Ci sono momenti nella storia delle persone che più di altri determinano il loro futuro. Se dovessi scrivere una classifica di cinque momenti che hanno condizionato il mio essere, oggi “Norman Gobbi”, la bocciatura dello Spazio economico europeo (SEE) vi troverebbe posto. La scelta maggioritaria della popolazione elvetica e dei Cantoni di contrastare lo SEE fu una sberla potente assestata a un’élite – politica, economica, culturale – che stava svilendo nel corso degli anni i valori fondanti della Svizzera. Sulla stessa barca gran parte dei media elvetici, con ovviamente la televisione di Stato in prima fila.
La campagna che accompagnò il voto fu intensa. Solo una forza politica a livello nazionale – l’UDC – uscì dal coro e si oppose a quell’accordo di carattere economico con altre nazioni europee, consapevole che dietro vi fosse un’altra volontà: un accordo politico e istituzionale con la CEE. Un abbraccio mortale, insomma, per la nostra indipendenza, neutralità e sovranità: unicità che hanno reso grande la Svizzera.
In Ticino la Lega dei Ticinesi era da poco sulla cresta dell’onda e seppe interpretare i sentimenti della popolazione. E non si è trattato di fomentare le paure – come semplicisticamente hanno affermato i favorevoli allo SEE – ma di smascherare una linea politica che ci avrebbe condotti dritti dritti nella CEE, poi trasformatasi nel leviatano chiamato oggi UE.
In questo contesto il “Mattino della domenica” con Giuliano Bignasca e Flavio Maspoli si è impegnato a fondo contro il pensiero dominante filo-europeista. Da quindicenne interessato alla civica e alla politica, ho seguito da vicino quanto ogni domenica usciva sul settimanale, condividendone i contenuti. Il successo alle urne in quello storico 6 dicembre di 30 anni fa mi convinse che valeva la pena entrare nel movimento di via Monte Boglia, perché era costruito come un vestito sulla mia pelle.
Il 6 dicembre 1992 fu l’inizio di un percorso che continua ancora oggi: è la strada della resilienza a favore della salvaguardia della nostra sovranità, della nostra libertà, della nostra neutralità, del nostro federalismo! Per questo firmare l’iniziativa popolare federale per la neutralità è -come 30 anni fa – un atto d’amore per la Svizzera e il suo futuro!
Opinione pubblicata nell’edizione di domenica 4 dicembre 2022 de Il Mattino