Per il Consiglio di Stato non c’è partita

Per il Consiglio di Stato non c’è partita

La seconda proiezione RSI in vista delle elezioni ticinesi del 2 aprile conferma: eletti i quattro uscenti e Marina Carobbio – Lega-UDC in crescita grazie alla lotta interna

L’animarsi della campagna elettorale non ha cambiato le intenzioni di voto dei ticinesi in vista del rinnovo del Consiglio di Stato il prossimo 2 aprile. La seconda proiezione RSI, elaborata da Ad Hoc Informatica Sagl, conferma quanto già chiaro all’incirca un mese fa. La formula 2-1-1-1 non sarà stravolta e ad essere eletti saranno i quattro uscenti (Norman Gobbi che ha consolidato il suo primato su Claudio Zali per Lega-UDC, Christian Vitta per il PLR, Raffaele De Rosa per il Centro) e Marina Carobbio che prenderà il posto di Manuele Bertoli per Socialisti-Verdi.
La lotta interna tra i candidati di primo piano della Lega e dell’UDC sta giovando al complesso della lista che vede crescere i propri consensi rispetto al 2019. È data mediamente al 28,8% (ma potrebbe arrivare anche a superare il 29%) e probabilmente rafforzerà ancor più il proprio vantaggio sul PLR che, quattro anni fa, era sceso a poco più di tre punti percentuali, dopo aver sfiorato i 6 nel 2015.
La lista Lega-UDC è l’unica tra quelle che contano eletti in Governo che con ogni probabilità vedrà aumentare il proprio peso. Le altre appaiono tutte in tendenziale calo (più o meno marcato), probabilmente a causa della posizione (almeno apparentemente incontrastata) dei capilista. Il PLR dovrebbe confermarsi al 24 e qualcosa per cento. PS e Verdi insieme non dovrebbero andare oltre il 20,6%, con un’ulteriore flessione. Discorso analogo per il Centro dovrebbe attestarsi al 17,1%. Sarebbe il risultato più basso della sua storia. Nel 2019, l’allora PPD, grazie alla lotta tra l’uscente Paolo Beltraminelli e Raffaele De Rosa, era risalito sopra il 18% dal 17,54% del 2015.
A beneficiare del calo globale dei partiti storici saranno le sei liste minori: MPS-Indipendenti; PVL e Giovani Verdi Liberali, Più Donne, Partito Comunista – Partito Operaio e Popolare, Avanti con Ticino & Lavoro e HelvEthica Ticino. Nel complesso dovrebbero conquistare il 9,3% dei voti. Pochi per insidiare i partiti di Governo, anche nel caso in cui tutte le forze di opposizione avessero unito le forze.
L’interesse della contesa, a questo punto, sarà soprattutto legata ai nomi dei primi subentranti, i candidati in lotta per arrivare subito dietro gli eletti. Quando la campagna sta entrando nella sua fase finale, le graduatorie interne dicono che sulla lista Lega-UDC Piero Marchesi (nettamente distanziato da Norman Gobbi e Claudio Zali) è in vantaggio su Boris Bignasca e Paolo Pamini. Nel PLR a contendersi il secondo posto, alle spalle di Christian Vitta, saranno Alessandra Gianella e Luca Renzetti. Mentre nel Centro la contesa, dietro Raffaele De Rosa, è tra Giorgio Fonio e Maurizio Agustoni. Il primo non eletto sulla lista Socialisti-Verdi verosimilmente il rappresentante della società civile Boas Erez. Ha un notevole distacco da Marina Carobbio, ma ha un confortevole vantaggio su Samantha Bourgoin.
La proiezione RSI tiene conto dei voti preferenziali assegnati ai singoli candidati anche da parte di chi userà la scheda senza intestazione. Si prospetta che stavolta sarà usata da quasi un elettore su cinque anche per il Consiglio di Stato. Un dato che conferma l’indicazione uscita anche dai sondaggi tematici svolti nelle scorse settimane (vedi i correlati): i partiti contano sempre di meno anche in Ticino.

https://www.rsi.ch/news/ticino-e-grigioni-e-insubria/Per-il-Consiglio-di-Stato-non-c%C3%A8-partita-16108798.html

Da www.rsi.ch/news