Così gli anziani sanno cosa li minaccia

Così gli anziani sanno cosa li minaccia

Falsi operatori di Pro Senectute che cercano di infilarsi nelle case. Email con link trappola su cui i più distratti cliccano inguaiandosi. Telefonate nell’ora della pennichella in cui si annuncia l’incidente del figlio, chiedendo soldi per l’intervento chirurgico urgente. I truffatori giocano sempre più la carta delle emozioni per raggirare gli anziani ticinesi. Ne sono consapevoli le cinque associazioni che di recente hanno stretto un patto di collaborazione con la Polizia cantonale. L’alleanza è stata presentata lunedì pomeriggio a Bellinzona.  

Una fetta di popolazione fragile – Pro Senectute, Associazione ticinese per la terza età (ATTE), Generazione più, Generazioni & Sinergie, Associazione italiana Lugano anziani (AILA, legata all’Ospedale Italiano) si uniscono per fare prevenzione. Roberto Friedel, presidente di Generazione & Sinergie, ammette: «C’è una fetta di popolazione molto fragile. Vogliamo mandarle un messaggio. Farle capire che ci sono punti di riferimento a cui rivolgersi in caso di dubbio o difficoltà. Le truffe legate alla tecnologia sono sicuramente quelle più diffuse». 

La tecnologia che evolve – «Abbiamo deciso di coordinare i nostri incontri – aggiunge Laura Tarchini, portavoce di Pro Senectute –. Ne faremo diversi sparsi in tutto il territorio. La tecnologia evolve e quindi è normale che anche gli appuntamenti rivolti al pubblico vadano aggiornati».  

Gioco d’anticipo – Antonio Menghini, segretario cantonale di Generazione Più, evidenzia: «Il Ticino è un luogo sicuro. Ma la sicurezza non è mai troppa. Il percorso che vogliamo fare insieme alla polizia cantonale è mirato ad anticipare e a scongiurare eventuali disguidi. Giochiamo d’anticipo. Tanto per fare un esempio noi siamo già partiti a ottobre 2020 per spiegare agli anziani come funzionano i pagamenti QR».  

«Formiamo una corazza» – «Nel 2022 – dice Renato Pizzolli, portavoce della Polizia cantonale – c’è stato un aumento delle truffe del falso nipote. Sia a livello di cifre sia nell’intensità. E in generale occorre stare attenti all’avanzata della tecnologia. Attraverso l’informazione si può trovare una corazza. Vogliamo contribuire alla percezione di una sicurezza collettiva accresciuta. Desideriamo allertare, non allarmare. Questo è anche un modo per avvicinare la cittadinanza alla polizia. Per noi è importante raccogliere le paure della popolazione. La creazione di una rete di contatti con un mondo vicino agli anziani ci faciliterà il compito». 

La collaborazione – Paola Poggi, portavoce di AILA, conclude: «La polizia è un partner importante. Prima di tutto organizza con noi le giornate di sensibilizzazione e distribuisce flyer informativi. Inoltre ha sott’occhio il numero di denunce e il tipo di reati. D’altra parte noi invece rappresentiamo delle antenne ben presenti sul territorio e possiamo fornire alla polizia determinati feedback». 

(Immagine: Tio/20Minuti)

Da www.tio.ch