“La Confederazione imposta la strategia, ma il problema sta nel manico”
Il Consiglio federale questa settimana ha presentato un modello a tre fasi per gli allentamenti nell’ambito della strategia di contenimento della pandemia. Una programmazione che si estende su più mesi (la terza fase parte addirittura a partire dal mese di settembre) e che vincola le tre tappe al grado di vaccinazione della popolazione svizzera. “Premesso che i Cantoni non hanno ricevuto sinora alcuna informazione, se non quella fornita agli organi di stampa mercoledì scorso, ci sono aspetti critici in questa pianificazione”, afferma il presidente del Consiglio di Stato Norman Gobbi. “A mio giudizio è giusto avere una strategia, così come è giusto vincolare ulteriori aperture al grado di vaccinazione della popolazione. Affermare che “la durata delle singole fasi dipende dalla volontà di farsi vaccinare dei relativi gruppi di popolazione e dall’andamento della campagna di vaccinazione” evidenzia però una mancata coscienza da parte del Consiglio federale delle gravi difficoltà che incontra con le case farmaceutiche per farsi consegnare le dosi di vaccino già acquistate. Non si dovrebbe quindi parlare di “volontà da parte della popolazione” – volontà che in Ticino, e lo sottolineo con grande soddisfazione, è molto elevata, raggiungendo l’80% per tutte le fasce sinora coinvolte – ma di “nostra capacità di fornire le dosi di vaccino da mettere a disposizione dei Cantoni e della popolazione”. Il problema sta nel manico: se avessimo avuto un alto quantitativo di dosi a quest’ora potremmo davvero prendere importanti misure di allentamento senza aspettare ancora mesi e mesi. Soprattutto potremmo sgravare il settore sanitario dal peso che si sta assumendo ormai da 14 mesi e dare ossigeno ad aziende di numerosi settori economici che sono sull’orlo del fallimento. Per una nazione come la Svizzera questa situazione rischia di essere molto imbarazzante, anche se non siamo gli unici ad avere difficoltà di approvvigionamento di vaccini”, chiarisce il Consigliere di Stato Norman Gobbi.
Tanto più che un Cantone come il Ticino (ma non è certamente l’unico) ha messo in campo un’organizzazione di tutto rispetto per procedere alla campagna di vaccinazione. “L’ho già detto anche in questa sede: il Ticino ha un’ottima… capacità di fuoco, ma mancano le munizioni. A questo punto dovremmo già vaccinare tutta la popolazione over 16 anni. E invece questa fascia, la più numerosa, dovrà attendere ancora diverse settimane prima di avere l’appuntamento presso i centri di vaccinazione. Sappiamo però che è così e che dobbiamo per forza fare buon viso a cattivo gioco. Nel frattempo l’appello è quello di mantenere sempre comportamenti personali adeguati (igiene delle mani, distanza fisica, uso della mascherina, testarsi in caso di sintomi, ndr), perché il virus circola ancora”.
Un’ultima osservazione: c’è chi paventava una catastrofe a causa dell’arrivo dei turisti confederati in Ticino per il periodo di Pasqua. “Constato che non ci sono stati cataclismi e che gli ambasciatori di sventura ancora una volta sono stati sconfessati. Meglio così. Ma teniamone conto”, conclude il consigliere di Stato Norman Gobbi.