Sviluppo sostenibile, si sonda

Sviluppo sostenibile, si sonda

Responsabilità sociale imprese, i dipartimenti Finanze e Istituzioni interpellano i Comuni

Un sondaggio indirizzato ai Comuni per stabilirne la sensibilità in merito allo sviluppo sostenibile e alla responsabilità sociale delle imprese. È lo strumento, ideato in collaborazione con la Supsi, presentato ieri a Mendrisio – nell’ambito del progetto ‘Comune socialmente responsabile’ – dal direttore del Dipartimento finanze ed economia Christian Vitta, dal capo del Dipartimento istituzioni Norman Gobbi e da Marzio Della Santa, responsabile della Sel, la Sezione cantonale degli enti locali. Obiettivo del progetto? Incentivare i Comuni ad adottare dei comportamenti esemplari e a diventare parte attiva nella promozione dello sviluppo sostenibile e della responsabilità sociale delle imprese situate sul loro territorio. In tal senso, l’utilità del formulario consiste nel mettere a disposizione delle aziende locali, ma anche dei Comuni stessi, degli indicatori univoci e significativi volti a misurare il posizionamento di questi ultimi rispetto ad altre realtà.
Per quanto concerne il ruolo delle aziende, Vitta spiega che «lo sviluppo sostenibile e la promozione della responsabilità sociale delle imprese erano già stati inseriti integralmente dal governo nel Programma di legislatura 2019-2021, ma la pandemia ha offerto un’occasione di rafforzare alcune dinamiche già in atto». In effetti, nel comunicato rilasciato da due Dipartimenti, viene spiegato che “recentemente, il Consiglio di Stato ha deciso di mettere a disposizione, per il periodo 2021-2023, 450mila franchi per adottare ulteriori misure nell’ambito della responsabilità sociale delle imprese”. A questo proposito, l’introduzione di un sostegno diretto alle aziende che investono nella formazione di un proprio responsabile, esperto in questo campo, e l’organizzazione di attività ed eventi, grazie ai quali sarà possibile favorire l’ulteriore sviluppo di una cultura comune sulla responsabilità sociale delle imprese, sono alcuni degli incoraggiamenti che questi incentivi vogliono introdurre.

‘Ente pubblico di prossimità’
Quale il ruolo dei Comuni dunque? «È auspicabile che anch’essi facciano la propria parte – prosegue Vitta –, occorre però che abbiano a disposizione degli indicatori che ne posizionino il loro assetto rispetto alla sostenibilità e alla responsabilità sociale, da qui l’utilità del suddetto formulario, che può permetter loro di migliorare le proprie competenze in questo ambito». Quindi, ciò che emerge è il fatto che questo progetto punta a rendere i Comuni ticinesi più informati e sensibili su questo tema, ma anche a creare importanti sinergie tra enti pubblici e imprese. Un tema, la cui importanza è stata messa in luce dalla pandemia, in linea con la consapevolezza sempre maggiore della responsabilità sociale dei Comuni nel determinare la qualità di vita residenziale dei cittadini e delle imprese, ben esposto da Della Santa. «Nel nostro sistema – dice – il Comune è l’ente pubblico di prossimità, per il cittadino e per le aziende, il cui punto di forza si situa nella sussidiarietà orizzontale, ovvero la complementarità tra pubblico e privato». Della Santa aggiunge inoltre che «la missione del Comune si è modificata nel corso del tempo: nel 2020 il Comune diventa in effetti residenziale e le sue prerogative si rifanno essenzialmente alla qualità di vita delle persone fisiche e giuridiche che vi domiciliano».
Va peraltro ricordato che la Svizzera, in qualità di membro delle Nazioni Unite, ha aderito agli obiettivi dell’Agenda 2030. In questo senso la Confederazione chiama Cantoni e Comuni a contribuire alla realizzazione del concetto di sostenibilità. Della Santa sottolinea l’importanza che «anche i Comuni si adoperino in tale direzione, assicurando responsabilmente la qualità di vita residenziale attraverso delle politiche sostenibili sul fronte sociale, economico e ambientale», e conclude menzionando il fatto che per un Comune socialmente responsabile, come per un’azienda, i vantaggi – in termini di reputazione, comunità più unita, economia più competitiva o ambiente – sono numerosi.

‘Un piano d’azione comune’
Riprendendo questi elementi, Gobbi si occupa in seguito di rispondere alla domanda del perché un Comune dovrebbe voler affrontare questa sfida. «Ci sono sicuramente dei benefici – spiega –, ma bisogna capire come arrivarci. L’obiettivo è quello di coinvolgere quanti più Comuni possibili partendo dalle esperienze dirette di chi ha già affrontato in parte questo percorso». Tant’è che alla conferenza stampa hanno partecipato anche i sindaci di Mendrisio e di Stabio, Samuele Cavadini e Simone Castelletti, che hanno fornito degli elementi in materia a quanto fatto in passato dai rispettivi Comuni, ma anche portato alcune prospettive in relazione ai progetti e agli orientamenti futuri. Ciononostante, precisa Gobbi, «è anche chiaramente necessario pensare a un piano d’azione in collaborazione con i Comuni». A tal fine, il direttore del Dipartimento istituzioni ribadisce l’essenzialità del questionario di autovalutazione che sarà inviato nelle prossime settimane ai singoli Comuni, definendo poi le prossime tappe del progetto. «A settembre – prosegue – prenderà avvio la raccolta di alcuni indicatori inerenti al cosiddetto ‘ruolo residenziale del comune del XXI secolo’ che permetteranno a ogni realtà di posizionarsi rispetto alla media cantonale. In parallelo, verrà istituito un gruppo di lavoro misto Cantone-Comune, che entro la fine dell’autunno dovrà precisare gli strumenti di analisi. Infine, il tutto verrà presentato e dibattuto nel mese di febbraio 2022».

