Il capo del Dipartimento istituzioni Gobbi sulla revisione della Legge sulla polizia. Il Consiglio di Stato apre la consultazione, fino al 30 settembre.
Parte la consultazione (sino al 30 settembre) sulla riforma della normativa ticinese sulla polizia. Il nuovo testo dettaglia le disposizioni adottate negli ultimi anni da governo e parlamento.
Ottantuno articoli contro la trentina della legge vigente, settantadue articoli contro i cinquantasei dell’attuale regolamento. Il Dipartimento istituzioni intende riformare i principali atti normativi che disciplinano l’attività della polizia in Ticino: propone quindi una revisione totale della Legge sulla polizia del 1989 e del relativo Regolamento firmato dal Consiglio di Stato nel 1990. Sugli ottantuno articoli della prima e sui settantadue del secondo, l’Esecutivo cantonale ha aperto ieri la consultazione. Più di trenta – fra autorità giudiziarie, uffici amministrativi, associazione e sindacati – gli enti interpellati. Avranno tempo tre mesi, sino a fine settembre, per esprimersi sul corposo progetto di messaggio governativo. L’obiettivo della riforma, spiega in conferenza stampa il capo del Dipartimento Norman Gobbi , è di conferire «alla Polizia cantonale e alle polizie comunali» una base legale «moderna e solida» affinché le forze dell’ordine possano operare al meglio «a tutela della sicurezza della popolazione» e sempre nel rispetto dei diritti dei cittadini.
Trentatré anni. E li dimostra
La legge odierna, evidenzia Gobbi, «sta per compiere trentatré anni…». Il contesto sociale, si afferma nel progetto di messaggio, è però “in continua e rapida evoluzione, come continuo e rapido è l’aggiornamento delle tecniche, delle modalità e degli strumenti di cui la polizia deve servirsi per svolgere le sue funzioni”: la normativa uscita dal Gran Consiglio “oltre trent’anni fa, in un’epoca sostanzialmente diversa da quella in cui viviamo, non è nemmeno più in grado di sostenere le sfide con le quali la polizia deve ora, quotidianamente, confrontarsi”. La legge va pertanto adeguata.
Quella sentenza del Tribunale federale
Nel nuovo testo si precisano fra l’altro disposizioni adottate in anni recenti da Consiglio di Stato e parlamento. Come ad esempio quella che, nell’azione di contrasto alla violenza domestica, attribuisce all’ufficiale di polizia la facoltà di allontanare l’autore o l’autrice dall’abitazione per dieci giorni: il progetto di messaggio estende la durata del provvedimento a trenta giorni. Con la revisione il Dipartimento istituzioni coglie l’occasione anche per dettagliare le norme riguardanti la cosiddetta custodia di polizia e le indagini – pure ‘mascherate’ – preventive, volte a impedire la commissione di reati. Si tratta delle misure prospettate a suo tempo dal governo, approvate nel dicembre 2018 dalla maggioranza del Gran Consiglio e in seguito impugnate davanti al Tribunale federale da Martino Colombo e Filippo Contarini. Nel 2021 Mon Repos ha bocciato il ricorso dei due giuristi. “I giudici federali – aveva dichiarato Colombo alla ‘Regione’, commentando il verdetto dell’alta Corte – hanno comunque fissato dei paletti entro i quali la polizia potrà agire”. E (anche) di quella sentenza del Tf si è tenuto conto nell’elaborazione del disegno di legge, indica il capitano Elia Arrigoni, alla testa dei Servizi generali della Polizia cantonale.
La gestione delle minacce
Il disegno di legge posto in consultazione regolamenta anche la “Gestione cantonale delle minacce”, gestione affidata a un’apposita unità della Polizia cantonale, formata da agenti e psicologi. “La gestione cantonale delle minacce ha lo scopo di riconoscere precocemente e di prevenire la commissione di reati da parte di persone che mostrano un comportamento o intenzioni che lasciano presupporre una predisposizione a commettere violenza contro terzi e che sono suscettibili di mettere gravemente a rischio l’integrità fisica, psichica o sessuale di terzi (persone che costituiscono una minaccia)”, recita il nuovo articolo 26. Gobbi assicura: non è un ritorno alle schedature e la libertà di opinione «non è minimamente toccata». L’articolo 26 mira a prevenire la commissione di reati e la prevenzione rientra fra i compiti delle forze dell’ordine.
