Francia e Italia hanno scelto il Green Pass come strumento anche per bar, ristoranti e altre attività. Gobbi: “Il Governo ne discuterà quando sarà necessario”
“L’estensione del Green Pass in Ticino non è al momento un tema all’ordine del giorno del Consiglio di Stato”. È quanto ha riferito Norman Gobbi ai microfoni di Radio3i, all’indomani delle dichiarazioni del presidente dei direttori cantonali della sanità Lukas Engelberger, che dalle colonne del SontagsBlick ha ipotizzato un più ampio utilizzo del certificato Covid anche in Svizzera.
“Contrario a un uso generalizzato del Green Pass”
“Tutte le misure devono essere proporzionate e condivisibili dalla maggior parte della popolazione. Vediamo come in paesi come la Francia, ma anche l’Italia, non c’è una grande esultanza per una misura generalizzata del Green Pass per accedere a tutti i luoghi pubblici”, spiega Gobbi. Il punto di vista interno è stato riportato dai direttori della sanità pubblica, in particolar modo dal suo presidente Engelberger. “In questo caso devono essere consolidate le posizioni all’interno dei governi cantonali proprio perché ci sono più punti di vista e sensibilità. Come sottolineato da alcuni, gli esercenti non sono dei poliziotti. Personalmente, sono contrario a una generalizzazione del Green Pass”, aggiunge.
Il tema non è in agenda
Il tema del Certificato Covid generalizzato non è attualmente nell’agenda del Consiglio di Stato. “Il Governo ne discuterà quando sarà necessario prendere posizione su eventuali proposte. Quello che sarà in consultazione è la quarta fase di allentamento, pianificata dal Consiglio federale”, ha sottolineato Gobbi.
L’invito di Merlani a farsi vaccinare
Il Medico cantonale in una lettera datata 23 luglio è tornato a sollecitare gli operatori nelle strutture sanitarie a farsi vaccinare. Ma in generale, anche la campagna di vaccinazione in Ticino è rallentata. Secondo Gobbi – però – “non è possibile che passi un obbligo generalizzato al vaccino”. La popolazione, dunque, “deve essere convinta a farsi vaccinare”. “È vero che ci sono settori maggiormente esposti, come quello sanitario ma anche in questi casi gli inviti a farsi vaccinare, come con l’influenza stagionale, non sempre raggiungono i gradi di copertura che ci si potrebbe immaginare”, conclude.
Da www.ticinonews.ch