Articolo pubblicato nell’edizione di venerdì 2 luglio 2021 de La Regione

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La responsabilità sociale passa anche dai Comuni

Il Governo vuole sostenere gli Enti locali nel migliorare le loro competenze in questo ambito.
Pronto un sondaggio per stabilire il livello di sensibilità in Ticino – Christian Vitta: «Un progetto unico nel suo genere»

Sviluppo sostenibile e responsabilità sociale delle imprese. Due concetti che nell’immaginario collettivo sono solitamente associati all’economia privata, ma che possono e devono essere declinati anche nel settore pubblico. A livello nazionale, il Consiglio federale ha adottato uno specifico piano d’azione mentre a livello cantonale i concetti di sviluppo sostenibile e responsabilità sociale delle imprese sono stati inseriti nel Programma di legislatura 2010-2023. Manca dunque un ultimo tassello, non meno importante dei primi due: i Comuni. E proprio per sostenere gli Enti locali ticinesi nel migliorare ulteriormente le loro competenze in questo ambito, il Dipartimento delle finanze e dell’economia (DFE) e il Dipartimento delle istituzioni (DI) hanno elaborato un apposito sondaggio mediante il quale stabilire il livello di sensibilità dei Comuni attorno al tema, preparando il terreno per intraprendere questa via.

La missione è cambiata
Ma facciamo prima un doveroso passo indietro. La necessità di declinare questi due concetti in realtà più «piccole» è dettata anche dal cambiamento, negli scorsi 200 anni, della missione dei Comuni. Come sottolineato in conferenza stampa il capo della Sezione Enti locali Marzio Della Santa, si è passati dal Comune di sussistenza nel 1800 a quello dei servizi nel 1960 e, infine, a quello residenziale degli anni Duemila. E proprio la pandemia ha evidenziato l’importanza assunta dagli enti locali nel determinare la qualità di vita residenziale dei cittadini e delle imprese che vi hanno domicilio. Ciò avviene in modo particolare sviluppando politiche proprie in ambiti quali l’impegno civico, la qualità dell’ambiente, l’infrastruttura e i servizi, la cultura e il tempo libero e la situazione abitativa. Gli ambiti d’azione sono tre: il benessere economico, sociale e ambientale dell’intera collettività. Il «successo» delle politiche dei vari Comuni verrà misurato da appositi indicatori i quali permetteranno di confrontare le situazioni dei vari Comuni. Con l’obiettivo di arrivare a un rendiconto integrato che evidenzierà quanto è stato speso per attuare delle politiche a favore del cittadino. Sostenibili, appunto. Come spiegato dal sindaco di Mendrisio Samuele Cavadini, gli indicatori permettono di analizzare le politiche promosse da un Comune e intervenire laddove è necessario essere più efficaci. Un altro Comune «virtuoso» oltre a Mendrisio è Stabio, che negli scorsi anni ha elargito diversi cediti. «Grazie agli indicatori abbiamo monitorato la dimensione sociale, economica e ambientale per capire se ci sono stati risultati efficaci ed efficienti», ha osservato il sindaco Simone Cappelletti.

La strada da percorrere
Tornando al ruolo dei Comuni, il direttore del DI Norman Gobbi ha ribadito che un Comune ha tutto l’interesse a essere responsabilmente sostenibile per diventare più attrattivo. Affinché gli Enti locali siano incentivati ad assumere comportamenti esemplari e diventino parte attiva sul tema, il suo dipartimento, insieme al DFE e alla SUPSI, ha avviato il progetto «Comune socialmente responsabile». Oltre al sondaggio e agli indicatori precedentemente citati, verranno introdotti anche una guida per i Comuni e momenti formativi o di dibattito. Una politica sostenibile, è stato ribadito,porta a un ritorno sugli investimenti ma occorre prima di tutto capire come arrivarci. Quello presentato ieri a Mendrisio – ha osservato il direttore del DFE Christian Vitta – è un progetto «unico nel suo genere, che creerà importanti sinergie tra enti pubblici e imprese e una cultura comune sul tema della sostenibilità e della responsabilità sociale delle imprese». Due temi, ha ribadito, rafforzati sì a causa della pandemia ma in ogni caso già da tempo nell’agenda politica del Cantone.

Articolo pubblicato nell’edizione di venerdì 2 luglio 2021 del Corriere del Ticino

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“Per la qualità di vita”
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