Più gruppi di lavoro
Il progetto di riforma, segnala il comandante della Polcantonale Matteo Cocchi, è «il risultato di riflessioni e approfondimenti cominciati dieci anni fa e portati avanti da più gruppi di lavoro». Gruppi costituitosi, dietro risoluzione del Dipartimento istituzioni, all’interno della Cantonale. E dei quali hanno fatto parte anche l’ex capo della Gendarmeria Decio Cavallini, l’attuale responsabile Marco Zambetti, Arrigoni e la responsabile del settore giuridico Bernadette Rüegsegger, già procuratrice pubblica del Canton Zurigo e presente ieri all’incontro con i media. Nel mettere a punto la proposta di nuova legge, riprende il capitano Arrigoni, «è stato considerato anche quanto già fatto in altri cantoni sul fronte normativo». Le novità salienti della prospettata riforma ticinese consistono, ricorda l’ufficiale, in una «definizione chiara e univoca dei principi generali», nella «suddivisione fra le competenze della Polizia cantonale e di tutte le polizie» e in una «organizzazione della Polizia cantonale aggiornata e più flessibile». Inoltre: «Sono state inserite le norme fondamentali a garanzia del principio di legalità» e «sono state esplicitate le misure coercitive».
Quando approderà al Gran Consiglio il messaggio governativo concernente la revisione totale della Legge sulla polizia? Impossibile fare previsioni. Molto dipenderà dall’esito della consultazione. Il tema è importante e delicato. Il dibattito non dovrebbe mancare.
Articolo pubblicato nell’edizione di giovedì 7 luglio 2022 de La Regione
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In cerca di una legge al passo con i tempi
Lanciata la consultazione per una revisione totale della base legale sulla Polizia – Norman Gobbi: «Abbiamo bisogno di strumenti legislativi adeguati per garantire la sicurezza in Ticino» – Il nuovo testo, però, non riguarda il progetto sull’unificazione dei corpi
«La legge attuale sulla polizia è in vigore da oltre 30 anni, da quando c’era ancora il muro di Berlino». È con questa frase che Norman Gobbi ha lanciato la procedura di consultazione sulla revisione totale della legge e del regolamento sulla Polizia, presentata ieri in conferenza stampa a Bellinzona. Il direttore del Dipartimento delle istituzioni ha sottolineato così il bisogno di adottare, attraverso una revisione totale di quella presente, una base legale che sia «completa, solida e aggiornata». L’obiettivo essenziale è rendere il testo legislativo più chiaro e leggibile, sia per le Polizie comunali e cantonale, sia per i cittadini, in modo che questi ultimi riconoscano il perimetro d’azione delle forze dell’ordine. Ma non solo: la legge dovrà pure rispondere alle nuove sfide apparse negli ultimi tre decenni. E a quelle future.
La revisione della legge, è stato ricordato in conferenza stampa, è iniziata con una consultazione interna alla Polizia cantonale, e proseguirà con un’altra procedura di consultazione più ampia, la quale si protrarrà fino al 30 settembre. Quest’ultima, ha evidenziato Gobbi, ha lo scopo di recepire eventuali critiche e di valutare possibili modifiche e miglioramenti prima che il testo finale sia portato all’attenzione del Parlamento.
Il risultato di un lungo lavoro
Il comandante della Polizia cantonale Matteo Cocchi ha fatto alcune precisazioni importanti sul progetto di riforma. «La nuova legge sulla Polizia non ha nulla a che fare con il futuro assetto di quest’ultima. Infatti, essa non vincola in alcun modo la struttura della futura Polizia ticinese», ha affermato, sottolineando il fatto che la revisione mira a elaborare una legge che possa durare nel tempo e possa adattarsi ai futuri modelli di organizzazione.
