaforma per la comunicazione elettronica nella giustizia, ora oggetto di discussione nella preposta commissione parlamentare federale, che la giustizia che opera nell’ambito civile e penale, dovrà comunicare in forma elettronica nell’ambito dei rispettivi procedimenti giudiziari, presumibilmente a partire dal 2026, con un periodo transitorio di alcuni anni.
Questo importante cambiamento legislativo avrà un impatto sostanziale sul modo di operare della giustizia che vedrà scomparire l’incarto cartaceo e, di conseguenza, le competenze e l’abilità per lavorare in digitale diventeranno un requisito fondamentale per tutti.
Grazie alla gestione elettronica dell’incarto, i documenti saranno disponibili simultaneamente per tutti in qualsiasi momento: in ufficio, in tribunale, in aula udienze o a casa, l’incarto elettronico sarà sempre accessibile. Non sarà quindi più necessario far capo alla posta e agli spostamenti fisici con un’ottimizzazione dei tempi e quindi dei costi. Grazie alla comunicazione elettronica in ambito giudiziario, tutti avranno lo stesso livello di informazione perché verranno eliminati i ritardi causati dagli scambi postali.
La cessazione del coordinamento delle attività amministrative e logistiche quali l’organizzazione del lavoro di fotocopiatura, di trasmissione degli incarti dal Tribunale allo Studio legale, ecc., implicherà una diminuzione delle attività amministrative a beneficio dell’attività giudiziaria, che porterà verosimilmente a una maggior celerità e di riflesso a una riduzione dei costi della giustizia.
E questi sono solo alcuni dei cambiamenti prospettati. Inevitabile che i progressi tecnologici permeeranno ancor di più i procedimenti giudiziari. E qui penso all’uso dell’intelligenza artificiale e della cosiddetta “giustizia predittiva”, oggetto di vari progetti in alcuni Stati europei. Pensate poi che al Ministero pubblico di Shanghai Pudong è stato assunto il primo procuratore-robot. L’algoritmo è limitato a 8 tipi di reati, dalle scommesse alla guida pericolosa fino al furto e alla truffa, e fa capo a migliaia di casi avvenuti sull’arco di un periodo di tempo determinato. L’accuratezza delle decisioni è stata attestata nella misura di ben il 97%! Dati che fanno paura ma anche riflettere!
Tornando a “Justitia 4.0”: il progetto coinvolgerà più di 15’000 Magistrati e collaboratori della Magistratura e circa 12’000 avvocati e il loro personale che dovranno comunicare tra loro attraverso una piattaforma accessibile tramite un’identità digitale, di scambio di documenti, attiva 24 ore su 24, denominata «Justitia.Swiss». I costi del progetto nazionale sono di quasi 100 milioni di franchi suddivisi secondo criteri definiti tra Confederazione, Cantoni e Autorità giudiziarie. In Ticino stimiamo che siano all’incirca 2’500 le persone coinvolte dal progetto di digitalizzazione della giustizia, con investimenti finanziari di alcuni milioni di franchi, ancora in fase di valutazione.
Mi preme precisare che anche il nostro Cantone è attivo da tempo a livello svizzero nella realizzazione del progetto tramite la Divisione della giustizia, alcuni Magistrati e funzionari dell’Amministrazione cantonale, tra essi vari rappresentanti informatici del Centro dei sistemi informativi del Cantone. Tengo qui a ringraziarli del lavoro svolto fino a oggi, esprimendo loro un sentimento di fiducia e sostegno nell’affrontare questo progetto complesso e importante per la giustizia svizzera, in ritardo dal punto di vista della digitalizzazione per rapporto ad altri Stati europei. Anche l’Ordine degli avvocati è coinvolto attivamente nel progetto e come Cantone intendiamo organizzare in futuro dei momenti comuni di presentazione di “Justitia 4.0”. L’investimento in termini finanziari e di risorse è importante e verrà giocoforza potenziato a livello cantonale prossimamente, visto l’obbligo d’uso della piattaforma che con tutta probabilità verrà imposto con l’approvazione del Parlamento federale del Messaggio la piattaforma per la comunicazione elettronica nella giustizia.
