Il bilancio provvisorio del comandante Cocchi è positivo: «Il momento più delicato è stato l’arrivo delle delegazioni: doveva andare tutto come previsto» «L’importante è che il sacco dell’esperienza sia un po’ più pieno di prima». Il sacco della Polizia cantonale, per restare nella metafora usata dal comandante Matteo Cocchi, lo è. Il bilancio provvisorio della Conferenza a livello di sicurezza è positivo: nessun problema particolare. «Ogni operazione va analizzata alla fine e ci saranno sicuramente dei correttivi da adottare per il futuro – precisa Cocchi – ma abbiamo dimostrato che anche il Ticino è in grado di gestire eventi di questa portata». Eventi – pensiamo al forum di Davos – a cui di solito la Polizia cantonale partecipa fornendo i suoi agenti, come hanno fatto in questo caso le polizie di altri cantoni. Un’esperienza di base dunque c’era, ma l’evento è comunque un unicum e ha dovuto essere studiato da zero. Le situazioni più delicate? «L’arrivo e l’accompagnamento delle personalità istituzionali: tutto deve andare come pianificato. È poi Matteo Cocchi importante tenere i contatti con tutte le forze coinvolte e avere sempre una visione d’insieme sul dispositivo». A quello messo in atto a Lugano hanno collaborato diversi corpi, oltre alle polizie cantonali: la Comunale, la Fedpol, l’Esercito, la Polizia dei trasporti, la Protezione civile e le Guardie di confine, con una presenza rafforzata ai valichi. Uno spiegamento di forze che forse, come descritto nell’articolo sopra, ha contribuito a «svuotare » la città. «Sono stupito che non ci siano stati problemi di traffico – osserva il comandante della Cantonale – anche se dobbiamo considerare che è inizio luglio, che pioveva e che e le scuole sono chiuse. Grazie anche ad una comunicazione puntuale, ognuno ha potuto scegliere il percorso e la soluzione che ha ritenuto più congeniale per le proprie esigenze. Inoltre, un aspetto positivo è che abbiamo potuto lavorare meglio e non ci sono stati problemi».