Altrimenti detto: la revisione della legge non è legata al progetto della Polizia unica ticinese. Il comandante ha poi ribadito che il disegno di legge è il frutto di un lavoro durato dieci anni, conforme alle tendenze osservate in altri cantoni; esso ha 81 articoli e raccoglie un messaggio di 130 pagine. Il regolamento, invece, è composto da 72 articoli e comprende anche un rapporto esplicativo di 21 pagine.
«È stato un lavoro articolato e sviluppato in un lungo lasso di tempo,» ha ribadito il capitano Elia Arrigoni, responsabile dei Servizi Generali della Polizia cantonale. «Gruppi di lavoro interni, composti da operativi e giuristi, hanno collaborato con esterni e specialisti – ha aggiunto – ma anche con la popolazione, che ha fornito spunti significativi per rendere più comprensibile la nuova legge». Riassumendo, le principali novità sono cinque: la definizione chiara e univoca dei principi generali che definiscono l’azione di polizia; la suddivisione delle competenze della Polizia cantonale e di tutte le polizie; l’aggiornamento dell’organizzazione della Polizia cantonale (per renderla più flessibile); l’inserimento delle norme fondamentali a garanzia del principio di legalità; e, infine, l’illustrazione più precisa delle misure coercitive. Tuttavia, non sono ancora stati forniti ulteriori dettagli su cosa effettivamente cambierà per i cittadini e le cittadine. La ragione principale, hanno spiegato le autorità, è che la consultazione lascia ampio spazio al dialogo e, perciò, alla possibilità di cambiare il contenuto della futura legge e del suo regolamento.
Articolo pubblicato nell’edizione di giovedì 7 luglio 2022 del Corriere del Ticino
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Una legge più chiara per la polizia ticinese
Per stare al passo con l’evoluzione della società, delle tecnologie e delle tecniche, oggi è stata proposta una revisione della legge che risale al 1989. Gobbi: “Si specificano diritti e doveri”
La Legge sulla polizia attualmente in vigore era stata approvata dal Gran Consiglio ben 33 anni fa, il 12 dicembre del 1989. Col passare degli anni questa si è confrontata con importanti cambiamenti sociali, tecnologici e tecnici. Per questo motivo, è stata proposta una revisione della Legge e del Regolamento sulla polizia al fine di garantire una normativa “moderna e snella a supporto dell’attività di polizia”, assicurando la tutela delle cittadine e dei cittadini, si legge nella nota diramata dal Consiglio di Stato. La nuova proposta è ora in consultazione.
“Necessario un aggiornamento”
Dopo più di tre decenni, ha spiegato il Direttore del Dipartimento delle istituzioni Norman Gobbi, urge la necessità di adottare una base legale aggiornata e completa tramite una revisione totale. Questa permetterà all’attività di polizia di svolgersi con efficacia e con ancor più chiarezza, restando in linea con l’evolversi della società. “Con questa legge non si ampliano diritti e doveri, ma si specificano. Si mettono inoltre in chiaro aspetti che per il cittadino sono importanti come la proporzionalità e la legalità dell’azione di polizia”, ha spiegato Gobbi ai microfoni di Ticinonews.
“Uno strumento fondamentale”
Dal canto suo, il comandante della Polizia cantonale Matteo Cocchi ha evidenziato come la Legge sulla polizia sia uno strumento fondamentale dello Stato di diritto atto a determinare i compiti della Polizia cantonale e le competenze sia di quest’ultima, sia delle polizie comunali senza limitare in alcun modo le discussioni in corso sull’assetto della “Polizia ticinese” del futuro.
Frutto di 10 anni di lavori
Questo nuovo disegno di Legge, ha spiegato sempre Cocchi, è il frutto di dieci anni di lavori preparatori, che hanno implicato molteplici elaborazioni valutate a livello giuridico, poi discusse sul piano operativo e un ascolto attivo delle necessità proveniente dal terreno, dai partner e dalla cittadinanza. Il risultato è un disegno di Legge che comprende 81 articoli e un disegno di Regolamento composto da 72 articoli, accompagnato da un rapporto esplicativo.