“Justitia 4.0” sarà un cambiamento obbligato del modo di lavorare della giustizia e di tutti coloro che vi operano, con il quale bisognerà confrontarsi. E sappiamo che i cambiamenti sono per tanti difficili da affrontare. La paura del cambiamento andrà affrontata con un atteggiamento fiducioso e soprattutto con la presa di coscienza da parte degli interessati dei benefici che porterà. Questo aspetto è un tema affrontato dal Progetto nazionale “Justitia 4.0” con uno specifico sottogruppo di lavoro denominato “Trasformazione”. Un tema centrale per la riuscita del progetto, che nel corso del prossimo anno, intendiamo affrontare con i collaboratori ammnistrativi, giuridici e i magistrati del Potere giudiziario cantonale. “Justitia 4.0” rappresenta una sfida da cogliere e conseguire.
Ma per implementarla da parte delle istituzioni giudiziarie cantonali e anche da parte degli studi di avvocatura, occorrono anche le strutture logistiche. Palazzo di giustizia a Lugano soffre da anni di carenze strutturali. Ho preso atto di quanto indicato nel Rapporto annuale 2022 dal Consiglio della magistratura che ha evidenziato come – cito: «… la situazione logistica generale (…) è da troppo tempo indiscutibilmente critica. Poter disporre di strutture adeguate, che garantiscono standard minimi a livello di spazi, sicurezza, supporto tecnologico, igiene non è un lusso ma la condizione minima per poter lavorare in un contesto decoroso e offrire i servizi dovuti al cittadino, che ha anch’esso il diritto di poter essere accolto dignitosamente. L’immagine dello Stato passa anche attraverso la qualità degli stabili, soprattutto quelli aperti al pubblico». Fine della citazione.
Condivido le parole del Consiglio della Magistratura e confermo la validità della proposta del Governo presentata nello specifico Messaggio n. 7761 del 27 novembre 2019 di acquistare l’ex Banca del Gottardo/oggi EFG, Stabile Botta a Lugano per ospitare il Tribunale di appello e altre autorità giudiziarie e amministrative legate all’amministrazione della giustizia.
Con lo stabile dell’ex Banca del Gottardo/EFG avremmo una certezza in più di poter implementare entro i tempi definiti dal Parlamento federale il progetto nazionale “Justitia 4.0”, progetto che difficilmente senza investimenti milionari a Palazzo di giustizia e nello stabile delle Preture in via Bossi a corto termine potremo realizzare.
Un immobile destinato, ed è meglio ricordarlo, alla Giustizia ticinese e non al Capo dipartimento come talvolta qualcuno afferma, dato che la sede governativa è Bellinzona. Un immobile istituzionalmente rappresentativo, di indubbio pregio architettonico e di rilevanza storica, in quanto concepito da un architetto ticinese di fama mondiale. Un immobile per la Giustizia cantonale nel Luganese che agli occhi dei cittadini verrebbe indubbiamente col tempo associato alla Giustizia ticinese – come oggi avviene per il Palazzo di giustizia – e a una Giustizia moderna, capace di rispondere a quelle esigenze che ben ha riportato il testo estratto redatto dall’intelligenza artificiale.
II mio auspicio è che il Parlamento cantonale sappia essere lungimirante, anche in un momento di difficoltà finanziaria, investendo in uno stabile di pregio, già edificato e funzionale a corto termine per le esigenze digitali, riconoscendo così implicitamente il ruolo fondamentale del Potere giudiziario in uno Stato di diritto. E mi auguro che questo mio pensiero si associ il vostro quali Magistrati, addetti ai lavori e cittadini tutti, in favore della Giustizia cantonale.
In conclusione, siamo tutti chiamati – membri del potere giudiziario, avvocatura, professori, funzionari dediti all’amministrazione della giustizia, giornalisti, ecc. – a lavorare insieme per costruire una società dove la giustizia continui a costituire un valore fondamentale. In tanti di voi vedo la passione e lo spirito di servizio, caratteristiche che ho sempre riconosciuto al compianto John Noseda, già Procuratore generale, scomparso lo scorso anno, che ricordiamo oggi con stima e riconoscenza. Una Giustizia moderna che dovrà essere capace in futuro anche di assumersi maggiori autonomie amministrative, che necessitano di strutture resistenti e capaci di coniugare questo auspicio con la responsabilità, non solo budgetaria, ma anche di un uso parsimonioso delle risorse.
Grazie quindi per il vostro lavoro e per il vostro impegno quotidiano e con fiducia, uniamoci, nel rispetto delle reciproche funzioni, per una giustizia efficace, efficiente, moderna, nella quale la collettività continui a riporre fiducia.
Vi ringrazio dell’attenzione.