Norman Gobbi sottolinea gli sforzi del Ticino e chiede l’impegno di tutti i Cantoni
Aumenta e di molto il numero di migranti che entrano illegalmente in Svizzera e la pressione sulle frontiere si fa sempre più forte. Il Ticino per forza di cose è in prima linea nel dover assorbire queste ondate. “Siamo la Porta Sud della Confederazione e registriamo un crescente numero di entrate illegali di stranieri negli ultimi mesi e settimane. Siamo giunti a toccare cifre che non si riscontravano dal termine dell’ultima crisi migratoria del 2016, quando venne decretato lo stato di necessità. Oggi la situazione non è ancora a quel livello, ma il contemporaneo arrivo di decine e decine di migliaia di ucraini a partire da febbraio ha sottoposto le Segreteria di Stato della migrazione (SEM) a una forte pressione. Il Ticino ha fatto e fa la sua parte, nel rispetto degli accordi, ma non gli si può chiedere uno sforzo supplementare. Grazie alla buona collaborazione con l’autorità federale attiva in Ticino, riusciamo a far comprendere anche a Berna i nostri sforzi. Purtroppo a livello centrale alcune pecche non mancano”, afferma il Consigliere di Stato Norman Gobbi.
“Lo sforzo intrapreso dal Ticino sul fronte dell’accoglienza degli ucraini è lì da vedere e ci costa parecchi soldi, oltre all’impegno organizzativo e logistico. Inoltre nel Basso Mendrisiotto sono presenti i centri federali di registrazione, e in parallelo operiamo per il fermo e la registrazione degli stranieri illegali: un lavoro che con l’aumento riscontrato si fa sempre più pesante. È importante che nelle situazioni di emergenza, o comunque di forte pressione migratoria, vi sia una solidarietà confederale rafforzata: gli altri Cantoni devono dimostrare tale solidarietà e impegno. Penso in particolare ai Cantoni della Svizzera centrale, che per la loro collocazione geografica non subiscono le stesse conseguenze operative e di carico di lavoro che abbiamo in Ticino e oggi ancora di più nel Canton San Gallo; infatti, alla frontiera Est entra quasi il 60% del totale dei migranti di questa ondata”, specifica il Direttore del Dipartimento delle istituzioni, Norman Gobbi.
Tra le preoccupazioni del Consigliere di Stato Gobbi vi è la poca chiarezza della SEM sul futuro del Centro federale d’accoglienza di Glaubenberg (OW), il secondo centro, accanto a quello di Balerna Pasture che serve la “Regione asilo Ticino – Svizzera centrale” (di cui fanno parte Ticino, Uri, Svitto, Lucerna, Nidwaldo e Obwaldo). “Non abbiamo ancora rassicurazioni sul fatto che il centro possa rimanere aperto sino al 2025. La chiusura nel caso la SEM non individuasse una sede alternativa – eppure sappiamo che vi sono Cantoni interessati ad accogliere questa seconda sede – sarebbe decretata alla fine del 2022. Uno scenario per il Ticino improponibile, perché tutta la pressione ricadrebbe sul centro di Pasture. Una situazione che fermamente non vogliamo si verifichi, soprattutto poi in questo momento dove i numeri delle entrate illegali sono decisamente molto elevati alla frontiera Sud”, sottolinea Norman Gobbi, che non manca di evidenziare anche un aspetto positivo: “Abbiamo maturato negli ultimi 10 anni una buona esperienza su come affrontare questo tipo di emergenze. Questo ci permette e ci permetterà di farci trovare pronti anche questa volta”.