Fondamenti indispensabili
Per far fronte alla velocità con cui si verificano i cambiamenti sociali, la nuova revisione è stata impostata per contenere unicamente i fondamenti indispensabili, mentre il regolamento – più flessibile negli aggiornamenti – prevede le disposizioni che non richiedono una base legale in senso formale. Il capitano e responsabile dei Servizi Generali della Polizia cantonale, Elia Arrigoni, ha poi illustrato le principali novità della revisione; queste riguardano in particolare una definizione più chiara e univoca dei principi generali, una suddivisione più accurata delle diverse competenze di polizia, un aggiornamento e una migliore flessibilità dell’organizzazione della Polizia cantonale, così come l’aggiunta di norme fondamentali per garantire il principio di legalità e un’esplicitazione delle misure coercitive.
Tempo fino a fine settembre
L’iter prevede ora che le autorità e i partner consultati possano segnalare i loro emendamenti fino al 30 settembre 2022, in seguito il disegno di Legge, una volta elaborati i risultati della procedura di consultazione, sarà sottoposto alla Commissione competente, dopodiché spetterà al Parlamento ticinese pronunciarsi.
Da www.ticinonews.ch
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Verso una nuova legge sulla polizia ticinese
Lanciata la consultazione – Le nuove norme varranno per sia per la cantonale sia per le comunali
Il Consiglio di Stato ticinese ha sottolineato oggi, mercoledì, che è necessario predisporre una nuova legge sulla polizia, anche solo per il fatto che quella attuale è vecchia di più di 30 anni. E così dopo dieci anni di lavori il Dipartimento delle istituzioni ha presentato la nuova normativa che disciplina il lavoro degli agenti di polizia, lanciando la procedura di consultazione. Una legge che dovrà valere per tutti: sia per la polizia cantonale, sia per quelle comunali, in attesa che la politica decida di un’eventuale polizia unica per tutto il Ticino.
La legge sulla polizia in Ticino, è stato ricordato nel corso della conferenza stampa a Bellinzona, porta la data del 12 dicembre del 1989. Un mese prima cadeva il muro di Berlino. Da allora non solo il mondo è cambiato, sono emersi anche nuovi valori e anche il modo di intendere e vivere i rapporti tra cittadino e autorità è di certo mutato. Anche da qui l’esigenza di forgiare una nuova legge in materia. Ma quali sono i principali criteri che hanno guidato questa riforma? “L’attuale legge è vecchia: ci sono ancora definizioni di situazioni che non esistono più o che sono cambiate negli anni. Serve quindi un riordino, inoltre bisogna renderla più semplice e comprensibile e applicarla a quella che è l’evoluzione della società, che negli ultimi 30 anni è cambiata”, risponde il comandante della polizia cantonale, Matteo Cocchi.
La nuova legge che mette l’accento anche su tematiche attuali, come la cybersicurezza o la lotta alla pedopornografia online. Con un filo conduttore: la nuova norma serve per definire gli ambiti di lavoro della polizia, vale quindi per la polizia cantonale ma anche per chi svolge questo compito a livello comunale. Non dà quindi nessuna indicazione per sciogliere il nodo dell’eventuale creazione di un corpo unico su scala cantonale.
Previste invece novità, ad esempio, nel contrasto alla violenza, in particolare per poter allontanare più a lungo dal proprio domicilio chi minaccia o colpisce i famigliari, e qui molto spesso sono le donne a subire le conseguenze di queste violenze. Bernadette Rueggsegger, responsabile del servizio giuridico della polizia ticinese spiega alla RSI che “si è per esempio deciso di portare da 10 a 30 giorni la durata massima dell’allontanamento, una decisione che può essere presa direttamente dall’ufficiale di polizia. Questo è in linea con quanto si fa già in altri cantoni e in Ticino c’è anche stata una mozione in questo senso”.
Si è pertanto preso spunto anche da quanto capita a livello normativo in altri cantoni, aggiunge Cocchi: “Negli ultimi 10 anni vari cantoni hanno cambiato le loro leggi e sulla base di queste esperienze e anche di decisioni del Tribunale federale abbiamo cambiato la legge”.
https://www.rsi.ch/play/tv/redirect/detail/15460576
Da www.rsi.ch/news